Con il termine pucker maculare viene indicata una patologia che interessa l’occhio, e che in particolare porta a diversi disagi dell’interfaccia vitreo-retinica, ovvero quella zona in cui il corpo vitreo, che riempie il bulbo oculare, entra in contatto con la retina e in particolare con l’area maculare. Questa malattia viene definita anche membrana epiretinica o maculopatia a cellophane.
Indice
Cos’è il pucker maculare
Il pucker maculare è un’alterazione anatomica dell’interfaccia vitreoretinica (zona di confine tra il corpo vitreo e la retina): consiste nello sviluppo di una sottile membrana traslucida sopra la macula (zona centrale della retina).
Quando tale membrana si ispessisce e tende a raggrinzirsi (il significato di pucker in inglese è appunto “raggrinzimento”), causa una deformazione e una progressiva distorsione della retina, con conseguente peggioramento della visione centrale.
Sintomi del pucker maculare
I sintomi del pucker maculare sono molti e possono cambiare notevolmente tra le persone, ma solitamente questa patologia rende difficoltosa la visione dei dettagli, che diventa meno nitida. I più frequenti sono:
- visione sfocata;
- distorsione della vista: il soggetto può percepire le immagini come distorte (metamorfopsie), ad esempio quando guarda la televisione;
- vedere gli oggetti di dimensione minore (micropsia) o maggiore (macropsia) rispetto a quella reale;
- vedere delle linee rette, come ondulate o interrotte;
- nella lettura dei testi scritti, soprattutto quelli con caratteri più piccoli, le righe possono apparire ondulate.
Con il passare del tempo tali sintomi possono rimanere stabili, oppure andare incontro ad un peggioramento. Se la malattia evolve, si crea una sofferenza dei fotorecettori della zona centrale della retina con conseguente comparsa di una macchia che impedisce la visione centrale.
Cause del pucker maculare
Le cause del pucker maculare sono diverse, ma certamente uno dei fattori di rischio più comuni su cui non è possibile intervenire è l’invecchiamento. La maggior parte dei pazienti che soffrono di questa patologia hanno oltre 65 anni di età.
Con l’aumento dell’età, infatti, l’occhio cambia e spesso avviene che il corpo vitreo tenda a ritirarsi e non interagire con la retina. Questo fenomeno noto come distacco posteriore del vitreo se avviene in maniera traumatica può determinare delle lacerazioni retiniche e portare al distacco della retina. Oppure qualora vi sia un’adesione patologica tra corpo vitreo e macula può formarsi questa sorta di “pellicola” sulla macula nota appunto come pucker maculare. L’età in sostanza è una delle cause principali di moltissime patologie legate agli occhi e alla vista.
Certamente ci sono altri fattori di rischio e cause del pucker maculare che possono favorire la formazione di questa patologia, non solo nell’età più avanzata. Tra questi ci sono:
- l’assunzione di tabacco
- ipertensione arteriosa
- patologie o traumi oculari
- diabete, soprattutto se non curato correttamente
- patologie infiammatorie degli occhi (uveiti)
Inoltre, il pucker maculare può essere una conseguenza o un effetto collaterale dell’intervento chirurgico della cataratta, che ha come obiettivo correggere l’opacizzazione del cristallino presente nel bulbo oculare, tra l’iride e il corpo vitreo.
Complicanze
Una delle complicanze del pucker maculare è la difficoltà della vista. L’abbassamento della capacità visiva causato da questa patologia può aggravarsi in modo significativo, portando anche molta difficoltà nel compiere azioni di tutti i giorni, come la lettura. La distorsione di forme e immagini, a cui questa patologia può portare, rende complesso anche guardare la televisione, lavorare o seguire un percorso dritto.
Diagnosi del pucker maculare
Effettuare una tempestiva diagnosi del pucker maculare è fondamentale per evitare complicazioni come il distacco della retina. Per poter diagnosticare questa patologia sono necessari diversi esami, il primo è certamente una visita dal proprio medico di famiglia. Grazie a un primo controllo, durante il quale verrà fatta un’anamnesi di sintomi, farmaci assunti al momento o casi in famiglia, sarà possibile ottenere poi una visita specialistica.
