«Vedere mio figlio che oggi gioca felice è il regalo più bello.» Queste parole sono quelle di Ilaria, la mamma di Simone, ragazzo che oggi ha quasi 16 anni ma che, quando ne aveva solo 11, ha combattuto contro il Sarcoma di Ewing, un grave tumore alle ossa, vincendo la sua battaglia.
Le storie dei ragazzi che ce l’hanno fatta sono tante e tutte diverse tra loro, ma hanno un importante filo conduttore: i risultati ottenuti sono da ricondurre ai progressi della ricerca sui tumori infantili, che lavora costantemente su diversi fronti, riuscendo a elaborare terapie sempre più sicure ed efficaci, ma anche metodi di prevenzione avanzati e precisi. Il sostegno alla ricerca da parte di organizzazioni come AIRC diventa fondamentale.
La storia di Sara che con un sorriso incoraggia i piccoli pazienti
E proprio grazie a un percorso di cure sperimentali messo a punto dall’équipe di ricerca dell’Ospedale Bambino Gesù e dal Professor Franco Locatelli, primario di Oncoematologia e ricercatore AIRC, Sara è riuscita a sconfiggere il Tumore di Wilms, che le è stato diagnosticato quando aveva 10 anni. Oggi di anni ne ha 25 e con uno sguardo sicuro e incoraggiante si rivolge a chi sta combattendo la sua stessa battaglia:
«A chi lo sta vivendo oggi voglio dire di non perdere il sorriso, non perdere la speranza, le cure ai tempi erano sperimentali, oggi grazie alla ricerca sono una certezza».
Lei ha scoperto di avere il Tumore di Wilms, dopo aver notato un bozzo sulla pancia in seguito all’allenamento di nuoto. Da quel momento, ha affrontato un percorso difficile, fatto di terapie, controlli, ricoveri in ospedale. Oggi Sara e continua a rincorrere i suoi sogni e soprattutto “guarda il mondo con gli occhi innamorati” come confida lei stessa.
Il Tumore di Wilms è una rara forma tumorale che si manifesta in giovane età. Grazie alla ricerca sappiamo che è provocato da mutazioni conosciute, che appartengono a condizioni ereditarie note. Numerosi studi si stanno impegnando per comprendere meglio le cause in modo da prevederne la comparsa e offrire terapie più mirate ed efficaci.
Gaia ha sconfitto l’osteosarcoma e sogna di diventare ricercatrice
Gaia oggi accoglie la vita con il sorriso e la determinazione di chi ha superato con successo una tempesta e vuole contribuire in prima linea per aiutare altri giovani pazienti. Nel 2016 ha scoperto di avere un osteosarcoma mentre faceva ginnastica artistica. All’inizio si pensava ad una brutta distorsione, ma analisi approfondite hanno rilevato la forma tumorale alle ossa.
Così è iniziata la sua battaglia. Il momento più difficile è stato quando ha dovuto rasare i capelli per affrontare i numerosi cicli di chemioterapia, ma l’affetto della sua famiglia e degli amici è stato determinante. Ha trascorso anni intensi, a contatto con medici e ricercatori intenti a trovare una soluzione al suo male.
«Oggi sogno di fare la ricercatrice perché la ricerca è la speranza di un futuro.»
Ognuno può offrire il suo contributo per sostenere la ricerca: chi combatte in prima linea contro i tumori pediatrici ha bisogno di risorse.
In Italia una forma tumorale su 200 colpisce un bambino, si contano circa 1.400 casi ogni anno. I dati mostrano risultati incoraggianti. L’aumento dell’incidenza dei tumori infantili registrato nel nostro Paese fino alla seconda metà degli anni Novanta si è arrestato.
Negli anni Settanta 3 bambini su 10 sopravvivevano al cancro, oggi 3 su 4 guariscono completamente. E tutto ciò avviene anche grazie all’impegno costante di medici e ricercatori.
Sostenere AIRC significa rendere il cancro sempre più curabile. Per ottenere risultati è necessario il contributo di tutti, anche il tuo. Scopri come con 6 al mese!