Cosa accomuna una reginetta di bellezza ricca e famosa e un operaio metalmeccanico abbandonato dalla compagna? La possibilità di finire in un vortice dal quale sembra impossibile uscire, il rischio di difficoltà che possono colpire chiunque, senza differenze di ricchezza e stato sociale. La chiamano appunto legge “livella”, perché in grado di abbattere le disparità: è la norma salva-suicidi, di cui anche Cristina Chiabotto ha beneficiato.
Il debito milionario di Cristina Chiabotto
Quando Cristina Chiabotto ricevette la corona di Miss Italia era una giovanissima ragazza come tante altre, che aveva da poco terminato la scuola, senza alcuna esperienza in termini di fisco, tasse ed erario. Il successo – e il denaro che ad esso si accompagna – le cadde addosso senza preparazioni e, inesperta ed ingenua, per gestirlo si affidò alle persone sbagliate. Era il 2014 quando un’indagine della Guardia di Finanza portò alla luce un ingente debito contratto dalla reginetta verso l’Agenzia delle Entrate.
Gli accertamenti da parte del Fisco fecero emerse gravi mancanze nelle imposte versate da Chiabotto tra il 2008 e il 2013. Tuttavia, i controlli evidenziarono un comportamento sì “elusivo” ma “non fraudolento”. E seppur da parte della showgirl non vi fu dolo, il suo debito arrivò all’incredibile cifra di oltre 2 milioni di euro che, con il sommarsi di interessi e sanzioni, peggiorò ulteriormente di un altro mezzo milione. “Purtroppo, in totale buona fede, mi sono affidata ai professionisti sbagliati. Sono stata mal consigliata sotto il profilo fiscale quando, ancora giovanissima, a 19 anni ho iniziato la mia attività”, spiegò lei in seguito al Corriere della Sera.
Libera grazie alla legge salva-suicidi
Per uscire dal baratro, Cristina Chiabotto, nel 2019, si è avvalsa della legge 3/2021, la cosiddetta norma salva-suicidi, pensata per aiutare i cittadini in difficoltà finanziarie estreme. Si tratta di una legge che offre la possibilità di accedere a un piano di saldo del debito proporzionato al patrimonio e alle risorse disponibili. Nel caso della showgirl oggi 38enne, il Tribunale di Ivrea ha previsto la vendita di tre negozi di sua proprietà, dal valore complessivo di 241 mila euro, oltre al versamento di una liquidità di circa 9 mila euro annui al Fisco.
“Ho la coscienza a posto e voglio pagare tutto ciò che devo”, è stato il commento di Cristina Chiabotto, oggi sulla via della libertà dopo esser riuscita nel tempo a soddisfare almeno in parte i creditori, tanto l’Agenzia delle Entrate quanto le banche cui si era rivolta per prestiti volti a ripagare i propri debiti.
E se parlavamo di un operaio metalmeccanico è perché Mario (nome di fantasia), così come Cristina, è stato salvato dalla stessa legge. In difficoltà dopo esser stato licenziato dalla fabbrica in cui lavorava, esser stato vittima di un grave incidente e lasciato dalla compagna, l’ingente debito che aveva accumulato è stato in parte cancellato dalla norma, che consente l’estinzione del debito se il debitore non ha agito in malafede e risulta in seguito non in grado di adempiere ai propri obblighi finanziari.
I suicidi legati a situazioni di sovra-indebitamento, in Italia, sono infatti un fenomeno allarmante seppur poco discusso, che riguarda tutti, tanto le miss Italia quanto chi lavora in fabbrica.