Perché non ho più voglia di fare l’amore? Le possibili cause secondo la psicoterapeuta

Le cause del calo della libido sono diverse e soggettive per ogni individuo; tuttavia alcune sono molto comuni, soprattutto per lo stile di vita che adottiamo in questo periodo storico. Scopriamo insieme alla dottoressa Daniela Botta come prendersi cura del proprio benessere sessuale

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Giulia Farsetti

Giornalista e Sex Editor

Giornalista e Social Media Manager, da sempre ama scrivere, creare contenuti e raccontare storie. Da anni studia e scrive di benessere e sessualità. Gestisce diversi profili social e, da brava Vergine, adora organizzare tutto alla perfezione… Con immancabili evidenziatori colorati!

Il calo del desiderio sessuale è un problema diffuso che colpisce giovani e adulti: tendenzialmente, non aver voglia di fare l’amore è un momento passeggero, causato da varie criticità che ogni persona affronta nel quotidiano.
Le cause possono essere varie e ognuna è soggettiva: cambia in base al vissuto, all’esperienza fisica, psicologica e relazionale di ognuno in un determinato momento, tuttavia è sempre consigliato non trascurare troppo questo malessere, intraprendendo un percorso con una sessuologa o psicologa per capirne il motivo scatenante.

Stress

«Nel corso della vita, molte donne possono sperimentare fluttuazioni nel loro desiderio sessuale, per cause psicologiche tra cui lo stress, l’accettazione di sé e l’ansia da prestazione» spiega la dottoressa Daniela Botta, Psicoterapeuta, sessuologa clinica, ECPS. Istituto di Sessuologia Clinica di Roma.

«Affrontare lo stress è una sfida che riguarda tutte le donne, che come sappiamo sono sottoposte socialmente a un sovraccarico e a una forte pressione sociale su più fronti. In questo contesto, per il nostro benessere e la nostra salute che comprende anche quella sessuale, è fondamentale lavorare sulla consapevolezza fisica e psicologica che permette di rimanere centrate sulla propria scala di priorità. Quando i nostri sistemi di allarme dovuti allo stress sono attivi non c’è molto spazio per il piacere».

Tra le motivazioni che causano stress nella vita quotidiana ci possono essere anche problemi lavorativi, familiari, impegni fuori dall’ordinario: tutti questi fattori possono influire sul desiderio sessuale, diminuendo la voglia di fare l’amore.

Accettazione del sé

Piacersi è importantissimo: non solo aumenta l’autostima, ma ci rende più sicure e spigliate nella quotidianità. Accettare il proprio fisico aiuta anche a livello sessuale, incanalando una carica erotica alimentata dal piacersi. Come spiega la dottoressa Botta: «se una donna non si piace e non si sente attraente, ha una marcata diminuzione del desiderio sessuale. In questi casi ritrovare la fiducia in se stesse è possibile attraverso un processo di esplorazione personale, autoaccettazione e sviluppo di una sana relazione con la sessualità».

Ansia da prestazione

«Spesso trascurato nella sessualità femminile, si pensa che l’ansia da prestazione sia prevalentemente maschile. Invece è sempre più un elemento presente anche nella sessualità femminile. Fino a poco tempo fa la sessualità femminile era legata alla procreazione e non al piacere, oggi per fortuna non è più così, ma questo porta talvolta a confrontarsi con miti e standard irrealistici di sessualità. L’esplorazione della sessualità attraverso la masturbazione e l’autoesplorazione può essere un modo potente per riscoprire il piacere e la fiducia in se stesse.

Conoscere il proprio corpo e i propri desideri può fornire una base solida per una sessualità soddisfacente e appagante. La strada da percorrere è quella di ritrovare il piacere per se stesse e non per dimostrare qualcosa a qualcuno», spiega la dottoressa Botta. Per questo, se il problema del calo della libido persiste, viene consigliato di lavorare con un terapeuta per affrontare problemi più profondi, ritrovare la fiducia in se stesse e, quindi, migliorare il benessere sessuale.

