Antonio Scurati torna in tv: “Screditato dal capo del governo, non è normale”

Lo scrittore è stato ospite a Che tempo che fa dopo la polemica per la sua mancata partecipazione a Che sarà di Serena Bortone

Foto di Antonella Latilla

Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

Pubblicato: 28 Aprile 2024 22:47

Antonio Scurati è tornato in televisione dopo il caso legato al monologo depennato dal programma Che sarà di Serena Bortone in onda su Raitre. Lo scrittore è stato ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio, dove non ha esitato ad attaccare il governo di Giorgia Meloni. Scurati ha rivelato retroscena sulla sua partecipazione mancata, spiegando di essere stato trascinato in una polemica volgare e bassa, “in una lotta nel fango”.

Antonio Scurati a Che tempo che fa dopo il monologo cancellato

“Mi dispiace di essere trascinato in una polemica così volgare e così bassa, trascinato in una lotta nel fango. Spero di continuare a essere uno studioso, un professore, uno scrittore, un padre di famiglia”, ha detto Antonio Scurati a Che tempo che fa, dove è stato accolto con un lungo applauso dopo la querelle del monologo.

Pensavo che la Rai fosse la televisione di tutti, persino mia, in prossimità del 25 aprile sono stato chiamato in quanto autore di cinque libri che trattano il fascismo, mi sono sentito in dovere di ricordare l’anniversario e di scrivere un testo nel quale affermavo magari con forza le mie idee e muovevo le mie critiche, anche questo mi sembra un compito di uno scrittore. Sono stato trascinato per i capelli nel fango”.

“Mi hanno mandato i moduli, io li ho firmati, li ho rimandati, mi hanno mandato i biglietti del treno, i voucher, quando è arrivata la telefonata della conduttrice del programma, la sua voce era affranta, e mi ha detto la sua partecipazione è stata cancellata. La cosa più grave è che a un certo punto della giornata mi comunicano che il capo del governo ha scritto un post in cui usa delle espressioni molto denigratorie, cercando di screditarmi, di farmi passare per un avido”.

Sempre su Giorgia Meloni ha aggiunto: “Non so se gli italiani si rendono conto che in una democrazia questa è una cosa che non dovrebbe accadere, che un capo di governo attacchi un privato cittadino che poi è anche uno scrittore“. E si è scagliato contro Ignazio La Russa, Presidente del Senato, che ha detto che Scurati ha fatto “già troppi soldi parlando di Mussolini”.

“Questa accusa del denaro è davvero zozza. È come dire ad un medico che fa i soldi con la malattia delle persone. Io francamente non faccio i soldi con Mussolini. – ha fatto notare Scurati – Scrivere libri in Italia non ti arricchisce poi così tanto. Fai soldi col tuo lavoro, con il tuo studio, anche con il tuo talento. Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con Mussolini”.

“La seconda carica dello stato è lo Stato, non può buttarsi contro un singolo individuo. Immaginate Mattarella che si sveglia e dice “Fazio è un conduttore pessimo”, ha evidenziato Scutari. Il conduttore di Che tempo che fa ha replicato scherzando, ricordando le polemiche sul suo cachet in Rai che lo hanno accompagnato per anni: “Lui è l’unico che non lo ha detto”.

Da tutta questa vicenda Scurati ha imparato che “se vuoi viver tranquillo in questo momento in questo paese non devi criticare il governo, credevo di sapere avendo studiato e raccontato gli anni bui del fascismo, ho capito un pochino sulla mia pelle che la democrazia è sempre lotta per la democrazia e ci viviamo oggi grazie alla lotta dei nostri nonni e delle nostre nonne”.

Fabio Fazio ha invitato il suo ospite a venire più spesso a Che tempo che fa precisando che “ti paghiamo il biglietto e prometto un contratto di una sola pagina”. Invito prontamente accolto da Antonio Scurati che ha rammentato che “la democrazia non è un albero ad alto fusto ma è come la vite, la devi curare ogni giorno e solo alla fine ti da il magnifico vino della democrazia”.