Il corpo è bellezza e anche la sessualità può essere rivisitata in chiave artistica. Specialmente quando l’arte si fa portatrice di messaggi di rispetto, inclusività, accettazione di ogni sfumatura e diversità. La cultura della sessualità e dell’eros, potremmo chiamarla. Esistono dei luoghi che celebrano questa bellezza, l’estetica e una cultura e tradizione ben lontana dalla pornografia. Sono i musei legati all’eros, le opere d’arte che glorificano i corpi e l’erotismo in ogni sfumatura (rispettosa e intensamente, intimamente bella).
Proviamo a fare un viaggio insieme, pronte?
Indice
Museo del pene in Islanda
Ebbene si, esiste. Si chiama Icelandic Phallological Museum (Museo Fallologico) e si trova a Reykjavík, in Islanda. È un museo apprezzatissimo, che espone il pene di oltre 93 specie di animali presenti in Islanda, per un totale di 280 esemplari in tutto. Il museo è nato nel 1997 dal lungo lavoro del suo fondatore, il professor Sigurður Hjartarson, che ha cercato e raccolto i membri degli animali per tutto il paese, grazie all’aiuto di cacciatori professionisti. Una volta in pensione, la sua collezione ha trovato sede per un’esposizione pubblica.
Tantissimi i pezzi “unici” da vedere: un pezzo del pene di balenottera azzurra è lungo 170 cm e pesa 70 kg. C’è anche il più piccolo, quello di un criceto, lungo 2 mm e da osservare con lente di ingrandimento. Che piaccia o no, dai peni degli animali sono stati realizzati anche oggetti di artigianato, come bastoni e lampade; oltre ad una sezione fantasy (non visitabile perché magica e invisibile agli occhi umani), coi genitali di elfi e troll.
Ma visto che l’obiettivo del museo era anche quello di favorire lo studio dell’anatomia intima maschile, non manca lo spazio che raccoglie i peni umani, ricevuti dalla donazione volontaria di quattro persone di origine diversa. Non in carne e ossa, ma in calco in argento, troviamo in esposizione anche i peni dei giocatori della squadra nazionale di pallamano.
The Great wall of Vagina
“I genitali femminili sono stati a lungo fonte di fascino ma anche di confusione”, c’è scritto sul sito web che presenta le opere dello scultore Jamie McCartney, autore dell’opera “The Great wall of Vagina”, realizzata nel 2006. Una scultura murale lunga 8 metri, composta da quattrocento calchi in gesso di vulve, tutti unici, disposti in dieci grandi pannelli. Ci sono vagine diverse, diversissime, una vicina all’altra, da guardare nell’insieme senza concentrarsi sulla singola impronta. È un’opera corale, per nulla sexy, ma piuttosto inclusiva, con i calchi tutti bianchi per rendere queste vagine tutte simili, senza colore.
Le volontarie che si sono prestate per il calco hanno una fascia di età che va dai 18 ai 76 anni. “Ci sono madri e figlie, gemelle identiche, uomini e donne trans, e molte altre. Le vulve sono diverse come i volti e molte persone, in particolare le donne, non se ne rendono conto”. La Triennale di Milano nel 2012/2013 è stata la prima esposizione a ospitare l’opera, che oggi si trova al Wilzig Museum di Miami (fino al dicembre 2025); mentre una copia fotografica è al Mu-sex di Lisbona fino alla Giornata internazionale della donna.
Museo della vagina a Londra
Un museo nato, e in fase di nuova apertura, per celebrare “qualunque persona con una vagina”, qualsiasi sia l’identità, l’orientamento e il sentire. Il Vagina museum di Londra pare essere stato il primo esclusivamente dedicato a vagine, vulve, e anatomia ginecologica, voluto dalla studiosa Florence Schechter per rispondere a quello islandese del pene e reso possibile grazie al denaro raccolto con un crowdfunding. Aveva aperto vicino al Camden Market, ma riapre a marzo dopo la chiusura causa Covid, in una nuova sede, grande il doppio, al Bethnal Green.
L’idea rimane sempre quella di creare cultura intorno all’anatomia e alla sessualità femminile, conoscenza e consapevolezza. Perché sulla vagina ne sappiamo ancora troppo poco, uomini e donne. Lo dicono bene i principi che ispirano il museo: “Cancellare lo stigma attorno al corpo e l’anatomia ginecologica“; “Diffondere la conoscenza e aumentare la consapevolezza dell’anatomia e della salute ginecologiche”; “Dare fiducia alle persone per parlare di problemi che circondano l’anatomia ginecologica”; ma anche “Sfidare i comportamenti eteronormativi e cisnormativi”.
I nuovi spazi ospiteranno workshop, dibattiti, letture e giochi, con una sensibilità fortemente inclusiva, che lascia spazio alla comunità Lgbtq+, ai diritti delle donne e delle persone trans e intersex. Attenzione e sensibilizzazione anche verso il ciclo mestruale, motivo di imbarazzo e vergogna ancora in troppi paesi nel mondo. Il tutto trattato con naturalezza e senza tabù.
