Matthew Perry, cinque arresti per la sua morte (anche due medici): di cosa sono accusati

Cinque persone sono accusate per la morte di Matthew Perry, inclusi due medici e l’assistente, per traffico di ketamina. La "Ketamine Queen" è coinvolta

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Matthew Perry, l’indimenticabile Chandler di Friends, è stato trovato senza vita nella sua casa di Los Angeles lo scorso anno, e all’inizio si pensava a un incidente. L’attore stava attraversando un periodo di depressione, trattata con ketamina. Ma gli investigatori hanno trovato una vera e propria rete criminale di narcotraffico dietro la sua morte, dove sono coinvolti anche due medici e l’assistente personale.

Il loro arresto ha portato alla luce un’organizzazione di spaccio di droga di ampie proporzioni, con legami a un altro decesso collegato a una presunta overdose. Ma analizziamo nel dettaglio cosa è successo.

Chi è la “Ketamine Queen” e qual è la sua rete di distribuzione

Tra i cinque accusati figurano due medici, l’assistente personale di Matthew Perry e una persona soprannominata “The Ketamine Queen”.

Jasveen Sangha, conosciuta come Ketamine Queen, è la donna al centro delle indagini. Le accuse mosse contro di lei includono la vendita di ben 50 fiale di ketamina a Matthew Perry per circa 11.000 dollari. Gli investigatori la descrivono come una trafficante che operava principalmente con clienti facoltosi e celebrità. Nella sua abitazione a North Hollywood, definita un vero e proprio “emporio di droga”, sono state trovate oltre 80 fiale di ketamina, insieme a migliaia di pillole tra cui metanfetamina e Xanax, nonché una pistola.

Medici e intermediari: un sistema basato sul profitto

Tra gli accusati vi è anche il dottor Salvador Plasencia, che avrebbe approfittato della dipendenza di Perry. Plasencia, in un messaggio agli altri accusati, si sarebbe riferito a Perry con toni derisori, chiedendosi quanto l’attore fosse disposto a pagare per le sue forniture. Si stima che Matthew Perry abbia speso circa 55.000 dollari in ketamina tra settembre e ottobre 2023, con ogni fiala che gli veniva venduta a un prezzo spropositato rispetto al costo effettivo.

La collaborazione dell’assistente personale

Kenneth Iwamasa, assistente personale dell’attore, ha avuto un ruolo determinante nel somministrargli la ketamina. Nonostante non avesse una formazione medica, avrebbe iniettato l’attore diverse volte al giorno, incluso il giorno della sua morte. Le accuse nei suoi confronti riguardano la somministrazione impropria di sostanze controllate, con l’accusa formale di aver contribuito alla morte di Matthew Perry attraverso il suo coinvolgimento attivo nella distribuzione della droga.

Il coinvolgimento di altri imputati

Il dottor Mark Chavez, che ha accettato di dichiararsi colpevole di cospirazione per la distribuzione di ketamina, è accusato di aver fornito la droga a Matthew Perry attraverso Plasencia. Eric Fleming, un altro degli accusati, ha ammesso di aver distribuito la ketamina che ha portato alla morte di Perry, ottenendola da Sangha.

Tentativi di copertura e ulteriori sviluppi

Il procuratore Martin Estrada ha dichiarato che gli imputati avrebbero sfruttato le dipendenze di Perry, affermando che “sapevano benissimo che quello che stavano facendo era sbagliato”. Tre dei cinque hanno già raggiunto un accordo, mentre due – il dottor Salvador Plasencia e Jasveen Sangha – sono stati formalmente incriminati.

Plasencia, accusato di distribuzione di ketamina e falsificazione di documenti, ha negato ogni addebito. Sangha, accusata tra l’altro di mantenere un locale destinato allo spaccio di droga e di possesso di metanfetamine, è attualmente detenuta in attesa del processo, con il rischio di fuga considerato elevato a causa dei suoi legami internazionali.

Dopo il decesso, gli accusati avrebbero cercato di eliminare le tracce delle loro attività illegali. Messaggi recuperati dalle indagini mostrano conversazioni tra i membri del gruppo in cui si chiedeva di cancellare le prove, nella speranza di sfuggire alle indagini. Inoltre, è emerso un altro caso legato a Sangha, che avrebbe venduto ketamina a un uomo nel 2019, morto successivamente per overdose.