La visita specialistica dall’oculista è fondamentale per diagnosticare il pucker maculare. Gli strumenti di diagnosi sono principalmente due:
- Il primo è l’esame del fondo oculare. Questo test prevede una procedura molto semplice, che però permette di analizzare in modo specifico ogni parte del bulbo oculare, non solo il corpo vitreo bensì anche la retina e la macula. In questo modo è possibile ottenere informazioni molto varie sullo stato di salute dell’occhio, ma anche indagare in merito a eventuali sintomi caratterizzanti questa patologia. Questo test prevede l’applicazione di colliri che aiutano a dilatare la pupilla, nonostante questo però si tratta di un esame molto semplice e per niente invasivo.
- Un altro esame, però più specifico, può essere anche la OCT: la Tomografia Ottica Computerizzata. Anche questo test non è per niente invasivo ed è molto affidabile per effettuare una scansione della cornea e della retina. In questo caso è previsto l’utilizzo di un laser diagnostico privo di radiazioni nocive che effettua una scansione degli strati della retina. L’esame dura circa 10-15 minuti ed è effettuabile anche senza dilatare la pupilla del paziente.
- Qualora si sospetti che il pucker maculare sia conseguenza di una condizione patologica oculare più complesso può essere utile anche l’angiografia retinica in fluoresceina. In questo caso si svolge un test di tipo fotografico, che è fondamentale per individuare diverse patologie vascolari dell’occhio. Per poterlo fare viene iniettata come mezzo di contrasto la fluoresceina, una sostanza che ha la capacità di colorare il percorso all’interno del flusso sanguigno. Questo tipo di esame ha una durata maggiore ed è chiaramente un po’ più invasivo comprendendo l’utilizzo di un mezzo di contrasto endovenoso.
Trattamenti
Soprattutto nei casi di persone asintomatiche o con buon residuo visivo, i trattamenti per pucker maculare non sono richiesti. Nel caso in cui infatti il paziente non presenti sintomi e ritenga di poter convivere con questa condizione può essere prescritto soltanto un monitoraggio di questa condizione nel tempo. Se attività di tutti i giorni, come guidare, leggere e guardare la televisione, non implicano difficoltà nella messa a fuoco o nella distinzione delle forme, non sono previste terapie.
Nel caso di pazienti con sintomi più gravi o in cui il pucker maculare determini una riduzione importante dell’acuità visiva si pone indicazione all’intervento chirurgico.
Operazioni chirurgiche per la correzione del pucker maculare
Inizialmente si valuta l’evoluzione del pucker, senza effettuare un’azione diretta ma – come abbiamo detto – eseguendo soltanto controlli frequenti del fondo oculare e l’OCT. Una risoluzione spontanea del pucker maculare è un’evenienza piuttosto rara e comunque limitata alle fasi iniziali della malattia.
Negli anni si è cercato di trovare delle nuove terapie per il pucker maculare, nel tentativo di migliorare il visus del paziente e permettergli di svolgere tranquillamente la maggior parte delle sue attività quotidiane, senza dover ricorrere per forza all’intervento chirurgico. Come terapia farmacologica, in casi selezionati, è stata proposta la somministrazione tramite iniezione intravitreale, di una molecola chiamata ocriplasmina (è simile alla plasmina umana, un enzima naturalmente presente nell’occhio in grado di demolire le proteine responsabili dell’adesione presente tra corpo vitreo e retina, riducendone in tal modo il rigonfiamento e migliorando la vista).
I tempi di recupero dopo intervento di pucker maculare possono essere piuttosto variabili e comunque strettamente correlati alla gravità della malattia prima della chirurgia. Il recupero dell’acutezza visiva, è progressivo, ma può anche essere nullo, scarso o incompleto, sempre in relazione alle condizioni oculari preesistenti (non solo della macula, ma anche ad esempio del nervo ottico e della cornea).
In ogni caso il recupero visivo non potrà definirsi completo prima di 6 mesi; a volte, il visus, può stabilizzarsi del tutto anche a distanza di un anno. A guarigione avvenuta, l’occhio andrà sempre controllato periodicamente dall’oculista; nei mesi e negli anni successivi all’intervento è necessario sottoporsi a controlli periodici che potranno poi essere progressivamente diradati.
Fonti bibliografiche:
IAPB Italia onlus, Pucker maculare: cause, sintomi, terapia e guarigione