Problematiche ormonali

Tra le motivazioni di un calo della libido c’è da ricordare gli squilibri ormonali: una diminuzione della produzione di testosterone o degli ormoni tiroidei oppure un aumento della produzione di prolattina. Questi aspetti possono inficiare negativamente sulla voglia di intimità con il partner o diminuire la voglia di momenti di autoerotismo.

Depressione e disturbi d’ansia

Anche l’ansia e la depressione possono portare ad avere un calo del desiderio, spostando il focus della propria vita verso altri fattori: in questi casi è consigliabile recarsi da uno specialista per approfondire le cause di ansia e depressione che provocano, tra gli altri, anche problemi nella sfera intima e relazionale.

Effetto dei farmaci

L’abuso di alcol e droga, ma anche di farmaci antipertensivi, neurolettici, antiepilettici e alcuni antidepressivi possono influire negativamente sulla libido e il desiderio sessuale. Anche alcuni contraccettivi ormonali possono avere come effetto collaterale un minor desiderio sessuale: in questo caso si consiglia di affrontare l’argomento con il medico per individuare soluzioni alternative o farmaci diversi per ovviare a questo problema.

Vulvodinia

La dottoressa Botta spiega il motivo per cui il dolore cronico e, in particolare il dolore genito-pelvico, hanno un effetto inibente il desiderio sessuale. «Nel caso della vulvodinia, ad esempio, a causa dell’associazione tra l’attività sessuale e il dolore si può creare un evitamento anche di tutti gli stimoli mentali che attivando il desiderio. Gli stimoli sessuali in questo caso, infatti, non evocano l’anticipazione di un’esperienza di piacere ma di dolore intenso».

Anche l’endometriosi può essere associata a un disagio nella sfera intima e sessuale, con un calo del desiderio sessuale a causa del dolore che si prova durante il rapporto sessuale. La stessa influenza negativa si avverte anche per chi soffre di fibromialgia: i dolori muscolo scheletrici diffusi provocano dispareunia, una perdita del desiderio sessuale e una conseguente insoddisfazione fisica e relazionale con il partner.

La relazione e l’intimità di coppia

A causa di vari fattori, come il lavoro o lo stress e, successivamente, l’arrivo dei figli, spesso l’intimità di coppia viene trascurata, pensando che sia un aspetto meno importante nella vita quotidiana: «il desiderio sessuale richiede cura costante e attenzione, come una piantina che necessita di irrigazione e fertilizzazione regolari. L’intimità tra i partner è un elemento cruciale nella vita di coppia e dedicare tempo ed energia per mantenerla può portare a relazioni più soddisfacenti e appaganti», spiega la dottoressa Botta.

«La mancanza di comunicazione aperta può causare una distanza emotiva che si riflette nella sfera sessuale. Se il calo del desiderio sessuale persiste nonostante gli sforzi, è consigliabile cercare il sostegno di un terapeuta di coppia, sessuologo, che aiuti ad esplorare le dinamiche sottostanti nella relazione e fornisca strumenti pratici per affrontare il problema. La terapia sessuale può rappresentare un luogo sicuro dove esplorare la sessualità senza paura di essere giudicati. Può anche aiutare a individuare eventuali traumi o questioni irrisolte che potrebbero influenzare il desiderio sessuale o richiedere ulteriori approfondimenti medici. È importante non attendere che il problema si aggravi, rischiando di danneggiare ulteriormente la relazione».

Come affrontare il calo del desiderio sessuale

Accettare il problema facendo autoanalisi e domandandosi i motivi che potrebbero portare a un calo del desiderio è il primo punto per risolvere la situazione. Dopodiché è importante parlarne con il partner, indipendentemente se il calo della libido è causato dalla relazione o da problemi individuali: non aver voglia di fare l’amore inevitabilmente si ripercuoterà sulla coppia e parlarne aiuterà ad affrontare la questione.

«In presenza di un persistente o ricorrente deficit (o assenza) di desiderio sessuale o fantasia sessuale, che provoca disagio significativo o difficoltà interpersonali che perdura da più di 6 mesi è importante rivolgersi ad uno specialista che abbia una approccio biopsicosociale alla sessualità  per individuare i fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento del problema», conclude la Dottoressa Botta.