Abdicazioni reali, quando i sovrani lasciano il trono

Per volere o per dovere e responsabilità verso una nazione, le abdicazioni nelle famiglie reali non sono poi così inconsuete, eccezion fatta per quella inglese

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Gilda Faleri

Giornalista e Royal editor

Royal Watcher toscana laureata in comunicazione. Scrive principalmente di famiglie reali e ha fondato uno dei primi blog italiani a tema royals.

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‘Il re è morto, viva il re’, non sempre questa espressione di origine francese, usata per annunciare la morte di un sovrano e l’ascesa al trono del successore, è valida nelle monarchie.

C’è un’opzione poco gradita agli inglesi ma molto utilizzata nelle altre monarchie europee: l’abdicazione. A volte per amore, altre per scandalo, altre ancora per scelta consapevole di passare il testimone a una generazione più giovane. Questa scelta ha fatto spesso tremare i palazzi reali per il simbolo di continuità e stabilità che la monarchia incarna. Oggi è il Lussemburgo che sta attuando un nuovo cambio dinastico, ma nel XX e nel XXI secolo si contano molte rinunce al trono.

Lussemburgo: quattro abdicazioni in 100 anni

In poco più di cento anni, il Granducato di Lussemburgo assiste all’abdicazione di quattro sovrani, trasformando la scelta in tradizione di famiglia. I monarchi non aspettano la morte per cedere lo scettro, ma preparano una transizione, un passaggio di consegne come avviene in una grande azienda.

Nel 1912 Guglielmo conferma come sua erede la figlia maggiore, Maria Adelaide, che regna dal 1912 al 1919, quando decide di abdicare. Maria Adelaide regna per tutta la Prima guerra mondiale, ma il suo velato sostegno agli occupanti tedeschi causa malumori e una grande impopolarità della granduchessa. Così, Maria Adelaide abdica in favore della sorella, Charlotte, il 14 gennaio 1919.

Qualche mese prima, nell’ottobre del 1918, scrive: “In qualsiasi nuovo accordo reso necessario dalla probabile fine della guerra, non c’è bisogno di mostrare riguardo per la mia persona; sto contemplando l’abdicazione. Per il futuro della dinastia del Lussemburgo, la garanzia di eredi è una condizione essenziale. Non mi sposerò mai. Mia sorella Charlotte si è fidanzata con suo cugino, il principe Felice di Borbone-Parma. Un matrimonio precoce è auspicabile”.

Quando la granduchessa Charlotte abdica nel 1964, dopo 45 anni, il Paese assiste a una cerimonia sobria per il passaggio di consegne al figlio Jean: la sovrana è molto amata e durante la Seconda guerra mondiale è un vero e proprio simbolo di resistenza. Nel discorso di abdicazione fa leva sull’età che avanza: “il limite che la saggezza impone a qualsiasi attività umana”. E così quasi quarant’anni dopo, nel 2000, tocca a Jean consegnare il regno nelle mani del figlio Henri. Una cerimonia cordiale nella quale i due sovrani sono seduti uno accanto all’altro.

Il nuovo granduca Guillaume

Oggi la storia si ripete: il granduca Henri, nel suo discorso di Natale 2024, ha annunciato l’abdicazione prevista il 3 ottobre 2025. Il figlio Guillaume era già stato nominato “luogotenente rappresentante”, segno che il passaggio sarebbe stato imminente. In Lussemburgo, sono iniziati i festeggiamenti, con le bandiere già esposte e i cittadini accorsi per ringraziare Henri e Maria Teresa, e salutare i nuovi granduchi, Guillaume e Stéphanie. In Lussemburgo, l’abdicazione non è una rottura, ma la conferma di una tradizione che rassicura il popolo.

Edoardo VIII: quando l’amore fa tremare la Corona

L’abdicazione più celebre degli ultimi cento anni resta quella di Edoardo VIII. È il 1936 quando il re, meno di un anno dopo l’ascesa al trono, annuncia che abdicherà per sposare Wallis Simpson, americana con due divorzi alle spalle. Il loro è un amore ostacolato dalla Chiesa e dall’establishment britannico.

Edoardo VIII comunica la sua abdicazione tramite un discorso trasmesso alla radio
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Edoardo VIII comunica la sua abdicazione tramite un discorso trasmesso alla radio

Il suo discorso alla radio “Non posso portare il fardello della responsabilità senza la donna che amo” diventa il manifesto di una scelta che mescola sentimento e scandalo. Gli inglesi si dividono: la maggior parte lo giudica irresponsabile e traditore della patria, una minoranza lo ammira per aver messo il cuore davanti alla corona.

