Amanda Knox contro il film ispirato al delitto di Perugia: “Basta sfruttarmi”

Amanda Knox contro il film "La ragazza di Stillwater" liberamente ispirato al delitto di Perugia. "Basta approfittarsi del mio nome, del mio volto e della mia storia senza il mio consenso"

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Amanda Knox torna a scagliarsi contro chi, a suo dire, continua a sfruttare il suo nome, la sua immagine e la sua (triste) storia per ottenere fama e guadagni. L’americana, protagonista di una delle vicende più tristi degli ultimi anni, l’omicidio della studentessa americana Meredith Kercher a Perugia nel 2007 ( dal quale fu assolta nel 2015) si è scagliata su Twitter contro il regista Tom McCarthy  e l’attore Matt Damon del film La ragazza di Stillwater, liberamente ispirato proprio a quegli avvenimenti.

Il mio nome vi appartiene? Il mio viso? La mia storia? Continuo a tornare a queste domande perché altri continuano ad approfittare del mio nome, del mio volto e della mia storia senza il mio consenso. Più recentemente il film Stillwater

Amanda è stata assolta nel 2015 con il suo ex fidanzato italiano, Raffaele Sollecito, dall’accusa di omicidio ed è tornata negli Stati Uniti dopo aver scontato poco meno di 4 anni di carcere. Per quell’omicidio venne ritenuto responsabile solo Rudy Guede, condannato a 16 anni di reclusione.

Il film racconta la storia di Matt Damon, padre disperato che vola in Francia per cercare di salvare dal carcere la figlia Allison, interpretata da Abigail Breslin. La ragazza è stata condannata e arrestata per aver ucciso la sua ragazza a Marsiglia. Un delitto che ha scatenato la stampa, che non ha risparmiato titoli di fuoco ad Allison.

Anche se Amanda Knox viene mai menzionata nel corso della pellicola, nel corso delle interviste i realizzatori del film hanno dichiarato di aver preso spunto dalla sua storia per scrivere la sceneggiatura del film.

La Knox ha poi aggiunto: “McCarthy rafforza l’immagine di me come persona colpevole e inaffidabile. E con il potere di una star del calibro di Matt Damon, entrambi trarranno sicuramente profitto da questa fiction sulla ‘saga di Amanda Knox’, che sicuramente lascerà molti spettatori a chiedersi: ‘Forse la vita reale Amanda è stata coinvolta in qualche modo'”.

Il film è stato presentato al festival di Cannes e proprio durante la kermesse, il regista McCarthy ha dichiarato che il caso di Amanda Knox è stato soltanto un “punto di ispirazione iniziale, ma non di più. Avevo appena avuto una figlia allora e ho pensato a come sarebbe stato”. In una successiva intervista, ha poi specificato che non voleva copiare o imitare la vicenda Knox:  il suo film “è vagamente ispirato a quel caso, quindi non ho voluto provare a ricrearlo. “Voglio che Allison sia un personaggio a sé stante, ma è stato sicuramente utile averlo come riferimento”.

Matt Damon, raggiunto telefonicamente da “New York City”, ha difeso a spada tratta il film: “Credo che il caso Knox fosse il punto di partenza per Tom (McCarthy), ma lui era interessato a quello che accade anni dopo l’omicidio. Quando le luci si spengono e il sensazionalismo cala. Cosa accade alla famiglia quando il padre è solo un impiegato dell’Oklahoma? Com’è la vita di queste persone?”.

Ma Amanda non ci sta. “Non mi è stato consentito di tornare all’anonimato che avevo prima di Perugia – ha scritto sempre sui social – La mia unica opzione è quella di sedermi mentre gli altri continuano a distorcere la mia immagine oppure combattere per ripristinare la mia reputazione ingiustamente distrutta”.