Tumore al seno, l’importanza della chirurgia plastica dopo un intervento

La ricostruzione del seno non è derogabile ed è parte integrante del trattamento oncologico nelle donne colpite da tumore

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 20 Ottobre 2020 15:39

BRA Day. È una ricorrenza importante per le donne, quella che si celebra il 21 ottobre in tutto il mondo. È la giornata internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria, in programma in più di dieci Paesi negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Europa. Esistono infatti tecniche sempre più precise ed efficaci di chirurgia plastica che possono aiutare, sul fronte fisico ma soprattutto psicologico, le donne che affrontano la malattia.

Aumentare la conoscenza

L’obiettivo della giornata è sottolineare che la ricostruzione del proprio seno significa per la donna il recupero della propria identità femminile ed è quindi parte integrante del trattamento oncologico. Gli studi più recenti rivelano infatti che poco più del 20 per cento delle donne conosce tutti i trattamenti disponibili per la ricostruzione del seno, e meno del 20 per cento è consapevole del fatto che la tempestività del trattamento del cancro al seno con la relativa ricostruzione ha un grande impatto sui risultati estetici, oltre che sulla prognosi della malattia.

“In epoca Covid-19 il messaggio del BRA Day deve giungere alle donne in modo ancora più forte e chiaro – sottolinea Mario Rietjens, Direttore della Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). Purtroppo la paura del contagio, le ha tenute lontano dagli ospedali durante la prima ondata del virus e alcune erano anche intimorite dall’effettuare un trattamento ricostruttivo, come se fosse un intervento “in più”. Ma bisogna sottolineare che la ricostruzione è un diritto delle pazienti riconosciuto dal sistema sanitario nazionale, non è derogabile ed è parte integrante del percorso di cura e di guarigione, raccomandata da tutti gli organismi scientifici internazionali. Infatti durante il lockdown la nostra divisione ha interrotto solo gli interventi procrastinabili, come ad esempio i ritocchi di interventi precedenti, ma ha mantenuto il suo ritmo di attività, operando anche le pazienti di altri sei ospedali, che arrivavano da noi come centro oncologico non-Covid“.

Secondo l’esperto, poi, i possibili risultati estetici sono in continuo miglioramento, grazie all’evoluzione permanente delle tecniche chirurgiche e dei materiali. Il Bra Day internazionalmente quest’anno è dedicato alla tecnica pre-pettorale.

Subito dopo l’intervento chirurgico di rimozione della ghiandola mammaria, viene inserita al suo posto la protesi, senza toccare i muscoli pettorali. Il risultato è senza dubbio una mammella più naturale, con un intervento mininvasivo. “Va però sottolineato che questa è una delle tante possibilità oggi a disposizione del chirurgo plastico, che ci permettono di garantire una ricostruzione personalizzata per ogni donna – ricorda Rietjens”.

Importante è sempre arrivare presto

Sottoporsi agli screening secondo le prescrizioni legate all’età è fondamentale, con ovvie differenze in base al profilo di ogni donna. La diagnosi precoce, infatti, rappresenta lo strumento migliore per identificare un’eventuale lesione in fase iniziale e quindi poter avere un atteggiamento più conservativo.

“IL BRA Day quest’anno deve essere l’occasione per recuperare le donne alla diagnosi precoce – segnala Viviana Galimberti, Direttore della Chirurgia Senologica IEO. Il rischio del contagio da Covid-19  non deve aumentare il rischio di scoprire un tumore del seno a stadio avanzato, quando le possibilità di guarigione sono limitate ed è inferiore la possibilità di trattamenti poco invasivi. Anche il chirurgo ricostruttivo, sempre al nostro fianco in sala operatoria, ha meno opzioni, se il tumore è più diffuso. Quindi, ora che gli ospedali sono luoghi sicuri, le donne devono partecipare agli screening, fare gli esami di diagnosi precoce e rivolgersi a subito a un centro multidisciplinare di Senologia o Breast Unit, in caso di sospetta diagnosi di tumore. Il Covid-19 impone, a tutti, giustamente, molte rinunce individuali, ma non dovrebbe far rinunciare alla propria femminilità dopo un tumore del seno.”