Insufficienza aortica: cos’è, sintomi, trattamenti

L'insufficienza aortica è una condizione cardiaca in cui la valvola aortica non si chiude correttamente, permettendo al sangue di rifluire dal ventricolo sinistro all'aorta durante la diastole

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 22 Marzo 2024 15:17

L’insufficienza aortica, nota anche come rigurgito aortico, è una patologia cardiaca caratterizzata da un reflusso di sangue dall’aorta verso il ventricolo sinistro a causa di un’anomalia della valvola aortica. In questi casi la valvola non si chiude ermeticamente e ciò non permette che il sangue venga correttamente indirizzato verso gli organi periferici. Si tratta di una patologia grave che, se non trattata adeguatamente, può comportare complicazioni anche gravi per il paziente, il quale può andare incontro ad aritmieinsufficienza cardiaca infarti del miocardio.

Le cause dell’insufficienza aortica possono essere diverse: può essere di origine congenita, ed essere dovuta quindi a malformazioni o patologie ereditarie, oppure può essere di tipo acquisito, ed insorgere sia a causa di cardiopatie, condizioni di ipertensione o gravi infezioni, sia a causa di un normale processo di invecchiamento. I pazienti colpiti da insufficienza aortica possono presentare sintomi quali debolezzaaffaticamentopalpitazioni e dolori al petto. A seconda del caso specifico, il trattamento di questa patologia può prevedere una terapia farmacologica oppure, nei casi più gravi, un intervento chirurgico.

Cos’è l’insufficienza aortica?

L’insufficienza aortica è una patologia cardiaca appartenente al gruppo delle valvulopatie, ossia le malattie che interessano le valvole cardiache: ad essere colpita, in questo caso, è la valvola aortica, una della quattro valvole deputate al controllo del flusso sanguigno all’interno del muscolo cardiaco. Questa mette in comunicazione il ventricolo sinistro con l’aorta, l’arteria principale del corpo umano che porta il sangue ad organi e tessuti periferici.

Nei pazienti affetti da insufficienza aortica, questa valvola presenta un’anomalia che ne impedisce la chiusura ermetica, determinando un reflusso di sangue nel ventricolo durante la diastole. In generale si tratta di una patologia piuttosto diffusa, che ha un’incidenza elevata soprattutto nei pazienti di età avanzata. Se non viene trattata adeguatamente, essa può comportare severe complicazioni per il paziente: a causa della diminuzione della gittata cardiaca, infatti, può insorgere uno scompenso cardiaco che determina un insufficiente apporto ematico al corpo.

Ciononostante, nella maggior parte dei casi, l’insufficienza aortica è ben tollerata e i sintomi possono impiegare anche anni prima di manifestarsi. È possibile distinguere tre livelli di gravità della patologia:

  • insufficienza lieve: si caratterizza per un rigurgito sanguigno minimo, che non comporta una sintomatologia significativa, ma che va monitorato attentamente nel tempo;
  • insufficienza moderata: il reflusso sanguigno è tale da poter comportare un’ipertrofia ventricolare che, alla lunga, può portare ad alterazioni irreversibili della struttura e della funzione cardiaca;
  • insufficienza grave: può essere il risultato della degenerazione della patologia oppure può insorgere improvvisamente a causa di infezioni ed altre cardiopatie. Essa determina sintomi da scompenso cardiaco e può comportare un abbassamento delle aspettative di vita e se non trattata correttamente.

Anatomia del cuore

Per poter meglio comprendere l’importanza della funzione svolta dalla valvola aortica può essere utile ripassare brevemente l’anatomia del cuore. È possibile suddividere il muscolo cardiaco in due metà: una parte destra ed una parte sinistra; ciascuna delle due metà è composta da due cavità distinte all’interno delle quali fluisce il sangue, cioè gli atri (superiormente) ed i ventricoli (inferiormente).

