Urotac: a cosa serve e quando farla

L'urotac, o urotacografia computerizzata, è un esame diagnostico che utilizza la tomografia computerizzata per ottenere immagini dettagliate delle vie urinarie, dai reni alla vescica, tipicamente con l'uso di un mezzo di contrasto

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 26 Aprile 2024 14:29

In presenza di sintomi che fanno sospettare un problema alle vie urinarie, il medico in genere prescrive degli accertamenti per indagare meglio la situazione. Fra questi, ci può essere anche l’urotac (che si può scrivere in diversi modi come uroTAC, uro-TACuroTac e uro-Tac), una tecnica diagnostica che consente di visualizzare proprio gli organi dell’apparato urinario e di scoprire se ci sono delle anomalie. In pratica, si tratta di una tac all’addome, che in genere viene effettuata con mezzo di contrasto, mirata all’analisi di reni, vescica, ureteri e uretra (nell’uomo anche la prostata). 

L’urotac permette di fare un’analisi sia funzionale sia morfologica delle vie urinarie, quindi di scoprire sia alterazioni che riguardano la struttura/anatomia sia alterazioni che riguardano la funzionalità degli organi dell’apparato urinario. Inoltre, visualizza anche lo stato dei vasi sanguigni. È sempre più usata per esplorare il tratto urinario e non di rado sostituisce l’urografia endovenosa.

Questo esame si basa sull’utilizzo dei raggi X: non bisogna preoccuparsi, perché la quantità di radiazioni utilizzata in diagnostica è estremamente bassa. Queste radiazioni sono impiegate per “dividere” in assi un’area del corpo e, dunque, ottenere immagini a sezione trasversale. 

A cosa serve l’urotac

L’urotac è un’indagine di approfondimento, che può essere richiesta in presenza di sintomi come sangue nelle urine, dolori in corrispondenza dei reni, esami alterati del sangue, dolore ai fianchi, dolore alla zona lombare, aumento anormale del volume del bacino

L’urotac potrebbe aiutare a diagnosticare e/o a seguire l’evoluzione nel tempo di malattie come:

  • calcoli renali,
  • calcoli vescicali,
  • infezioni alle vie urinarie (In casi di infezioni del tratto urinario ricorrenti o gravi, l’uro-TAC può essere prescritto per identificare eventuali anomalie anatomiche o ostruzioni che potrebbero essere predisponenti alle infezioni)
  • cisti agli organi dell’apparato urinario,
  • malformazioni anatomiche di reni, ureteri o vescica,
  • tumori di uno degli organi dell’apparato urinario.

L’esame può essere richiesto anche in caso di trauma, shock, incidente. In generale, l’uro-TAC viene considerato quando altri esami di imaging, come l’ecografia o l’urografia endovenosa, non forniscono informazioni sufficienti o quando è necessaria un’immagine dettagliata del tratto urinario.

Urotac con contrasto

L’uro tac, in genere, è eseguita con il contrasto. Tuttavia, può essere eseguita anche senza. Nel primo caso, si inietta nella vena del braccio del paziente una soluzione apposita, solitamente a base di iodio, che favorisce la visualizzazione di alcuni dettagli, come arterie, vene, linfonodi, parenchimi. Nel secondo, invece, si esegue semplicemente la tac. 

La tac combina l’uso dei tradizionali raggi X con la tecnologia del computer. In pratica, il lettino su cui è sdraiata la persona viene fatto scorrere all’interno di un’apposita apparecchiatura, mentre un tubo, fonte dei raggi X, ruota attorno alla parte da esaminare e raccoglie, attraverso un particolare sistema elettronico di registrazione, centinaia di immagini che vengono elaborate da un computer e ricostruite in immagini tridimensionali.

È simile all’urografia, ma non uguale. 

Come si esegue l’urotac

Questa procedura viene eseguita nel reparto di radiologia di un ospedale o in un centro di radiologia. 

L’esecuzione è molto semplice per il paziente, che non deve fare altro che spogliarsi, togliendo anche accessori e gioielli, sdraiarsi sul lettino scorrevole della tac (il lettino viene fatto scorrere attraverso il Granty, una grande struttura ad anello orizzontale) e rimanere immobile

In genere, l’esame si divide in tre parti:

  1. per prima cosa si scattano istantanee senza iniettare il mezzo di contrasto;
  2. nella seconda fase, si somministra un farmaco diuretico, che aumenta l’escrezione di urina da parte dei reni (iperdiuresi) e si acquisiscono nuove immagini;
  3. infine, si inietta il mezzo di contrasto e si fanno nuove scansioni.

