Giornata Mondiale del Rene: i rischi al femminile

Il 14 marzo 2024 si celebra la Giornata Mondiale del Rene, un'occasione per riflettere sull'importanza di questi organi e su cosa fare in caso di malattia cronica

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Il 14 marzo 2024 si celebra la Giornata Mondiale del Rene (WKD – World Kidney Day). È un’occasione importante per scoprire quanto contano per il nostro benessere questi organi, che spesso soffrono in silenzio, senza dare alcun segnale delle difficoltà che incontrano a svolgere il loro lavoro. E così ce ne dimentichiamo. Invece bisogna prestare grande attenzione ai reni. Perché la malattia renale cronica o MRC, che come definizione ha sostituito quella classica di insufficienza renale cronica.

Le richieste in occasione della Giornata Mondiale del Rene

Sul sito internet dedicato alla Giornata Mondiale si ricorda come la malattia renale cronica (MRC) colpisca più di 850 milioni di persone in tutto il mondo provocando oltre 3,1 milioni di morti nel 2019. Attualmente, le malattie renali rappresentano l’ottava causa di morte, e, se non affrontate, si prevede diventeranno la quinta causa principale di abbassamento dell’aspettativa di vita entro il 2040. “Negli ultimi tre decenni, gli sforzi per il trattamento della MRC si sono concentrati sulla preparazione e la fornitura di terapie sostitutive del rene.

Le recenti scoperte terapeutiche offrono opportunità senza precedenti per prevenire o ritardare le malattie e mitigarne le complicanze, come le malattie cardiovascolari e l’insufficienza renale, prolungando in definitiva la qualità e la quantità della vita delle persone affette da MRC.

Sebbene queste nuove terapie dovrebbero essere universalmente accessibili a tutti i pazienti, in ogni Paese e contesto, ostacoli come la mancanza di consapevolezza della MRC, l’insufficiente conoscenza o fiducia nelle nuove strategie terapeutiche, la carenza di specialisti in malattia renale e i costi di trattamento contribuiscono a profonde disparità nell’accesso ai trattamenti. In particolare nei Paesi a basso e medio reddito, ma anche in alcuni contesti ad alto reddito”.  L’obiettivo, come di riporta sul sito, è superare le barriere a più livelli, tenendo conto delle differenze contestuali tra le regioni del mondo.

I rischi al femminile

Non pensate che le malattie renali, prima tra tutte quella cronica, siano di pertinenza maschile. Più o meno il rischio è pari nei due sessi e addirittura ci sono condizioni che si coniugano soprattutto al femminile. Secondo alcuni studi, in generale, la probabilità di sviluppare una malattia renale cronica è più elevata nel sesso femminile, con una prevalenza media del 14 per cento per le donne e 12 per cento per gli uomini.

Alcune malattie renali, come la nefropatia lupica e le infezioni renali (pielonefrite acuta o pielonefrite cronica) affliggono tipicamente le donne. La nefropatia lupica (legata al Lupus Eritematoso Sistemico) è causata da una malattia autoimmune, in cui i meccanismi di difesa del corpo si rivoltano contro le sue stesse cellule e interessano vari organi, tra cui il rene. La pielonefrite è un’infezione renale, che può coinvolgere uno o entrambi i reni. Le infezioni renali (come molte delle infezioni delle vie urinarie) sono più comuni nelle donne e il loro rischio aumenta in gravidanza. Per assicurare buoni risultati del trattamento, come in molte malattie renali, la diagnosi e le cure devono essere tempestive.

La malattia renale cronica e la gravidanza

Per la gravidanza, la malattia renale cronica è un fattore di rischio che può anche influire negativamente sulla fertilità. Le donne che ne soffrono corrono un rischio più elevato di sviluppare problemi in gravidanza, con complicazioni sia per la madre che per il bambino e quindi vanno seguite con particolare attenzione durante la dolce attesa.

Il rischio aumenta con l’aumentare della gravità della malattia renale, e questo comporta una più alta elevata probabilità di sviluppare ipertensione, preeclampsia ed un parto pre-termine. Sia chiaro però che anche nelle donne sottoposte a dialisi, sebbene la fertilità sia molto ridotta, il concepimento è possibile. I migliori risultati si registrano in pazienti trattate con dialisi più frequente: per questo è importante sviluppare programmi dedicati alle donne in età fertile.

Nelle donne che hanno ricevuto un trapianto renale, le possibilità di concepimento e di una gravidanza senza complicazioni sono più elevate. Rimane però una situazione da non sottovalutare, che richiede un’attenta valutazione pre-concezionale da parte del ginecologo e del nefrologo. In tutti i casi occorre conoscere meglio le malattie renali e il loro impatto sulla gravidanza, identificare tempestivamente la malattia renale cronica in gravidanza, e seguire strettamente tutte le donne che soffrono di questa patologia durante e dopo la gravidanza stessa.

Fonti bibliografiche

Fondazione Italiana del Rene