Evelina Sgarbi a Verissimo, lo sfogo sulla salute del padre: “L’ho visto magro, sporco e lobotomizzato”

Evelina Sgarbi è tornata a "Verissimo" dopo l’udienza in tribunale per chiedere un amministratore di sostegno al padre Vittorio. “L’ho visto male, non mi ha detto neanche ciao”

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Pubblicato: 2 Novembre 2025 18:28

C’è dolore e incredulità nelle parole di Evelina Sgarbi, la figlia minore di Vittorio Sgarbi, che da settimane porta avanti una battaglia complessa, familiare e giudiziaria, per chiedere che venga nominato un amministratore di sostegno al padre. Una richiesta che lei motiva con una frase che pesa come un macigno: “Papà non è più lucido, non è più lui”.

Dopo la prima udienza in tribunale e l’intervista a Verissimo, il caso si tinge di nuove tensioni. Evelina racconta la sua verità, e lo fa con voce ferma ma carica di emozione, mescolando paura, rabbia e il desiderio — sincero — di tutelare la salute del padre.

La richiesta in tribunale e la “cittadina di serie B”

Tutto parte dall’udienza tenutasi nei giorni scorsi, in cui si è discusso della richiesta di Evelina di nominare un amministratore di sostegno per Vittorio Sgarbi, sospettato — secondo la figlia — di non essere più in grado di prendere decisioni lucide sui propri interessi. L’udienza, presieduta dalla giudice Paola Scorza, si è però conclusa con una nuova svolta: attraverso il suo legale, Evelina ha chiesto la ricusazione della giudice stessa, denunciando un clima che, a suo dire, non sarebbe stato all’altezza della delicatezza del caso.

A rendere ancora più teso il momento, un episodio accaduto proprio in aula: Vittorio Sgarbi avrebbe donato alla giudice una copia del suo nuovo libro, firmandola con una battuta polemica: “Ecco la mia firma falsa”. La giudice, secondo Evelina, avrebbe accettato il gesto con leggerezza, chiedendo addirittura un autografo, episodio che la giovane definisce “surreale”. “Il mio legale ha sollevato formalmente un fatto serio — spiega —, quello della firma posta sul modulo privacy del Gemelli, con cui qualcuno mi ha impedito di avere notizie su mio padre. Secondo i tecnici da noi consultati, quella firma non sembra autografa. Meritava attenzione, non una pacca sulla spalla”.

A Verissimo, il dolore di una figlia: “Non è più lui”

Poche ore dopo l’udienza, Evelina è tornata ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, visibilmente provata. Ha raccontato nel dettaglio l’ultimo incontro con il padre, avvenuto proprio in tribunale: “L’ho visto male. Fa fatica a parlare, a volte articola una frase, ma con difficoltà. Magro, meno di come l’avevo visto in ospedale, ma comunque molto magro”. Poi aggiunge, quasi sottovoce: “Non mi ha detto neanche ciao. Non mi ha salutata. Lì ho capito che qualcosa non andava. Fosse stato un incubo sarebbe stato meglio”.

Evelina descrive il padre come “un’altra persona”, con “lo sguardo fisso, come lobotomizzato”, e sostiene che “chi gli sta intorno non è idoneo” a occuparsi di lui. Racconta di sentirsi esclusa, di non avere accesso alla casa, e di percepire che “lui è telecomandato, non libero di esprimersi”. Le parole si alternano tra dolore e incredulità: “Ho paura che non si renda conto di quello che sta succedendo. Non tornerà più come prima“.

La Toffanin, visibilmente colpita, la interrompe con tatto e le ricorda che si tratta di accuse molto forti, invitandola ad assumersi la responsabilità di ciò che dice. Evelina annuisce, ma non arretra: “Sì, me ne assumo la responsabilità. Ma è la verità di una figlia che vuole solo sapere come sta suo padre“.

Barbara, la mamma di Evelina: “Prima di tutto, capire come sta lui”

Accanto a lei, in studio, Barbara, la madre di Evelina — definita da anni la “signora di Torino” — che decide di parlare apertamente. La donna conferma la difficoltà dei rapporti con la famiglia di Vittorio Sgarbi, ricordando vecchi episodi di tensione e disprezzo. “Non sono mai stata ben voluta. La mamma di Vittorio mi ha aggredita verbalmente più volte. Mi chiamava la signora di Torino con un tono sprezzante”, racconta.

Poi torna sul presente, difendendo la figlia da chi la accusa di cercare visibilità: “È vile dire una cosa del genere. La vogliono scoraggiare, ma Evelina fa bene ad andare avanti per la sua causa. Prima di tutto bisogna capire come sta lui”. Un messaggio chiaro, che mette da parte ogni discorso patrimoniale: “Quale patrimonio, noi? Qui si parla della salute di una persona, non di soldi”.

Durante l’intervista, madre e figlia appaiono unite, persino simili nel modo di difendere la loro verità. Tra loro c’è una complicità tenera, fatta di sguardi e sospiri. Evelina si appoggia a lei, come se da sola non bastasse più a reggere il peso della situazione.

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