Dieci anni fa, il 19 giugno, Re Felipe VI saliva al trono di Spagna con l’intento di rinnovare la monarchia dopo i tanti scandali che avevano portato all’abdicazione di Re Juan Carlos, anche se in pochi erano disposti a scommettere in una modernizzazione. Dall’esterno la monarchia sembrava immobile e poco avvezza al cambiamento.
I continui problemi causati dall’ex re hanno reso il compito di Felipe molto arduo, ma dopo anni di turbolenze, sembra che le cose stiano finalmente migliorando per la Casa Reale.
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Il nuovo regno
La sera precedente alla proclamazione, Re Juan Carlos ha firmato l’atto di abdicazione e nelle prime ore del 19 giugno ha passato la fascia di Capitano Generale delle Forze Armate al figlio, divenuto Re Felipe VI allo scoccare della mezzanotte.
Più tardi Felipe ha prestato giuramento di fedeltà al Paese, alla Costituzione spagnola e alla natura parlamentare della Monarchia di fronte a una sessione congiunta del Congresso e del Senato.
“Oltre al gradimento, al rispetto e alla fiducia dei cittadini, la monarchia deve salvaguardare la dignità dell’istituzione, mantenere il suo prestigio e comportarsi in modo diretto, onesto e trasparente, in conformità al suo ruolo istituzionale e alla sua responsabilità sociale”, ha affermato Re Felipe nel suo discorso di insediamento.
“Perché solo così avrà l’autorità morale necessaria per esercitare le sue funzioni”, ha aggiunto.
Rimarcando questo passaggio, il nuovo Re ha voluto far capire agli spagnoli il cambio di rotta che ha poi messo in atto sin dall’inizio del suo regno. Ha dovuto raccogliere i tanti pezzi nella quale si era frantumata la fiducia nei confronti della monarchia e ricomporla piano piano con grande umiltà e lavoro continuo.
Per anni tutti affermavano che la Spagna non era un Paese monarchico ma “Juancarlista”, gli spagnoli nutrivano un grande amore e tanta riconoscenza per Juan Carlos I ed è stato sorprendente come in poco tempo la situazione sia totalmente cambiata.
Juan Carlos I
Juan Carlos era salito al trono nel 1975, demolendo l’eredità del potere dittatoriale di Francisco Franco. Nel 1981 era riuscito, addirittura, a contrastare un colpo di Stato e negli anni a seguire era diventato popolarissimo. Sembrava che sarebbe potuto rimanere Re fino alla morte, ma in poco tempo tutto è crollato.
Il vaso di Pandora si è scoperchiato nell’aprile 2012 quando Juan Carlos si è rotto l’anca cadendo, mentre cacciava elefanti in Botswana con Corinna zu Sayn-Wittgenstein-Sayn, sua amante da diversi anni.
La Spagna stava attraversando un periodo difficile, c’era una forte crisi finanziaria iniziata nel 2008 e il tasso di disoccupazione era molto alto.
Così non sono state sufficienti le scuse rilasciate da Juan Carlos, alle nuove generazioni non bastava un passato glorioso, il Paese era molto diviso. I media spagnoli erano a conoscenza delle relazioni extraconiugali del monarca che duravano da anni, ma avevano taciuto per rispetto di un uomo che tanto aveva fatto per il Paese.
La fiducia del popolo nel Re e nella monarchia è stata ulteriormente scalfita dall’imputazione del genero Iñaki Urdangarin, accusato di appropriazione indebita per milioni di euro.
Così nell’arco di due anni il sostegno alla monarchia era sceso sotto il 50%, mentre l’indice di gradimento di Juan Carlos era addirittura soltanto del 41%. Suo figlio Felipe, invece, godeva della fiducia del 66%. Dopo tutte queste vicende e le ostilità crescenti, Juan Carlos non ha potuto fare altro che abdicare.
Un primo ostacolo per Felipe è arrivato pochi giorni dopo l’insediamento, quando un giudice ha deciso di processare la sorella, la Principessa Cristina, nel procedimento nel quale era già imputato il marito.
Mentre la Principessa è stata assolta nel giugno 2018, il marito, oggi ex, Iñaki Urdangarin è stato condannato a cinque anni e dieci mesi di carcere. Felipe ha privato Cristina del suo ducato e di qualsiasi ruolo ufficiale nella monarchia per dare seguito alle parole dette durante il giuramento.
