Concita De Gregorio, è polemica sui disabili: guai con l’Ordine dei Giornalisti

L'ultimo articolo della giornalista al centro della bufera per il linguaggio utilizzato, considerato irrispettoso e discriminatorio

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Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

Concita De Gregorio nell’occhio del ciclone. Colpa di un articolo in cui la giornalista ha insultato senza mezzi termini gli influencer, utilizzando un linguaggio non consono e offensivo nei confronti delle persone disabili. Uno scivolone che rischia di costare caro all’ex direttrice de L’Unità, tanto che l’Ordine dei Giornalisti ha deciso di attuare un provvedimento nei confronti della 59enne che ha cercato, invano, di scusarsi.

L’articolo di Concita De Gregorio tra influencer e disabili: cosa ha scritto

Al centro della diatriba l’articolo che Concita De Gregorio ha scritto per La Repubblica, di cui è editorialista da qualche anno, e intitolato Il valore di un selfie. Per stigmatizzare il comportamento di alcuni giovani influencer che nel varesotto hanno distrutto una statua ottocentesca per farsi un selfie, la giornalista li ha definiti “cretini integrali, decerebrati assoluti che in un tempo non così remoto sarebbero stati alle differenziali, seguiti da un insegnante di sostegno che diceva loro, ‘vieni tesoro, sillabiamo insieme pulisciti però prima la bocca”.

“Allora dunque ci sono questi cretini integrali, decerebrati assoluti che in un tempo non così remoto sarebbero stati alle differenziali, seguiti da un insegnante di sostegno che diceva loro vieni tesoro, sillabiamo insieme, pulisciti però prima la bocca. Ecco ci sono questi deficienti, nel senso che letteralmente hanno un deficit cognitivo – non è mica colpa loro, ce l’hanno –  e che però pur essendo idioti hanno probabilmente centinaia o migliaia di followers, non ho controllato ma non importa, è assolutamente possibile che siano idoli della comunità”.

Frasi che hanno suscitato la reazione di alcuni lettori, soprattutto familiari di persone con handicap e anche associazioni che si sono sentiti offesi. Tra gli altri anche il noto conduttore e autore radiofonico Gianluca Nicoletti, padre di un ragazzo autistico, che ha commentato con amarezza la vicenda: “L’immagine di un insegnante che dice al ragazzo con deficit psichico ‘sillabiamo però pulisciti prima la bocca’ è veramente atroce. I nostri ragazzi possono anche sbavare, possono avere difficoltà nel parlare, nel leggere, queste sono le conseguenze dei loro cervelli fuori standard. E allora? Bavoso si può dire, cicciona guai?”.

Una situazione che ha spinto Concita De Gregorio a chiedere scusa anche se non è bastato: “Cerebrolesi non è un insulto ma una condizione, mi hanno scritto. Completamente d’accordo. Chiedo sommessamente scusa. I normodotati che distruggono statue per postare una foto su Instagram non hanno nessun danno”. E ancora: “A margine penso che sia comunque la morte del contesto. Autorevolissimi pensatori e filosofi, financo semplici scrittori lo hanno spiegato prima e meglio di me. Mi limito a confermare. Il linguaggio politicamente corretto e il comportamento che ne consegue stanno paralizzando il pensiero e l’azione. Specie a sinistra.

Il provvedimento dell’Ordine dei Giornalisti contro Concita De Gregorio

L’Ordine dei Giornalisti del Lazio, al quale Concita De Gregorio è iscritta, ha attuato un provvedimento nei suoi confronti, come si legge in una nota diffusa sul sito web: “L’esecutivo del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha deciso all’unanimità di segnalare al consiglio di disciplina dell’Ordine del Lazio, la giornalista Concita De Gregorio per gli articoli del 4 e 5 agosto pubblicati da “la Repubblica” contenenti termini offensivi e discriminatori nei confronti delle persone disabili”.

Già nei giorni scorsi c’era stato un duro intervento dell’Ordine a riguardo: “La disabilità utilizzata come insulto, per commentare un episodio di cronaca che nulla a che vedere con la disabilità stessa. Le polemiche scatenate confermano quanto l’abilismo sia ancora profondamente radicato nella nostra cultura, nonostante la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta dall’Italia nel 2007, abbia da tempo spostato il focus dall’ambito clinico-patologico a quello dei diritti umani, tracciando un percorso virtuoso di pari opportunità e dignità”.

“La collega fa ricorso a termini come “normodotati” ed “handicap” che da molto tempo non appartengono al linguaggio giuridico e internazionale. Non si tratta di sfumature semantiche, ma del minimo che un giornalista informato dovrebbe sapere, perché sono lo specchio di una cultura discriminatoria e anti-inclusivaLe parole sono contenitori, ricordava nel 2014 il compianto Franco Bomprezzi, nella sua vita spesa contro i pregiudizi. Dentro c’è la vita, ci sono le persone, con la loro dignità”.