L’incontro che avverrà nei prossimi giorni tra la Casa reale britannica e la Santa Sede non è solo un appuntamento tra capi di Stato, ma un momento che racchiude secoli di storia, di tensioni e di riconciliazioni. Quando il Re Carlo III e la Regina Camilla arriveranno al Vaticano il 22 e il 23 ottobre per incontrare Papa Leone XIV, sarà un passo importante nel rapporto tra la monarchia britannica e la Chiesa cattolica.
Questa è da sempre una delle visite più difficili per un monarca britannico, perché il Papa e il Re non si incontrano solo come leader mondiali, ma anche come capi di due rami della fede cristiana. Oltre a essere il capo della Chiesa cattolica, Papa Leone XIV è capo di Stato della Città del Vaticano. Come Re del Regno Unito, Carlo III è anche Governatore Supremo della Chiesa d’Inghilterra.
Indice
Un rapporto difficile tra Chiesa e Corona
La rottura tra la Santa Sede e la monarchia inglese risale al XVI secolo, quando a regnare era Enrico VIII della dinastia Tudor e a Roma il Papa era Clemente VII. Nel 1534 Enrico VIII, rompendo con Roma, pose le basi di una frattura che avrebbe influenzato i secoli successivi.
Ci sono voluti molti anni prima che tra le due parti potesse riprendere un dialogo. Edoardo VII, figlio della Regina Vittoria, fu il primo sovrano britannico dopo la Riforma a incontrare un Papa in Vaticano, ma la sua visita a Leone XIII fu tutt’altro che semplice.

Edoardo VII e Leone XIII
Quando il Re espresse la sua intenzione di visitare Papa Leone XIII nel 1903, durante una visita a Roma, la proposta fu accolta con insoddisfazione dal Gabinetto. I ministri ritennero inopportuno che il monarca si recasse in Vaticano come capo dello Stato o della Chiesa d’Inghilterra: la Gran Bretagna era una nazione protestante e il Papa, all’epoca, non era riconosciuto come capo di Stato.
A risolvere l’impasse furono i sudditi cattolici del Re, guidati dal Duca di Norfolk, che temevano un affronto alla loro fede. Dopo un intenso dibattito venne stabilito che Edoardo VII avrebbe incontrato il Pontefice come visitatore privato, senza simboli regali o ecclesiastici.
Giorgio V e Pio XI
La consuetudine delle visite in forma privata continuò: nel 1923, Papa Pio XI ricevette in udienza privata, della durata di 25 minuti, Re Giorgio V e la Regina Mary in visita a Roma.
Il New York Times, l’11 maggio 1923, descrisse così i sovrani: “La Regina Mary era vestita completamente di nero, come prescrive il cerimoniale, con una mantiglia di pizzo nero sopra la testa. Indossava orecchini e pendente di diamanti, sebbene sia prescritto che le donne in visita al Papa non debbano indossare gioielli. Re Giorgio indossava l’alta uniforme da Feldmaresciallo.”
Incontri diplomatici difficili: “il metodo dell’ambasciata”
Dopo i Patti Lateranensi del 1929, che riconobbero la Città del Vaticano come Stato indipendente, le visite dei monarchi britannici a Roma diventarono molto più semplici. Prima di quell’accordo, infatti, il Papa — ancora irritato per la perdita delle terre pontificie dopo l’Unità d’Italia — si rifiutava di incontrare chiunque avesse fatto visita al Re d’Italia, costringendo i capi di Stato stranieri a complesse acrobazie diplomatiche.
Come racconta Matthew Glencross, Visiting Research Fellow presso l’Institute of Contemporary British History del King’s College di Londra, per evitare incidenti, molti leader seguivano il cosiddetto “metodo dell’ambasciata”: visitavano il sovrano italiano, poi tornavano alla propria ambasciata (considerata suolo nazionale) e da lì si recavano in Vaticano su una carrozza non italiana, per non attraversare ufficialmente il territorio del Regno d’Italia.

I cinque Papi di Elisabetta II
Giorgio VI non conobbe alcun papa durante il suo regno ma la figlia, la Regina Elisabetta II, durante il suo lungo reame, ne incontrò cinque.
Papa Pio XII
La prima volta che Elisabetta II incontrò un papa era ancora una principessa. Era il 1951 e l’allora Principessa Elisabetta insieme al marito, il Principe Filippo, conobbe Papa Pio XII.
Papa Giovanni XXIII
La prima visita ufficiale da Regina la compì nel 1961, incontrando Papa Giovanni XXIII. In quell’occasione, il Papa espresse la sua “profonda stima personale” per la Regina, che sopportava “il peso di così vaste responsabilità con tanta semplicità e dignità”.
Papa Giovanni Paolo II
La Regina Elisabetta II incontrò per la prima volta Papa Giovanni Paolo II in Vaticano per una visita di Stato ufficiale il 13 ottobre 1980. La visita venne ricambiata nel maggio 1982, quando, in uno storico viaggio, nel quale per la prima volta un papa mise piede in Gran Bretagna, Papa Giovanni Paolo II visitò la Regina a Buckingham Palace. I due si incontrarono di nuovo, quasi 20 anni dopo, in Vaticano per un appuntamento privato il 17 ottobre 2000.