Felipe VI
Nel 2015, previa autorizzazione di Re Felipe, è stato effettuato il primo controllo delle finanze della monarchia spagnola da parte di un ente esterno. Dai risultati è emerso che il Re aveva ridotto il suo assegno annuale e quello dell’intera famiglia.
Nel corso degli ultimi anni, l’assegno complessivo è stato ulteriormente ridotto, a beneficio delle finanze dello Stato e dei cittadini. Inoltre, sempre per un accordo non scritto che si basa sulla trasparenza, Re Felipe ha deciso di rendere pubblico che l’istruzione di entrambe le sue figlie sarebbe stata pagata privatamente dal Re e dalla Regina di Spagna, in modo tale che i loro studi all’estero non avrebbero comportato un aumento dei contributi pubblici.
I primi anni di regno, quindi, si sono concentrati sul ripristino dell’immagine pubblica della monarchia spagnola, come aveva promesso il Re.
Juan Carlos ha continuato a creare “involontariamente” problemi al nuovo Re, quando è emerso che Felipe era stato nominato beneficiario ereditario di fondi istituiti proprio dal padre.
Per tutta risposta, Felipe ha pubblicamente rinunciato a qualsiasi eredità da parte del padre e ha tolto all’ex monarca, che ormai si era ritirato dalla vita pubblica, l’indennità della lista civile.
Nel giugno 2020 il procuratore generale della Corte Suprema spagnola ha aperto un’indagine per determinare se Re Juan Carlos fosse processabile. Dopo tanto lavoro da parte di Felipe, la fiducia nella monarchia era nuovamente in calo, così i due Re hanno concordato che Juan Carlos lasciasse il Paese. Il 3 agosto, l’ex Re ha annunciato il suo esilio volontario e da allora vive ad Abu Dhabi.
Alla fine, la posizione di Juan Carlos è stata archiviata, sia per l’immunità di cui godeva in qualità di capo di Stato quando sono avvenuti i fatti sia perché aveva colto l’opportunità, data dalle leggi spagnole, di pagare retroattivamente le tasse che aveva evaso.
I due Re, padre e figlio, si sono ritrovati vicini due anni dopo l’esilio volontario di Juan Carlos, a Londra, nell’Abbazia di Westminster per i funerali di Elisabetta II e nel febbraio di quest’anno, sempre in Inghilterra, Re Felipe è stato visto porgere un braccio di sostegno al padre mentre insieme lasciavano la commemorazione a Windsor per il fratello della Regina Sofia, l’ex Re Costantino II di Grecia.
Felipe sta facendo fronte anche ad uno scandalo privato che ha coinvolto nei mesi scorsi la moglie Letizia. In passato, la Regina avrebbe avuto una presunta relazione extraconiugale con l’ex cognato Jaime del Burgo. L’uomo ha più volte ribadito l’esistenza di questa ipotetica storia d’amore anche sui suoi social media. L’indiscrezione era uscita per la prima volta a novembre nel libro Letizia y Yo del giornalista Jaime Peñafiel.
Tuttavia, le sue affermazioni hanno scatenato la rabbia di molti spagnoli che ritengono ingiusto questo attacco alla Regina e non sembrano aver causato danni alla monarchia. Nessuno però è a conoscenza di eventuali problemi coniugali scaturiti dalla vicenda.
Il futuro della monarchia spagnola
A dieci anni dall’inizio del suo regno, Felipe VI appare come un monarca che lavora tanto per il suo Paese e che conduce una vita più semplice e moderna, rispetto al suo predecessore. Nonostante il lavoro fatto, il futuro della monarchia spagnola rimane incerto. I sondaggi indicano che gli spagnoli sono equamente divisi tra monarchici e repubblicani.
La speranza di un futuro è riposta in Leonor, la Principessa delle Asturie, che è sempre più popolare in patria, tanto che lo scorso ottobre, in occasione del suo 18° compleanno, si è addirittura parlato di “Leonormania”. Nei prossimi 10 anni, la sfida di Re Felipe e della sua erede è quella di riuscire a tenere unito il Paese – oggi molto diviso – sotto l’egida di una monarchia che dà stabilità e sicurezza al suo popolo.