Ficarra e Picone sono tornati e promettono di far trascorrere nuovamente delle feste all’insegna del divertimento. Il duo comico sbarca su Netflix dall’1 gennaio (in Italia, dal 27 gennaio negli altri paesi in cui il servizio è disponibile) con Incastrati, la loro prima serie tv. Una nuova sfida per la coppia di siciliani più amata del grande e piccolo schermo, che dopo il successo al cinema, in televisione e a teatro si diletta ora in un nuovo genere televisivo, quello della serialità.
Incastrati, perché vedere la serie tv di Ficarra e Picone
Abbiamo visto in anteprima la serie e possiamo dire che questo esperimento è sicuramente riuscito: attraverso i 6 episodi che la compongono Ficarra e Picone riescono a far ridere e riflettere, con il loro consueto linguaggio e spirito, pur cimentandosi con il crime. Punto fondamentale da cui si snoda la trama, infatti, è un omicidio in cui i due attori si ritrovano coinvolti loro malgrado. Ne deriva una commedia degli equivoci che porta la loro riconoscibile firma, con la capacità di portare avanti i doppi sensi e i fraintendimenti all’ennesima potenza, in un climax di tensione e risate (qui vi sveliamo 5 cose da sapere sulla serie).
“L’approccio alla comicità è sempre quello: mettersi nei guai per poi cercare di uscirne nella maniera più goffa possibile”, ammette Picone.
Ma tra i motivi per cui vi consigliamo di guardare Incastrati ci sono anche i personaggi, studiati in modo meticoloso.
“Rispetto al cinema c’è la possibilità di esplorare i personaggi con più tempo – spiega Ficarra – Se in un film devi andare a cogliere un aspetto del personaggio, qua hai modo di raccontarlo in maniera più estesa e se vuoi anche più divertente. Poi nel nostro caso siamo sempre stati appassionati anche dei ruoli minori, anche quelli che dicono solo una battuta sono scelti con accuratezza (in questo senso magistrali sono le interpretazioni di Leo Gullotta, Sergio friscia e Tony Sperandeo, ndr). E all’interno di una serie questo puoi farlo a maggior ragione”.
Ficarra e Picone, uomini che amano le donne (davvero)
Detta così potrebbe sembrare che i due comici siciliani siano due sciupafemmine, ma questa affermazione ha un significato molto più profondo. Rivedendo nel complesso il loro percorso è evidente come Ficarra e Picone abbiano sempre avuto un’idea della donna moderna, emancipata e forte. In tutti i loro film i personaggi femminili si rivelano centrali e non sono mai quello che sembrano.
“Già vent’anni fa con Nati stanchi le nostre donne sovvertivano i luoghi comuni,che volevano le donne per forza legate al contesto casalingo del matrimonio, dei figli: le nostre fidanzate non si volevano sposare con noi (ed era comprensibilissimo) e volevano avere una carriera imprenditoriale importante. Nei nostri film è sempre stato così, la Zia Lucia in Andiamo a quel Paese, la sorella ne Il 7 e l’8. Sono donne che decidono di esporsi“, continua Ficarra.
Insomma, i due comici siciliani sono sempre stati “femministi” nella pratica, non solo a parole, e ancora prima che questi temi diventassero centrali nel dibattito pubblico. Anche in Incastrati le donne svolgono un ruolo fondamentale, in grado di dare maggiore forza al racconto e ai suoi sviluppi.
“È vero, voi le avete viste così le donne, però questa volta c’è dell’intraprendenza nei personaggi feminili. Io con Agata ho tantissimo in comune, la corazza per le cicatrici in amore (anche se poi arriviamo a conclusioni diverse), poi il legame con la propria terra, il fatto di voler eccellere nella sua professione”, spiega Marianna di Martino, che interpreta Agata Scalia, vicequestore rientrata in Sicilia da Milano di cui Valentino è innamorato fin dai tempi delle scuole.
“Sono due donne che possono avere respiro, i cui caratteri sono approfonditi grazie alla serialità e che hanno la loro personalità, che interagiscono con il loro partner e che mettono lo zampino”, ci racconta Anna Favella, che dà il volto a Ester, moglie di Salvo e sorella di Valentino.