Continuiamo a fare attenzione. Mascherine e simili non debbono andare in pensione, anche se ricoveri in regime ordinario e terapie intensive stanno calando. Stiamo assistendo ad un rialzo dei nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2, e sotto la lente d’ingrandimento degli esperti c’è ovviamente il problema delle varianti e delle sub-varianti Omicron. Questo ceppo virale sta ormai dominando il quadro virologico, ma gli esperti guardano con attenzione al ruolo e alla contagiosità delle diverse “versioni” virali.
A che punto siamo su questo fronte? Ecco quanto si può dire fino ad adesso, in una situazione che comunque mostra un incremento dei casi in Italia, pur se non causati da nuove varianti che possano destare particolari preoccupazioni. Contromisure? Monitoraggio virale da parte degli esperti e dei centri specializzati e occhio alle nostre abitudini, con attenzione alla prevenzione in termini di distanza di sicurezza, mascherine al chiuso e altre misure. Questo appaiono le ricette che non devono mai mancare sono le ricette per affrontare al meglio questa situazione.
Cosa sappiamo delle varianti
La prima versione di Omicron, caratterizzata dal ceppo BA.1, sta cedendo il passo alle successive BA1.1 e BA.2. Tra BA.1 e BA.2 esistono profonde differenze, di circa 40 passaggi nel patrimonio genetico, anche in aree che caratterizzano la risposta difensiva dell’organismo.
Quest’ultima, in particolare, appare particolarmente contagiosa, tanto da aumentare (stando ad una ricerca condotta in Danimarca, dove si eseguono frequenti e ampi controlli sulle mutazioni virali) di circa una volta e mezzo il rischio di contagio. In tutti i casi, le diverse varianti appaiono simili tra loro tanto che si parla di sottovarianti. In particolare la similitudine è particolarmente significativa per BA1 e BA1.1, mentre per BA.2 esiste un più elevato numero di mutazioni per la proteina Spike.
Va detto comunque che il vaccino permane efficace nella prevenzione dei casi gravi di Covid-19. C’è però un altro aspetto da non sottovalutare: la differenza tra le varianti fa sì che possano verificarsi rarissime infezioni da BA.2 ranche dopo precedenti infezioni da BA.1. Questo fenomeno è stato osservato anche se i dati fino ad ora disponibili mostrano che esiste una spiccata protezione per un’eventuale reinfezione da variante diversa. Si sta comunque lavorando per capire quanto e come la versione 2 possa “sfuggire” alla risposta determinata dall’infezione causata dalla versione 1.
Infine, esiste la variante Omicron 3 che comincia a manifestarsi anche in Italia. I sintomi, da una variante all’altra, tendono ad essere quelli classici della versione Omicron nelle sue diverse vesti: cefalea, debolezza, a volte febbre con forte mal di gola, rinite e infiammazione delle vie respiratorie alte. Ma non mancano anche manifestazioni più serie. Ma ci sono anche altri disturbi che possono mettere in guardia, visto che a volte il problema si può rendere evidente anche con difficoltà intestinali e dolori addominali.
Come proteggersi
Al momento le due sottovarianti di Omicron, la 1 e la 2, non appaiono più serie sul fronte dei segni e dei sintomi clinici che provocano con l’infezione acuta. Ma questo non significa che si debba cedere sul fronte dell’attenzione e della prevenzione, visto che comunque si possono determinare quadri clinici complessi. La vaccinazione con ciclo completo, cioè con la terza dose di richiamo, appare utile per limitare i danni dell’infezione, soprattutto per i soggetti più a rischio come gli anziani.
È quindi fondamentale, in chiave preventiva, che gli anziani vengano protetti con la terza dose (eventuali richiami a breve con quarta dose sono indicati per le persone ad altissimo rischio), proprio per limitare i potenziali danni di un virus che proprio con la variante Omicron nelle sue varie forme è diventato particolarmente contagioso. Secondo alcuni esperti infatti, in particolare, alcune varianti come la BA.2 riescono a trasmettersi con una facilità sovrapponibile a quella del virus del morbillo. Quindi si possono diffondere a gran velocità. Proteggersi è fondamentale.