Una scelta che cambia per sempre la storia di un Paese, portando in seguito sul trono una grande regina che regnerà per oltre 70 anni: Elisabetta II. Quando l’allora principessa Elisabetta per il suo ventunesimo compleanno dice che avrebbe dedicato tutta la vita al suo popolo, la regina Guglielmina dei Paesi Bassi commenta: “Si è decisamente adattata meglio di me all’inevitabile e si è elevata più in alto”.

Paesi Bassi: le regine lasciano il trono

La regina Guglielmina guida l’Olanda attraverso due guerre e nel 1948 lascia il trono alla figlia Giuliana. Nel 1980 Giuliana sceglie a sua volta di abdicare, passando lo scettro a Beatrice. Il giorno prima dell’abdicazione, ripensando al suo regno esclama “La vita è bella ma dura”. Quel giorno ad Amsterdam il clima è difficile, dentro il palazzo la cerimonia di abdicazione e di giuramento, nelle strade tante proteste contro la monarchia e contro la crisi economica.

Il 28 gennaio 2013 la regina Beatrice d'Olanda annuncia la sua abdicazione
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Il 28 gennaio 2013 la regina Beatrice d’Olanda annuncia in tv la sua abdicazione

Infine, nel 2013, anche Beatrice decide di lasciare il timone del regno. Con voce ferma, annuncia alla nazione che è tempo di passare alla nuova generazione. Le televisioni di tutto il mondo riportano la notizia. Un passaggio cordiale ed emozionante al figlio Willem-Alexander, molto diverso da quello che Beatrice aveva conosciuto.

Belgio: i re lasciano il trono

Più travagliata la storia della casa reale belga. Re Leopoldo III, accusato di aver ceduto troppo ai tedeschi durante l’occupazione, diventa un sovrano impopolare e nel 1951, sceglie, anche se non ha molte altre opzioni, di abdicare in favore del figlio Baldovino, un giovane poco più che ventenne che avrà un regno lungo e sarà molto amato.

21 luglio 2013, il giorno dell'abdicazione di Alberto II e dell'insediamento del re Philippe del Belgio
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21 luglio 2013, il giorno dell’abdicazione di Alberto II e dell’insediamento del re Philippe del Belgio

Molti anni dopo, nel 2013, anche Alberto II, fratello di Baldovino, abdica, questa volta in modo pacifico e per motivi di età, lasciando il trono al figlio Philippe. In questo caso, l’abdicazione è percepita come un gesto di responsabilità, non come una necessità.

Danimarca: la decisione shock di Margherita II

Il 2024 segna un passaggio inaspettato per la Danimarca: l’abdicazione dell’amata sovrana dopo 52 anni di regno. La regina annuncia la rinuncia a sorpresa nel discorso di capodanno 2023, ufficialmente per motivi di salute.

Il 14 gennaio 2024 a Copenaghen, Margherita II  firma l’atto davanti al Consiglio di Stato seduta accanto al figlio, l’erede Frederik, poi si alza, si volta ed esce in fretta dalla stanza, cercando di non farsi tradire dall’emozione. Margherita rimane una sovrana molto amata e la sua abdicazione lascia inizialmente molta incredulità tra i danesi.

Spagna: l’addio obbligato di Juan Carlos

Anche la Spagna ha vissuto un’abdicazione che ha segnato un’epoca. Nel 2014 Juan Carlos, il re che ha guidato la nazione verso la democrazia e che ha difeso la Costituzione durante il golpe del 1981, decide di lasciare il trono al figlio Felipe.

Juan Carlos e Felipe di Spagna durante la cerimonia di abdicazione, il 18 giugno 2014
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Juan Carlos e Felipe di Spagna durante la cerimonia di abdicazione, il 18 giugno 2014

La cerimonia è sobria, ma carica di polemiche: la decisione arriva dopo anni di scandali che avevano travolto il sovrano. Un’uscita di scena poco gloriosa per un re che ha fatto tanto per la Spagna.

Giappone: la prima abdicazione in 200 anni

Anche nell’impero del Sol Levante c’è un’abdicazione inaspettata. Il 30 aprile 2019, Akihito diventa il primo imperatore a rinunciare al trono in Giappone in 200 anni a causa della salute cagionevole. Il figlio maggiore, Naruhito, diventa imperatore, inaugurando la nuova era “Reiwa”.

L'imperatore giapponese Akihito e l'imperatrice Michiko alla cerimonia di abdicazione “Taiirei Seiden no gi”, il 30 aprile 2019
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L’imperatore giapponese Akihito e l’imperatrice Michiko alla cerimonia di abdicazione “Taiirei Seiden no gi”, il 30 aprile 2019

Che sia una scelta di responsabilità o un obbligo, l’abdicazione resta comunque un gesto molto discusso. Per alcuni è un tradimento verso il popolo, per altri è la prova che un sovrano ama il proprio regno abbastanza da saperlo lasciare al momento giusto.