Alitosi e metilmercaptano, attenzione ai batteri che lo formano

Due specie batteriche creano una miscela che produce il metilmercaptano, una sostanza che rende l'alito insopportabile: lo studio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

È un problema. Per se stessi e per gli altri. Un alito cattivo rischia di tenere lontane le persone. Ovviamente l’igiene orale è fondamentale, visto che sicuramente una bocca in cui il cibo ristagna e le gengive o i denti non sono correttamente protetti favorisce l’insorgenza dell’alitosi.

Ma sempre di più la scienza si sta orientando anche su componenti indipendenti dal nostro stile di vita, come i batteri presenti nel microbiota della bocca. In questo senso va una ricerca apparsa su mSystems, che fa pensare come una particolare combinazione di batteri presenti nella nostra bocca potrebbe essere responsabile della produzione di odori molto sgradevoli.

I composti alla base dell’alitosi

Lo studio è stato condotto da scienziati dell’università giapponese di Osaka. Dall’incontro “pericoloso” di due specie batteriche si creerebbe una miscela che, alla fine conduce alla produzione di una sostanza, chiamata metilmercaptano. Questo viene prodotto dai germi che si trovano nell’area che circonda i denti, il cosiddetto parodonto, ed anche sulla superficie della lingua. Stando all’indagine è stato sviluppato uno specifico sistema di coltura di batteri, che ha permesso di vedere anche le invisibili “alleanze” che si creano tra loro.

In pratica, quindi si è visto che un particolare ceppo batterico, il Fusobacterium nucleatum produce grandi quantità di metilmercaptano quando si trova a rispondere ad un altro batterio che vive nella bocca, chiamato Streptococcus gordonii. Cosa accade? Questo secondo batterio rilascia una sostanza chiamata ornitina che spinge il Fusobacterium nucleatum a produrre più di una molecola, poliammina.

La maggiore produzione di poliammina attiva una via di recupero di un particolare aminoacido, la metionina, che alla fine porta ad un aumento della produzione di metilmercaptano. E quindi all’alito davvero difficilmente sopportabile.

Capire come queste due specie batteriche lavorano insieme per causare l’alitosi potrebbe essere utile per sviluppare modi per trattare o addirittura prevenire l’alitosi. Inoltre, dato che la cattiva respirazione è spesso associata alla malattia parodontale, trattare precocemente questo sintomo potrebbe aiutare a prevenire danni più gravi in ​​futuro.

Cosa fare per migliorare l’alito

Se l’alitosi è un problema, ricordate che l’igiene della bocca è fondamentale per prevenire le cause orali. Quindi tenete presente che bisogna lavare i denti almeno tre volte al giorno con spazzolini adeguati, che devono essere cambiati almeno ogni 3/4 mesi,  e con le paste dentifricie indicate dal dentista.  E poi… poi possono aiutare anche i rimedi della nonna, le soluzioni naturali, ad esempio con un cucchiaino di miele mescolato con una goccia di olio essenziale di ginepro. Oppure con la masticazione di semi di aneto, o ancora con gargarismi a base di tintura di mirra.

A tavola, oltre a masticare con cura e a fare piccoli bocconi (la masticazione rapida rappresenta un problema comunque) meglio privilegiare vegetali, dalla frutta cotta fino alla verdura, ai legumi e ai cereali come pasta e pane integrali. Soprattutto, oltre a questi classici consigli della nonna, ricordate che occorre contrastare i fenomeni infiammatori nel cavo orale, che possono anche influire sulle popolazioni batteriche presenti.

In questo senso la parodontite rappresenta un fattore da contrastare, visto che può essere anche legata all’eccesso di batteri del cavo orale che producono zolfo, oltre che dai residui di cibo tra denti e gengive e più in generale dalla presenza della placca batterica e del tartaro. Il tutto, senza dimenticare che l’alito cattivo può nascere anche più in basso della bocca, magari per un’infezione delle alte vie respiratorie o più semplicemente in seguito ad una digestione lenta o a reflusso gastroesofageo. In tutti questi casi il medico può consigliare le strategie ottimali per controllare la situazione.