Robert De Niro apre il Festival di Cannes 2025. Il programma del 13 maggio

Il Festival di Cannes inizia il 13 maggio con Robert De Niro in apertura: il programma della giornata di debutto

Foto di Martina Dessì

Martina Dessì

Lifestyle Specialist

Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 13 Maggio 2025 12:11

Inizia il Festival di Cannes. Le luci sul tappeto rosso, il brusio dei fotografi, lo scintillio dei volti noti e degli esordienti: tutto è pronto per la 78ª edizione della manifestazione. Un evento che ogni anno ridisegna la mappa del cinema contemporaneo, tra consensi, scoperte e dichiarazioni d’intenti. Oggi, 13 maggio, la macchina dei sogni si rimette in moto con un programma denso di significati e presenze memorabili.

Al centro della scena, una leggenda del cinema riceve il tributo che merita. Ma attorno a lui si muovono anche nuove voci  e uno sguardo sempre più attento all’attualità e alla pluralità. Accompagniamo insieme questa prima giornata di Cannes, dove ogni titolo è più di un film: è un frammento del nostro tempo.

Cannes 2025, apre Robert De Niro

Quando Robert De Niro entra in scena, il tempo sembra fermarsi. E oggi, 13 maggio, sulla Croisette di Cannes, si è apre il sipario della 78ª edizione del Festival di Cannes 2025 proprio con lui, leggenda vivente del cinema, icona inossidabile di sei decenni di grande schermo. A 81 anni, riceve la Palma d’oro alla carriera, e lo fa da protagonista, con la stessa presenza magnetica di Taxi Driver o Toro scatenato. Con oltre 120 film all’attivo e due Oscar, il suo percorso racconta molto più che cinema: racconta la storia della settima arte stessa.

La sua presenza inaugura non solo il Festival, ma un’idea di cinema che resiste e che si reinventa. De Niro è anche protagonista dell’ultimo progetto Netflix Zero Day e dell’intenso I due volti del crimine, dove interpreta due boss mafiosi in guerra. Un ritorno alle radici, ma che ha il sapore del debutto: quello delle grandi serie tv in streaming.

Il debutto di Amélie Bonnin

È con Partir un jour di Amélie Bonnin che si apre ufficialmente il concorso fuori gara: una scelta di grande significato, quasi a suggellare una nuova direzione per il Festival di Cannes 2025. Protagonista una donna, dietro e davanti la macchina da presa. Cécile, giovane chef sul punto di coronare il suo sogno, è costretta a tornare nella sua cittadina natale per assistere il padre malato e gestire la trattoria di famiglia. La trama, apparentemente semplice, si dipana con delicatezza attraverso i contrasti tra ambizione e radici.

Bonnin emoziona senza mai scivolare nel banale. Il suo esordio alla regia è già un piccolo caso. E Cannes, da sempre attenta alle voci emergenti, manda un segnale forte: il futuro del cinema passa, e passerà sempre di più, anche dallo sguardo femminile.

Sorelle, presidentesse e registe, Cannes nelle mani delle donne

La settima arte parla al femminile e il Festival di Cannes 2025 lo dimostra con fatti e volti. Su 21 film in gara per la Palma d’Oro, ben sette sono firmati da registe: una proporzione che non ha precedenti nella storia recente della manifestazione. E a guidare la giuria è Juliette Binoche, musa del cinema europeo, affiancata – tra gli altri – dall’italiana Alba Rohrwacher.

Un vento di cambiamento soffia deciso su Cannes, ma non è solo un gesto simbolico ma un’evoluzione strutturale. Le storie raccontate dalle donne quest’anno parlano di conflitti, desideri, traumi e rinascite. Non c’è retorica, solo la necessità di rappresentare il reale con nuovi occhi.

Ucraina sul grande schermo, il cinema come memoria viva

Oltre al glamour e alle première, il Festival di Cannes 2025 sceglie di non voltarsi dall’altra parte. Tre proiezioni in programma oggi riportano l’attenzione sul conflitto in Ucraina.

Spicca Zelenskyj di Yves Jeuland, Lisa Vapné e Ariane Chemin, che ritrae il Presidente ucraino nel suo percorso umano e artistico prima dell’ascesa politica. A seguire, Notre Guerre di Bernard-Henri Lévy e 2000 Meters to Andriivka di Mstyslav Chernov – già premiato per 20 giorni a Mariupol – che ci trasportano nei territori devastati dalla guerra, là dove il cinema diventa testimonianza e resistenza.