Obesità, ecco quando serve il bisturi e come funzionano gli interventi chirurgici

Per affrontare l'obesità occorrono trattamenti su misura: le tecniche a disposizione per ridurre le capacità dello stomaco a ricevere cibo e per creare malassorbimento

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Crescono le persone che debbono fare i conti con il sovrappeso. Ed aumentano i soggetti francamente obesi, che purtroppo non sempre trovano le risposte dalle terapie comportamentali e dietetiche oltre che dai trattamenti farmacologici. Così, si incrementano anche i ricorsi all’intervento di chirurgia bariatrica: stando alle statistiche, la chirurgia dell’obesità ha marcato in Italia un incremento esponenziale, passando dai 7.645 interventi del 2012 agli oltre 25.000 stimati per il 2022 (+ 300%). Conoscere la situazione e i rischi che l’obesità comporta è fondamentale, anche per studiare risposte su misura per ogni singola persona.

Chirurgia dell’obesità, così si sceglie il trattamento

A Firenze l’Accademia SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche: l’iniziativa di approfondimento è mirata a coinvolgere i diversi specialisti che entrano in gioco nella gestione della persona obesa, per offrire ad ogni persona il trattamento più indicato, caso per caso. In Italia più di 6 milioni di persone soffrono di obesità e 1 milione e 400mila pazienti sono grandi obesi. E secondo una indagine conoscitiva SICOB sono sempre più gli italiani che si rivolgono alla chirurgia bariatrica: nel 2021 sono stati 22469. Con numeri in crescita.

Come aiutare la persona obesa

Secondo il Vicepresidente SICOB Maurizio De Luca, direttore dell’Accademia assieme al presidente Marco Antonio Zappa, “è chiaro che non esiste un trattamento standard per tutti i pazienti affetti da obesità ma occorre un trattamento “tailored” per ogni singolo paziente.

Allo stesso modo ci è chiaro che esistono delle comorbidità che devono essere identificate in maniera precoce, come pre diabete, intolleranza glicidica, ipertensione borderline etc., e che non devono associarsi ad “inerzia” terapeutica da parte delle figure professionali che si occupano di tale patologia”. Insomma, i diversi specialisti si riuniscono per avvicinare anche i non addetti ai lavori alla complessità dell’obesità. Come ricorda Zappa, peraltro, non bisogna dimenticare che il trattamento per l’obesità negli oltre 100 centri SICOB viene effettuato gratuitamente o in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale.

Si tratta di un’informazione importante, perché occorre sempre di più che le persone con obesità siano “prese in carico” da equipe multidisciplinari specialistiche in grado di offrire ad ognuno il trattamento più idoneo. L’importante è che i soggetti francamente obesi, che purtroppo non sempre trovano le risposte dalle terapie comportamentali e dietetiche oltre che dai trattamenti farmacologici, possano contare se necessario anche su un intervento di chirurgia bariatrica.

Il trattamento è su misura

Ad ogni persona, caso per caso, occorre offrire la strategia operatoria più indicata, quando ovviamente l’intervento chirurgico sia la via di scelta per affrontare l’obesità. Gli specialisti possono oggi puntare su diverse tecniche, che fondamentalmente nella loro differenza si possono far risalire a due diversi principi: da un lato si punta a ridurre la capacità dello stomaco di ricevere cibo, restringendo il viscere, dall’altro a creare un malassorbimento ovvero indurre una modifica nell’assorbimento di quanto il paziente mangia.

Tra gli interventi più praticati ci sono il bendaggio gastrico e la Sleeve Gastrectomy che appartengono al primo gruppo ed il Bypass gastrico che possiede entrambe le caratteristiche. Senza dimenticare che esistono altre opzioni, come il classico “palloncino” che viene gonfiato nello stomaco per ridurne la capacità, che possono essere indicati in pazienti specifici”.

La strategia del palloncino è semplice: l’obeso ha uno stomaco dilatato, e quindi ha necessità di “mangiare” per riempire l’organo. Per cui se la capienza dello stomaco è ridotta l’introito di alimenti si riduce. Il medico “gonfia” il palloncino durante un’endoscopia. Poi, dopo qualche mese, il palloncino viene tolto. Il bendaggio mira a cambiare la forma dello stomaco trasformandolo in una clessidra con parte superiore più piccola, per ridurre il passaggio di cibo nello stomaco.

Si effettua con un anello di silicone che viene fatto passare intorno allo stomaco, e viene poi stretto in base alle necessità per essere poi tolto. Il trattamento si esegue in laparoscopia, senza le classiche incisioni chirurgiche, così come avviene per la Sleeve Gastrectomy (gastrectomia verticale) che porta in pratica a “trasformare” la struttura dello stomaco, da “sacca” a “tubo”, tanto che si parla di tubulizzazione. L’operazione prevede che il chirurgo “asporti” una porzione di stomaco rendendo il viscere simile appunto ad un canale, dove il cibo non si può depositare in quantità. Così si riduce il senso di appetito.

Scorciatoie anatomiche

Nella chirurgia dell’obesità si possono scegliere interventi che in qualche modo puntano a realizzare “vie diverse” per limitare l’assorbimento dei principi nutritivi e favorire la perdita di peso. Per questo a volte il chirurgo prima crea una sorta di “pochette” all’interno dello stomaco che viene poi collegata direttamente con l’intestino tenue. In questo modo si ottiene una più rapida sensazione di ripienezza, visto che il cibo entra in questa cavità più piccola dell’organo originale e soprattutto si “eliminano” dal passaggio degli alimenti lo stomaco e il duodeno, oltre che la prima parte della porzione più lunga dell’intestino.

Ci si sente presto sazi, anche dopo aver mangiato poco, non solo perché  lo stomaco viene ristretto grazie al bisturi, ma anche per un meccanismo ormonale. Infatti l’afflusso del cibo digerito all’interno dell’intestino favorisce la produzione di specifiche sostanze, chiamate entero-ormoni, che segnalano all’ipotalamo un’ulteriore sensazione di sazietà riducendo l’appetito. Molto più complesso e ormai riservato a casi estremamente selezionati – deve essere sempre il chirurgo ad indicare la strada – è invece l’intervento di  “diversione biliopancreatica” che comporta una modifica più complessa dell’apparato digerente.

Una giornata per la conoscenza

Purtroppo esiste ancora una scarsa conoscenza del problema obesità, della necessità di affrontarla in un’ottica multidisciplinare, delle potenzialità del trattamento chirurgico, dei suoi effetti, dei rischi e dei benefici.

Per diffondere una conoscenza più ampia e articolata di questi temi, la Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche (SICOB) e la sua Fondazione hanno invitato i Centri Accreditati e di eccellenza riconosciuti dalla Società a organizzare la prima “Giornata della Chirurgia Bariatrica “(BSD dall’acronimo in lingua inglese Bariatric Surgery Day), che si terrà in oltre 40 sedi in tutta Italia nella settimana dal 23 al 29 ottobre.

Lo scopo della giornata viene delineato dal Presidente della SICOB, Marco Antonio Zappa:  “Vogliamo diffondere la conoscenza della chirurgia dell’obesità nella popolazione generale e in particolare fra i portatori di obesità, sia coloro che si accingono all’intervento sia coloro che ne hanno beneficiato e sono alla prese con il percorso riabilitativo post-operatorio, per spiegare loro gli aspetti più importanti della chirurgia, i piccoli segreti che rendono facilmente comprensibili e gestibili interventi per loro natura molto complessi.”

Fonti bibliografiche

Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche

Chirurgia bariatrica, SIEDP