Venustempel Sexmuseum, lo storico museo di Amsterdam
Ad Amsterdam c’è il più antico museo del sesso, inaugurato nel 1985 per raccogliere più di 4mila anni di storia del sesso. Il Tempio di Venere, così viene anche chiamato il museo, espone una collezione unica di reperti, manufatti, statue, dipinti, fotografie e oggettistica su eros e dintorni. A pochi passi da piazza Dam, la collezione è stata ampliata e aggiornata nel tempo, ma è fortissimo il richiamo alla storia, alle usanze e abitudini passionali e carnali. Ci sono oggetti del Medioevo, vittoriano, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Museum of Sex di New York
Il Museum of Sex di New York è aperto dal 2002, ma solo per visitatori e visitatrici con più di 18 anni. Ospita installazioni virtuali e una quantità incredibile di oggetti, costumi, opere d’arte e tecnologie su sesso e eros. L’obiettivo non è quello di provocare, ma educativo e di conservazione, per essere testimonianza della storia della sessualità e la sua evoluzione. All’interno del museo sono esposte mostre e appuntamenti di taglio artistico e scientifico. Ci sono la storia del preservativo, le origini della pornografia e le usanze legate all’uso dei sex toys: oltre 2mila metri quadrati di curiosità, arte e cultura.
A Praga il Sex Machines Museum
Provocazione e stupore sono invece le parole d’ordine del Sex Machines Museum di Praga, che nasce nel 2001 nel cuore di Praga principalmente per raccogliere macchine e attrezzi per il piacere. Ci sono oggetti brevettati e realizzati, progetti e disegni di toys che non hanno mai preso vita e un percorso espositivo che racconta come l’uomo (e la donna) nella storia si siano sempre ingegnati per godere. Tre piani e 600 metri quadrati pieni zeppi di materiale erotico con oggetti, oltre 350, davvero curiosi e incomprensibili al primo, ingenuo, sguardo: ci sono dispositivi elettrici anti-masturbazione, cinture di castità, vibratori di ogni genere e forma fino agli accessori più comuni e moderni. All’interno del museo è allestita una piccola sala cinematografica per la proiezioni di antichi film erotici in bianco e nero.
Napoli alla Città della scienza si presenta il corpo umano
Si chiama “Corporea” ed è il primo museo interattivo in Europa interamente dedicato al tema della salute, delle scienze e tecnologie biomedicali e della prevenzione, basato sulla sperimentazione diretta, quindi ideale per adulti, ragazzi e anche bambini.
L’esposizione e la conoscenza si sviluppano grazie a video immersivi, esperienze di realtà virtuale, games, multimedia, laboratori e attività coinvolgenti davvero per tutte le età. Un percorso di visita (disponibile in italiano, inglese e cinese) che si snoda attraverso 14 isole tematiche dedicate ai diversi sistemi del corpo. Tra le varie isole sono allestite aree di sosta dedicate al riposo, al dialogo, al gioco e alla riflessione, e open lab, dove esperti, ricercatori universitari e centri di ricerca presenteranno al pubblico esperimenti scientifici sul nostro organismo.
5 mila metri quadri dedicati alla conoscenza del corpo umano, con una sezione interamente dedicata a “La macchina dell’amore”, con l’obiettivo di illustrare al pubblico come funziona l’apparato riproduttivo della donna e dell’uomo, senza trascurare riferimenti all’educazione all’affettività. Anche sui temi legati alla sessualità, sono previsti incontri con esperti, piccole mostre temporanee, laboratori interattivi. Tra gli exhibit permanenti: una mappa interattiva e multimediale dell’apparato riproduttivo umano; i peni di alcuni animali, per evidenziare la biodiversità ma anche alcune curiosità del mondo animale; lo sviluppo dei genitali nelle varie fasi della vita; e diverse sezioni dedicate alla fecondazione, alla gravidanza e alla genetica.
Manga e fumetto erotico a Comics, Torino
Una grande novità per il pubblico maggiorenne della XXVII edizione di Torino Comics (14 – 16 aprile a Lingotto Fiere di Torino), che apre la Zona rossa, un’area dedicata ai fumetti erotici, all’informazione e alla sensibilizzazione sui temi della sessualità. Due le grandi mostre dedicate al fumetto: “I maestri dell’eros italiano“, a cura di Torino Comics, raccoglie 10 tavole di alcuni dei più grandi fumettisti italiani che si sono cimentati nel genere; “I maestri dell’eros giapponese” è una mostra di 10 tavole di mangaka giapponesi a tema erotico, allestita in collaborazione con Magic Press. Ancora, Sensuability porta in fiera una mostra con opere dedicate all’idea di disabilità e sessualità sviluppata attraverso i linguaggi del fumetto, del cinema e della pittura, e proietta un cortometraggio che affronta questi temi con ironia cinematografica. Proprio in fiera Alessandro Sidoti e Rossana Berretta presentano il nuovo volume di “Dimoon Erotica”. Main partner della Zona Rossa è Mysecretcase, che durante la tre giorni presenta il suo manuale illustrato e fotografico sull’educazione sessuale e dedica al pubblico giovane incontri con la sessuologa, meet&greet, e altre attività di informazione e sensibilizzazione con gli strumenti e i linguaggi smart tipici della community. E per i sognatori? All’interno dell’area è allestito il box “Your secret” dove il pubblico può lasciare bigliettini con scritti i desideri più segreti e hot; ogni giorno verranno estratti alcuni biglietti che saranno rappresentati graficamente dai fumettisti ospiti in fiera ed esposti nel “Wall of dreams”.