Chi è Jamie McPhee, la moglie di James Ransone, morto suicida: “Ti ho detto ti amo mille volte”

Jamie McPhee è la moglie di James Ransone, l'attore che si è tolto la vita e che qualche anno fa, con coraggio, aveva raccontato gli abusi subiti da bambino.

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Valentina Vanzini

Content Editor e Lifestyle Specialist

Cacciatrice di storie, esperta di lifestyle e curiosa per natura. Scrivo con e per le donne. Autrice del bestseller Mia suocera è un mostro.

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La tragica scomparsa di James Ransone, attore americano noto per i suoi ruoli in The Wire e It: Capitolo Due, ha sconvolto il mondo del cinema e gettato nel dolore la moglie Jamie McPhee. Ransone, morto a soli 46 anni, secondo le prime informazioni si sarebbe tolto la vita, lasciando la moglie e due figli.

Una tragedia che Jamie, lontana dai riflettori e dall’universo dorato di Hollywood, ha raccontato sui social, in un ultimo struggente saluto all’uomo che amava.

Chi è Jamie McPhee, la moglie di James Ransone

James e Jamie si erano sposati in una cerimonia intima, circondati da familiari e amici più stretti. Insieme hanno avuto due figli, Jack e Violet, ai quali Jamie ha sempre cercato di garantire una quotidianità il più possibile protetta dall’esposizione pubblica.

Jamie McPhee ha sempre mantenuto un atteggiamento riservato, limitando le apparizioni pubbliche e concentrandosi sul benessere dei figli e sul supporto al marito. Questo approccio le ha permesso di gestire la vita accanto a un attore conosciuto senza che la famiglia diventasse oggetto di curiosità costante. Il suo ruolo, seppur discreto, era centrale nella vita di James Ransone e nella quotidianità della famiglia.

Dopo la morte dell’attore, McPhee ha pubblicato un messaggio intenso sui social, in cui ha ricordato il suo James e il loro amore. In una foto che li ritrae insieme durante il periodo della gravidanza, ha scritto: “Ti ho detto che ti ho amato mille volte e so che ti amerò di nuovo. Tu mi hai detto: ‘Devo essere più come te, e tu devi essere più come me’, e avevi proprio ragione. Grazie per avermi dato i doni più grandi: te, Jack e Violet. Saremo per sempre.”

Il messaggio non è rimasto solo una testimonianza. Poco dopo la scomparsa del marito infatti Jamie ha deciso di trasformare il dolore in azione concreta, dando vita a una raccolta fondi dedicata al supporto e alla ricerca sulla salute mentale. Una scelta che evidenzia la volontà di aiutare chi si trova ad affrontare difficoltà simili e di portare avanti il lascito di Ransone anche attraverso l’impegno sociale.

Il dolore di James Ransone: gli abusi raccontati con coraggio e le dipendenze

Classe 1979, James Ransone aveva iniziato la sua carriera negli anni 2000 partecipando a diverse serie televisive e film indipendenti, fino a ottenere il grande successo con la serie cult The Wire, dove interpretava Ziggy Sobotka. Successivamente aveva preso parte a produzioni importanti come Sinister, It: Capitolo Due e The Wire, consolidando la sua reputazione come attore capace di passare dal dramma all’horror con naturalezza.

Dietro la fama però si nascondeva un passato fatto di solitudine e dolore. Nel 2021 l’attore, con grande coraggio, aveva pubblicato su Instagram una lettera in cui parlava degli abusi subiti quando era solo un bambino da parte del suo tutor, Timothy Rualo. Una confessione lunga e straziante in cui James aveva parlato anche delle conseguenze di quegli abusi che negli anni l’avevano portato prima a diventare alcolista, poi dipendente dall’eroina.

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