Il tutto è molto veloce: l’esame dura complessivamente 10-15 minuti

Cosa vede l’urotac

Come già scritto, l’urotac serve per analizzare nel dettaglio gli organi che compongono l’apparato urinario. A partire dai reni, gli organi principali del sistema urinario, che svolgono diversi compiti essenziali per l’organismo. Per questo quando non funzionano correttamente, la persona corre grandi rischi. Si tratta di due organi, a forma di fagiolo, grandi poco più di un pugno e lunghi circa 12 centimetri, che si trovano nella parte posteriore dell’addome, ai lati della colonna vertebrale, in uno spazio denominato loggia renale. La funzione principale dei reni è quella di filtrare, il più selettivamente possibile, le componenti del sangue da rimuovere con le urine. Inoltre, questi organi:

  • contribuiscono a mantenere il bilancio idro-elettrolitico e l’equilibrio di acqua; 
  • sintetizzano alcuni ormoni come l’eritropoietina, la renina e le prostaglandine; 
  • producono la forma attiva della vitamina D; 
  • aiutano a regolare la pressione arteriosa
  • permettono ad alcuni ormoni di svolgere la loro funzione, come il paratormone. 

Gli altri organi visualizzati

Oltre ai reni, l’esame consente di valutare anatomia e funzione di:

  • pelvi o bacinetto renale: è una struttura cava, a forma di imbuto, a diretto contatto coi reni. Raccoglie l’urina prodotta nel rene e la convoglia negli ureteri;
  • ureteri: si tratta di due condotti lunghi circa 25-30 cm, posizionati ai lati della colonna vertebrale. Collegano la pelvi renali con la vescica. Internamente presentano una parete mucosa, rivestita da uno strato muscolare intermedio, che si contrae provocando l’espulsione dell’urina,
  • vescica: è un organo cavo a forma di triangolo che si trova fra gli ureteri e l’uretra (vedi successivamente). Raccoglie le urine prima della minzione. Il punto in cui la vescica si congiunge con l’uretra è chiamato collo vescicale: qui la muscolatura forma uno sfintere che si distende per espellere l’urina e si contrae per impedirne la fuoriuscita involontaria;
  • uretra: è un condotto che collega la vescica con l’esterno dell’organismo. Costituisce l’ultima parte delle vie urinarie e consente all’urina di passare all’esterno del corpo. Sfocia nel meato uretrale, un piccolo forellino. È formata da fibre muscolari lisce che si contraggono in maniera involontaria e da fibre muscolari striate a contrazione volontaria a livello dello sfintere. 

Negli uomini, la vescica ha rapporti con la prostata, le vescichette seminali e il retto, mentre nella donna con l’utero e la vagina.

Preparazione all’urotac

L’urotac richiede una precisa preparazione. Innanzitutto, è importante presentarsi all’appuntamento a digiuno da almeno sei ore: il mezzo di contrasto, infatti, potrebbe dare dei problemi se la persona ha mangiato. Se si sta seguendo una cura, in genere, è possibile assumere i farmaci con acqua, ma è importante prima parlarne con il medico perché per alcune molecole potrebbe essere necessaria l’interruzione, anche nei giorni precedenti. Se si soffre di malattie, in particolare di diabete e insufficienza renale ma anche di altre patologie, e se si soffre di un’allergia ai farmaci o al mezzo di contrasto, è importante informare il personale e il medico. 

Nelle ore che precedono l’esame, bere in abbondanza (almeno 1 litro d’acqua), in modo tale che la vescica sia piena al momento della procedura.

Nei giorni precedenti, bisogna sottoporsi alle analisi del sangue per la misurazione del livello nel sangue di creatinina: se il livello è inadeguato, infatti, non si può iniettare il mezzo di contrasto. I risultati vanno portati con sé all’appuntamento. Portare anche eventuali esami radiologici precedenti. 

L’interpretazione delle immagini della uroTAC spetta a un medico radiologo.

Rischi dell’urotac

I due pericoli principali legati a questo esame sono l’esposizione ai raggi X e l’uso del mezzo di contrasto. Occorre tenere presente, però, che la quantità di radiazioni impiegata è bassissima, per cui non bisogna preoccuparsi eccessivamente. Per quanto riguarda il mezzo di contrasto, potrebbe dare problemi a chi soffre di allergie: in tutti gli altri casi, si può avvertire una sensazione di calore. Si tratta, però, di una reazione normale, che non deve mettere in allarme. L’urotac deve essere effettuata con cautela anche in pazienti con insufficienza renale.

L’urotac di solito è ben tollerata. Tuttavia, alcuni pazienti potrebbero essere soggetti a un po’ di ansia e, per questo, non vivere bene il momento dell’esame. Potrebbero anche muoversi e questo è un problema perché se non si rimane immobili le immagini potrebbero non essere accurate e l’esame potrebbe non risultare attendibile.

Fonti bibliografiche: