Embolia polmonare: sintomi, fattori di rischio e terapia

L’embolia polmonare è una patologia insidiosa può manifestarsi con o senza sintomi. Scopri come riconoscerla, quali trattamenti intraprendere e cosa fare per prevenirla

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Pubblicato: 4 Agosto 2023 11:22

Le alterazioni a carico dell’apparato cardiocircolatorio possono favorire l’insorgenza di alcune condizioni patologiche che possono avere conseguenze anche serie, sulla salute. Al di là di alcune silenziose patologie a carico del cuore, ci sono condizioni, come l’embolia polmonare, che spesso destano preoccupazione.

Il motivo principale è legato alle possibili complicazioni che possono svilupparsi e che, in casi estremi, possono rivelarsi fatali. Si stima, infatti, che l’embolia polmonare rappresenti la terza causa più comune di morte per patologie cardiovascolari, dopo l’infarto del miocardio e le malattie cerebrovascolari. Inoltre, alcuni casi di embolia polmonare non vengono diagnosticati e dunque la reale incidenza è difficile da rilevare.

Che cos’è l’embolia polmonare

Il sangue circola all’interno dell’organismo e raggiunge i diversi distretti attraverso i vasi sanguigni, ovvero vene, arterie e capillari. Il cuore, grazie alla sua complessa struttura, svolge la funzione di pompare il sangue verso due diversi distretti, dando vita alla circolazione polmonare e a quella sistemica.

Le arterie polmonari trasportano il sangue dal cuore fino ai polmoni; qui il sangue, dopo essersi riempito di ossigeno, torna in direzione del cuore. Da qui, il cuore spinge il sangue verso tutti gli organi e tessuti periferici per fornire ossigeno e nutrimento. Quando si verifica un blocco nelle arterie che forniscono sangue ai polmoni, si parla di embolia polmonare.

Sintomi dell’embolia polmonare

I segni che indicano la presenza di un’embolia polmonare in corso sono diversi e dipendono dalla dimensione dei coaguli di sangue, all’area polmonare coinvolta e dalla preesistenza o meno di patologie polmonari o cardiache.

Tra i più comuni sintomi rientrano:

  • dolore al petto. Di solito è forte e acuto, simile a quello di un infarto; può inasprirsi quando si inspira, si tossisce, ci si piega;
  • perdita di coscienza, per un abbassamento improvviso della pressione sanguigna;
  • dispena (sensazione di fare fatica a respirare);
  • vertigini;
  • pallore cutaneo;
  • febbre;
  • battito cardiaco accelerato o irregolare;
  • dolore o gonfiore agli arti inferiori;
  • tosse, a volte con espettorazione del sangue.

Cause dell’embolia polmonare

L’embolia polmonare si sviluppa a causa di un’ostruzione del flusso sanguigno a livello delle arterie polmonari a causa della presenza di un embolo. Questo è frequentemente formato da un coagulo sanguigno che si forma a livello delle vene profonde degli arti inferiori. La presenza di un coagulo di sangue in una vena profonda di un distretto corporeo crea una sintomatologia tipica di una condizione patologica che si chiama trombosi venosa profonda. Questa, può provocare un blocco parziale o totale del flusso sanguigno. La complicanza più temibile di questa condizione è proprio l’embolia polmonare.

L’arteria o le arterie ostruite da coaguli di sangue impediscono ai polmoni di ricevere sangue causando, nei casi più importanti, la morte dei tessuti delle aree dei polmoni coinvolte. Questa condizione prende il nome di infarto polmonare.

Fattori di rischio dell’embolia polmonare

La patologia può essere sviluppata da qualsiasi soggetto, tuttavia, ci sono alcuni fattori che ne aumentano le possibilità, tra cui la familiarità, ossia avere dei familiari che hanno sviluppato in passato patologie correlate allo sviluppo anomalo di coaguli di sangue, e l’età, specie se superiore ai 60 anni.

Inoltre, patologie e trattamenti medici potrebbero contribuire ad aumentare i rischi di sviluppare un’embolia polmonare, come:

  • un intervento chirurgico. Si tratta di uno dei principali motivi per cui possono svilupparsi dei coaguli di sangue: per questo, prima e dopo l’operazione viene spesso somministrata una terapia che ne previene la formazione;
  • malattie a carico dei reni;
  • patologie del cuore e dei vasi sanguigni, ad esempio l’insufficienza cardiaca;
  • alcuni tipi di tumore, come quello al colon, allo stomaco, alle ovaie, ai polmoni, ai reni, al cervello, al pancreas;
  • la chemioterapia;
  • l’assunzione di alcuni farmaci;
  • un periodo di inattività fisica, ad esempio quando si è costretti a letto a seguito di un intervento, di una malattia o di un trauma, come una frattura. Restare a lungo con le gambe ferme, rallenta la circolazione sanguigna e può predisporre alla formazione di coaguli;
  • essere in sovrappeso;
  • fumare;
  • essere in gravidanza;
  • fare lunghi viaggi seduti.