Papa Benedetto XVI
Dieci anni dopo, a Edimburgo, in Scozia, la Regina conobbe il nuovo papa, Benedetto XVI, durante la visita di quattro giorni del Pontefice nel Regno Unito.
Papa Francesco
L’ultimo incontro della Sovrana con un papa risale all’aprile 2014 quando si recò in visita lampo a Roma e incontrò Papa Francesco senza indossare l’abito nero richiesto dal protocollo vaticano, ma in completo lilla con l’approvazione del Pontefice che le disse di non preoccuparsi dato il poco tempo a disposizione. Durante lo scambio dei doni, la Regina regalò al Papa un cesto di cibo pieno di prelibatezze locali e una bottiglia di whisky Balmoral.
Carlo III e il dialogo con la Chiesa cattolica
Re Carlo III, oltre ad avere in comune con Edoardo VII il lungo periodo da Principe di Galles, visti i duraturi regni delle rispettive madri, condivide anche il supporto al dialogo tra popoli e religioni. La scelta di Carlo di porre in primo piano il dialogo interreligioso ha favorito una nuova lettura del rapporto tra Windsor e Vaticano.
La visita di Stato in Vaticano è stata riprogrammata dopo che la precedente è stata rinviata a causa delle cattive condizioni di salute del predecessore di Leone XIV, Papa Francesco.

Il Re e la Regina hanno avuto un incontro privato con Papa Francesco in occasione del loro 20° anniversario di matrimonio, lo scorso aprile, ma hanno voluto ribadire apertura e dialogo tornando nuovamente, dopo pochi mesi, per conoscere il nuovo Papa.
I Kent e il cattolicesimo
Negli ultimi anni ci sono stati anche esponenti di Casa Windsor che si sono convertiti al cattolicesimo. La Duchessa di Kent, morta lo scorso settembre a 92 anni, nel 1994 abbracciò la fede cattolica e nel 2001 il suo terzo figlio, Lord Nicholas Windsor, seguì la madre.
Nel 2006, Lord Nicholas Windsor sposò in Vaticano, nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini, Paola Doimi de Lupis Frankopan.
La loro unione fu il primo matrimonio cattolico romano di un membro della famiglia reale britannica dal XVI secolo e il primo ad aver avuto luogo in Vaticano. Prima della cerimonia nuziale, la coppia venne anche ricevuta in udienza da Papa Benedetto XVI.
Il loro primo figlio, Albert, fu il primo bambino di Casa Windsor a ricevere il battesimo cattolico dal 1688. Il battesimo venne autorizzato da una mozione presentata in anticipo alla Camera dei Comuni.
La visita di Carlo e Camilla in Vaticano
La visita ufficiale di Carlo III e Camilla in Vaticano è fissata per il 22 e il 23 ottobre 2025, come confermato sia dalla Santa Sede che da Buckingham Palace e sarà il primo incontro tra Re Carlo III e Papa Leone XIV.
Il Papa e il Re pregheranno insieme per la prima volta
Durante questa visita, per la prima volta in epoca moderna, un sovrano britannico pregherà insieme ad un papa. Il servizio ecumenico si terrà nella suggestiva cornice della Cappella Sistina e vedrà esibirsi insieme tre cori: il Coro della Cappella Sistina, il Coro della Cappella di San Giorgio (Chiesa d’Inghilterra) e il Coro della Cappella Reale di Sua Maestà.

Nel programma ufficiale è previsto che, dopo l’incontro privato nel Palazzo Apostolico, si tenga un incontro pubblico sulla sostenibilità ambientale con imprenditori e rappresentanti istituzionali nella Sala Regia.
Il legame con la Basilica di San Paolo fuori le Mura
L’ultima tappa sarà alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, tradizionalmente associata alla monarchia inglese prima della Riforma: qui Carlo riceverà il titolo onorifico di “Royal Confrater” da parte del Cardinale James Michael Harvey. Il titolo, già approvato dal Papa, è un segno di fraternità che riconosce il legame storico tra la monarchia e la Basilica, risalente ai tempi dei re sassoni.
Sarà consegnata al Re una sedia speciale decorata con lo stemma reale e l’iscrizione “Ut unum sint” (“Che tutti siano uno”, Gv 17,21) che resterà come segno permanente dell’avvenuto riconoscimento, a disposizione del sovrano e dei suoi successori per future visite.
Questi momenti suggeriscono che, pur restando vive le differenze dottrinali, come l’ordinazione femminile o il ruolo del papa, la Corona britannica e la Santa Sede scelgono di rilanciare un rapporto, puntando su valori e interessi comuni.