Gli atri e i ventricoli sono separati rispettivamente dal setto interatriale e dal setto interventricolare, mentre l’atrio e il ventricolo di una stessa metà sono collegati tra loro mediante le valvole atrioventricolari. Le valvole atrioventricolari sono due: la valvola tricuspide nella parte destra del cuore, e la valvola mitrale nella parte sinistra; la loro funzione è quella di impedire il reflusso di sangue dal ventricolo verso l’atrio.

Nelle cavità ventricolari si trovano poi altre due valvole, dette semilunari: la valvola semilunare polmonare, che controlla il flusso di sangue dal ventricolo destro all’arteria polmonare, e la valvola aortica, che regola, invece, la circolazione sanguigna dal ventricolo sinistro all’aorta. I movimenti necessari al cuore per pompare il sangue all’interno del muscolo miocardico e nel resto dell’organismo vengono definiti sistole (fase di contrazione) e diastole (fase di rilassamento).

Cause di insorgenza dell’insufficienza aortica

Come già accennato, è possibile distinguere l’insufficienza aortica in forme congenite, ossia dovute a fattori presenti fin dalla nascita di un individuo, e forme acquisite, ossia sviluppate nel corso del tempo a causa di eventi traumatici, disturbi patologici o con l’avanzare dell’età. Le cause di insufficienza aortica congenita sono in genere legate a:

  • Malformazioni, come ad esempio la valvola aortica bicuspide.
  • Malattie genetiche, per esempio la sindrome di Marfan e la sindrome di Ehlers-Danlos, due malattie ereditarie che interessano i tessuti connettivi.
  • Osteogenesi imperfetta, una malattia genetica caratterizzata da fragilità ossea che predispone a fratture e lesioni.

Le cause di insufficienza aortica acquisita invece includono:

  • Invecchiamento: l’avanzare dell’età mette in atto un generale processo degenerativo, che può portare le cuspidi valvolari ad ispessirsi e a diventare più rigide a causa di un accumulo di depositi di calcio sulla valvola, determinando una minore efficacia del meccanismo di chiusura ermetica dell’orifizio.
  • Endocardite: una grave infiammazione, generalmente di origine batterica, che può riguardare il rivestimento interno del cuore (endocardio) e le valvole cardiache.
  • Ipertensione: si tratta di una condizione patologica a carattere cronico che determina un innalzamento cronico ed anomalo della pressione arteriosa.
  • Altre valvulopatie, in particolare l’insufficienza aortica è spesso associata alla stenosi aortica.
  • Infezioni e febbre reumatica: si tratta di un processo infiammatorio dovuto ad un’infezione batterica da Streptococco beta-emolitico del gruppo A. A causa dell’infezione, il sistema immunitario inizia a reagire contro l’organismo da difendere.
  • Eventi traumatici.

In alcuni casi più rari, la valvulopatia aortica può insorgere anche come conseguenza di altri disturbi quali: lupus eritematoso sistemicospondilite anchilosantesifilideartrite reattivamalattia di Behçet dissezione aortica.

Quali sono i sintomi principali dell’insufficienza aortica

Come già detto, l’insufficienza aortica può avere diversi livelli di gravità: negli stadi iniziali la malattia si presenta in maniera pressoché asintomatica, con un rigurgito minimo rilevabile solo tramite visita cardiologica; questa condizione tende però a peggiorare nel tempo e, a lungo andare, può portare a sintomi sempre più severi. Fin dai primi stadi, è possibile individuare nei pazienti affetti da insufficienza aortica, un soffio al cuore, cioè un rumore anomalo dovuto alla turbolenza del flusso sanguigno nel suo passaggio attraverso la valvola malfunzionante.

I sintomi associati all’insufficienza aortica includono:

  • Senso di stanchezza e debolezza;
  • Incapacità di compiere sforzi fisici;
  • Dispnea da sforzo, ossia difficoltà respiratorie durante l’attività fisica;
  • Astenia senso di svenimento;
  • Edema agli arti inferiori;
  • Angina pectoris o dolori al petto;
  • Sincope o presincope, dovuta alla riduzione dell’apporto ematico;
  • Palpazioni;
  • Aritmie cardiache o alterazioni nel ritmo di contrazione del cuore;

Diagnosi dell’insufficienza aortica

Per poter individuare una valvulopatia aortica è necessaria un’accurata visita cardiologica, a seguito della quale il cardiologo può prescrivere una serie di accertamenti specifici. Durante il controllo, il medico effettua un esame obiettivo per valutare i sintomi riportati dal paziente, auscultando il cuore per individuare eventuali soffi cardiaci; inoltre egli esamina attentamente l’anamnesi personale e famigliare del paziente al fine verificare l’eventuale presenza di patologie pregresse oppure malattie genetiche che possono comportare problemi cardiaci.

