Cosa sono i momenti più belli e importanti della vita senza qualcuno al proprio fianco con cui condividerli? Sembra averlo compreso alla perfezione Elisa, che per il suo debutto solista a San Siro, mercoledì 18 giugno, ha voluto organizzare una vera e propria festa con i colleghi, e amici, più amati. Lo stadio di Milano è stato percorso da brividi di gioia e emozione a ogni duetto e a ogni nota della cantante triestina.
Se l’arrivo sul palco di Jovanotti ha sorpreso ed estasiato, quello di Giorgia è stato un vero trionfo per un’esibizione di talento e supporto tra artiste senza pari e con un gesto politico che ci ha ricordato che la musica è poca cosa se non è in grado di trascendere i confini di stadi e palazzetti e evitando senza esitazione l’auto-celebrazione.
La prima volta a San Siro di Elisa fa la storia
Per Elisa Toffoli, 47enne, è stata una di quelle “prime volte” che non si dimenticano facilmente. 3 ore di concerto e 32 canzoni in scaletta: dalle note iniziali fino alle ultime ha mostrato, con la timidezza e la riservatezza che ci ha insegnato ad amare, emozione e responsabilità verso una carriera, la sua, mai facile, in cui si è aperta breccia piano piano nei cuori dei suoi fan. Lo ha fatto a modo suo, davanti a 54mila spettatori, non era la prima volta nello stadio più ambito d’Italia, lo aveva già calcato, come ospite, durante il concerto dei Coldplay del 2023 sulle note di Eppure sentire (un senso di te).
Ha voluto strafare, la cantante, proponendo un concerto a basso impatto ambientale. Una scelta che l’ha portata a utilizzare scenografie realizzate con materiali riciclabili e energia pulita. Non si è quindi smentita o trasformata quella ragazza che fin da quando aveva 11 anni ha amato profondamente la musica e il suo pubblico, rimarcando i temi che da sempre ha cercato da comunicare nei suoi concerti. Un occhio il suo, che va oltre il sold out al Meazza, sempre proiettato verso il fuori, verso un’attualità che non può non entrare prepotentemente nella sua musica. La scritta Free Gaza appare sul maxischermo dietro al palco dopo il duetto sulle note di Together con Giorgia.
Il duetto indimenticabile con Giorgia
Proprio il duetto con la cantante che a Sanremo 2025 ha commosso (e si è commossa) con La cura per me ha rappresentato uno dei momenti più alti della serata del 18 giugno a San Siro. Insieme sono potenti, tecnicamente ineccepibili ed emozionanti. Sulle note del successo sanremese mixato con Di sole d’azzurro hanno conquistato il pubblico, rendendo omaggio con stile e grinta a un’alleanza femminile d’amicizia e comunione con la musica.
È stato forse il momento in cui Elisa si è dimostrata più sciolta in tutta la sua emozione, come se a fianco dell’artista romana si fosse sentita più forte e libera.
Tutti gli artisti a San Siro per Elisa
Ad aprire la carrellata di graditi ospiti è stato Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negroamaro, con cui Elisa ha cantato Basta così e Ti vorrei sollevare. Poi Dardust ha fatto ballare il pubblico preparando la strada all’arrivo di Jovanotti, accolto da un assordante boato. Il pubblico lo ha amato e lui sa sempre come portare e trasmettere entusiasmo, ma qualche problema tecnico e forse la serata sbagliata per la sua voce non hanno reso merito all’incontro tra artisti. Ma il Jova è sempre il Jova e con lui ci si diverte sempre. Insieme a lui sul palco anche Cesare Cremonini, reduce anche lui da un concerto nello stadio. Dopo Giorgia, quasi a fine scaletta, ha fatto poi il suo ingresso in scena Ligabue, proprio sulle note de Gli ostacoli del cuore. Con lui anche il momento forse più emozionante della serata: il duetto sulle note di A modo tuo, che il cantante aveva scritto per Elisa alla nascita della figlia Linda.
A chiudere il concerto Qualcosa che non c’è, accolta tra tanti applausi e commozione. La fatica e il sudore che hanno mosso la cantante in tutti gli anni della sua carriera si sono sentiti, forti e chiari. Difficile, guardandosi attorno, non notare occhi lucidi o non sentire voci strozzate da una commozione sincera per un’artista in grado di muovere gli animi, sempre.