Diagnosi dell’embolia polmonare

Potrebbe non essere facile e immediato diagnosticare un’embolia polmonare, soprattutto se si è già affetti da malattie polmonari e cardiache. In presenza di sintomi che fanno sospettare questa condizione, lo specialista eseguirà un esame obiettivo, farà delle domande per valutare la storia medica del paziente e potrebbe richiedere di eseguire alcuni esami di approfondimento come:

  • analisi del sangue per misurare i livelli del D-dimero. Un innalzamento di questo valore può essere correlato alla presenza di un’embolia polmonare. Bisogna specificare che questo valore risulta alterato anche in presenza di altre patologie e, inoltre, può variare anche in assenza di quadri patologici franchi. Per porre diagnosi di certezza sono necessari ulteriori test. Inoltre, gli esami del sangue possono valutare i livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue: bassi livelli di ossigeno potrebbero indicare la presenza di coaguli;
  • radiografia del torace. Mostra le immagini del cuore e dei polmoni e può essere utile per escludere la presenza di altre condizioni con sintomi simili;
  • angiografia polmonare. Produce immagini in 3D che possono rilevare cambiamenti all’interno delle arterie polmonari come un’embolia;
  • risonanza magnetica. Viene impiegata per lo più nelle donne in gravidanza per evitare le radiazioni, come anche nei pazienti con importanti problematiche renali. Grazie a questo esame strumentale è possibile vedere nel dettaglio immagini relative agli organi e ai tessuti.

Una diagnosi tempestiva è cruciale per limitare le possibilità di andare incontro al decesso e alle complicazioni.

Terapie dell’embolia polmonare

L’obiettivo principale del trattamento di un’embolia polmonare è impedire che il coagulo di sangue diventi troppo grande, andando ad ostruire completamente il flusso in direzione dei polmoni, oltre a prevenire la formazione di altri. I trattamenti prevedono:

  • la somministrazione di farmaci, come gli anticoagulanti. Hanno un’azione fluidificante nei confronti del sangue, impedendo ai coaguli già esistenti di ingrandirsi e prevenendo lo sviluppo di nuovi. Alcuni di questi anticoagulanti vengono somministrati per via orale o sottocutanea, altri per via endovenosa. Ci sono poi i trombolitici, medicinali che accelerano il processo di dissoluzione dei coaguli già formati. Presentano però alcune controindicazioni, anche gravi, tra cui lo sviluppo di emorragie: per questo motivo vengono somministrati con zelo e solamente in presenza di specifiche condizioni;
  • sottoporsi a un intervento chirurgico, come quello per rimuovere il coagulo. Viene eseguito quando è presente uno di grandi dimensioni che può mettere a rischio la vita del soggetto.

Aver avuto un’embolia polmonare è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di nuovi episodi. Per questo motivo, è bene prendere alcune precauzioni per evitare che si formino altri coaguli e continuare a seguire il trattamento indicato assumendo i farmaci prescritti dal medico e sottoponendosi con frequenza ai controlli per monitorare gli sviluppi.

Complicazioni dell’embolia polmonare

Come accennato, l’embolia polmonare, se non diagnosticata e trattata per tempo può essere fatale. Può anche provocare complicazioni che peggiorano la qualità di vita del paziente a lungo termine e lo espongono allo sviluppo di nuove patologie come l’ipertensione polmonare, una condizione in cui la pressione sanguigna nella parte destra del cuore e nei polmoni è troppo alta. Infatti, quando il flusso sanguigno nelle arterie polmonare è bloccato dalla presenza di coaguli, il cuore si trova nella condizione di faticare di più per pompare efficacemente il sangue: questo fa aumentare la pressione sanguigna e indebolisce il cuore.

In genere, l’organismo riesce a dissolvere in autonomia piccoli e grandi coaguli, sebbene questi ultimi richiedano più tempo. Raramente poi, può accadere che piccoli coaguli non si dissolvano e restino nei polmoni, portanto allo sviluppo di patologie a carico della parete dei vasi.

Come prevenire l’embolia polmonare

Per prevenire l’embolia polmonare è determinante agire preventivamente, in particolare evitando la formazione di coaguli nelle vene profonde delle gambe. Ecco cosa fare:

  • tenersi in movimento. Fare attività fisica aiuta il corpo a mantenersi in forma, ma previene anche condizioni come l’embolia polmonare. Se si svolge un lavoro sedentario, si consiglia di organizzare delle piccole, ma frequenti pause per mettere in moto gli arti inferiori. Inoltre, è bene sfruttare al meglio tutte le occasioni possibili per fare movimento, ad esempio andando in ufficio senza un mezzo proprio (quando possibile), parcheggiando alcuni isolati prima per fare un tratto di strada a piedi, preferendo le scale rispetto all’ascensore;
  • indossare delle calze a compressione graduata. Questi dispositivi contribuiscono a migliorare la circolazione del sangue e sono utili quando si prevede di stare per molto tempo in piedi o seduti, informati con il tuo medico curante circa la possibilità di utilizzarle;
  • fare pause frequenti quando si fanno viaggi molto lunghi;
  • bere molto. L’acqua è una grande alleata perché evita la disidratazione che contribuisce allo sviluppo di coaguli nel sangue;
  • muoversi, anche da fermi. Se per un qualsiasi motivo, non ci si può alzare, si possono eseguire alcuni piccoli esercizi per favorire la circolazione: ad esempio sollevare e abbassare le dita dei piedi o fare dei movimenti circolari;
  • indossare abiti comodi e non troppo stretti, evitando di fasciare le gambe;
  • assumere i medicinali prescritti, ad esempio gli anticoagulanti, soprattutto se si soffre di alcune condizioni mediche.

In conclusione, l’embolia polmonare è una condizione da trattare in modo tempestivo per non incorrere nel decesso e in possibili complicazioni. Una diagnosi immediata, seguita da una strategia terapeutica adeguata, contribuisce a limitare gli eventuali danni.

In presenza dei sintomi sopra descritti o nel caso in cui insorgano sintomi insoliti è bene consultare subito uno specialista.

 

Fonti bibliografiche