Gli accertamenti necessari a diagnosticare un’insufficienza aortica possono includere:

  • Elettrocardiogramma (ECG): misura l’attività elettrica del cuore consentendo di individuare l’ipertrofia ed il sovraccarico funzionale del ventricolo sinistro.
  • Ecocardiografia: permette di ottenere un’immagine della struttura cardiaca e mostrare le strutture anatomiche del muscolo cardiaco, evidenziando eventuali malformazioni ed anomalie nello spessore e nelle dimensioni delle cavità.
  • Eco-color-doppler: si tratta di un particolare tipo di ecografia che permette di analizzare il flusso sanguigno all’interno del cuore, e stimare l’entità del reflusso sanguigno tra l’aorta ed il ventricolo sinistro in diastole, per valutare la gravità della patologia.
  • Radiografia del torace (RX- torace).
  • Test da sforzo.
  • Cateterismo cardiaco: si tratta di un esame invasivo che prevede l’introduzione di un catetere fino al cuore, al fine di misurare la pressione all’interno dei ventricoli e le dimensioni degli orifizi valvolari, così da valutare la gravità dell’insufficienza.
  • Risonanza Magnetica Cardiaca (RMC): La RMC cardiaca fornisce immagini dettagliate della struttura e della funzione del cuore. Può valutare la gravità dell’IA, quantificare il volume e la frazione rigurgitante, valutare le dimensioni e la funzione ventricolare e rilevare complicanze associate come dilatazione o dissezione dell’aorta.
  • Tomografia Computerizzata Cardiaca (TC): La TC cardiaca è utile per valutare l’anatomia della valvola aortica e dell’aorta, valutare le dimensioni della radice aortica e rilevare complicanze come dissezione o aneurisma dell’aorta. Può fornire informazioni preziose per la pianificazione chirurgica nei pazienti con IA.

Cura e trattamento dell’insufficienza aortica

Il trattamento più indicato per curare l’insufficienza aortica può variare a seconda della natura del disturbo, dall’entità del rigurgito e dalla gravità dei sintomi riportati, oppure a seconda dell’età del paziente. Come già evidenziato, in caso di insufficienza lieve non è necessario intervenire con alcun trattamento, ma è importante monitorare scrupolosamente la condizione con delle visite cardiologiche periodiche.

In linea generale non esistono farmaci specifici per la cura dell’insufficienza aortica, tuttavia, è possibile seguire una terapia farmacologica per tenere sotto controllo i sintomi più gravi ed evitare eventuali complicazioni. I farmaci che possono essere impiegati includono:

  • ACE inibitori per ridurre lo stress cardiaco;
  •  Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (ARB);
  • Calcio-antagonisti;
  • Diuretici, nel caso di ipertensione ed edema agli arti inferiori;
  • Digossina;
  • Antibiotici, nel caso di endocarditi ed infezioni.

Nel caso di pazienti giovani affetti da insufficienza aortica grave, l’approccio più indicato prevede una terapia chirurgica per la riparazione o la sostituzione della valvola aortica. La riparazione ha lo scopo di rimodellare la valvola per ripristinarne le funzionalità originali, purtroppo però trova applicazione in un numero ristretti di casi. Essa può avvenire tramite toracotomia o mediante approcci meno invasivi come minitoracotomia o per via tanscatetere. Quando non è possibile procedere alla riparazione, la valvola aortica può essere sostituita con una di tipo artificiale o biologica. La tecnica mininvasiva di impiantazione della valvola per via transcatetere si chiama TAVI o TAVR.