Tecnica della sedia vuota: uno spazio per i giudizi e le zavorre emotive

Fare i conti con il proprio passato, con ciò che pensiamo di noi, ci permette di stare meglio e di sentirci più liberi

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Fare i conti con il passato e liberarsi di tutti quei pesi che, magari per lungo tempo, ci siamo trascinati dietro. Sembra una missione impossibile ma non è così: perché ci sono degli spazi che si possono ritagliare per fare i conti con i giudizi e le zavorre emotive e liberarsene. Accade grazie alla tecnica della sedia vuota.

Ciò che è accaduto in un tempo passato, chi eravamo, i legami che avevamo, possono fare male perché con il tempo le cose si vedono da altre prospettive, ma anche perché non si riesce sempre a far pace con tutto ciò che è successo. A volte ciò che ci è stato detto, i giudizi sulla nostra persona, restano impressi a tal punto che potremmo essere i primi ad avere determinate opinioni su di noi.

Come riuscire a eliminare questo bagaglio emotivo che nuoce al nostro benessere?

Come osservare ciò che è accaduto nel passato

Certi legami del passato irrisolti, certi errori commessi, certi giudizi che sono solamente la conseguenza di quello che pensavano di noi gli altri. Se ci guardiamo dentro, se scaviamo in profondità dentro di noi, ci accorgeremo che ne abbiamo tutti. Le ragioni possono essere le più disparate e possono anche derivare da interpretazioni errate di emozioni o dal fatto che si sono considerate sbagliate cose che non lo erano o che non eravamo capaci di gestire.

La prima cosa da fare è quella di non giudicare: se si riesce ad andare oltre la classificazione delle emozioni, si può vivere quello che si prova osservandolo in maniera più distaccata. Non c’è nulla di giusto o di sbagliato: c’è quello che si prova e va guardato senza volerlo cambiare.

Poi esistono strategie per comprendere non solo il presente, ma anche il passato e la tecnica della sedia vuota è un mezzo per ottenere quel risultato.

La tecnica della sedia vuota: come funziona

La prima cosa da sapere è che la tecnica della sedia vuota è una strategia adottata nei percorsi terapeutici, ma nulla ci impedisce di provare anche a sperimentarla da soli. Consiste nello scegliere uno spazio in cui far sedere una persona e poi descriverla. Attenzione: non si tratta di un individuo qualunque, ma quella persona “virtuale” saremo proprio noi in un determinato momento della nostra vita. Quello su cui sentiamo il bisogno di lavorare.

E quindi la prima cosa da fare sarà quella di descrivere chi è l’individuo che si è seduto con noi: tutti i dettagli ci possono aiutare a tornare a quei tempi. Quindi lo stile, le cose che ci piacevano, come passavamo il nostro tempo.

Poi, il passo successivo, sarà quello di riportare a quella persona tutti i giudizi, senza filtri e senza alcuna remora. Alla fine, ci ritroveremo più consapevoli di quanto accaduto, riusciremo a ricostruire il perché magari sono state prese determinate decisioni. Ed elimineremo il giudizio, perché saremo consci delle emozioni che abbiamo provato all’epoca. E acceteremo le nostre scelte, quello che provavamo, grazie a uno spazio in cui potremo guardare dentro di noi.

I giudizi e le zavorre emotive perderanno il loro peso e saremo i primi a poter vivere ogni giorno liberi da quelle catene che hanno anche influito sul presente e sul rapporto con gli altri.