Mia madre è una bambina. E sono stanca di farle da genitore

Perdonare un genitore che ci priva della nostra infanzia, anche se inconsapevolmente, è sempre difficile. E lascia segni profondi nel cuore che non si possono dimenticare

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Ciao sono M. e ho 34 anni, e sono stata privata della mia infanzia. Sono cresciuta insieme a mia madre e non ho mai conosciuto mio padre. Siamo sempre state io e lei, una famiglia, fino a quando nella sua vita è entrato un uomo che lei ha trascinato prepotentemente anche nella mia quando ero solo una bambina. Da quel momento io sono rimasta sola. Mi ha lasciato a casa a Natale e durante le feste, è sparita interi weekend millantando imprevisti sul lavoro, raccontando bugie a me, a sua figlia, per vivere la sua favola d’amore. Ho avuto un grave incidente, e anche in quell’occasione lei ha preferito stare con lui. La storia poi è finita, ed è toccato a me curare le sue ferite, raccoglierla quando lui l’aveva gettata via. Ora la situazione sembra ripetersi, perché lei si è infatuata follemente di un uomo più giovane di lei, quasi un mio coetaneo, e conosco già l’epilogo di questa storia. Io non ce la faccio più a occuparmi di lei e preoccuparmi di lei, non è giusto. Voglio riprendermi la mia vita adesso, dato che quell’infanzia che mi ha portato via non me la restituirà più nessuno.

Mia cara M., parlare di rapporti familiari è sempre molto complicato e delicato, soprattutto quando le nostre esperienze ci insegnano che non sempre la famiglia è quella composta dalle persone con le quali condividiamo lo stesso DNA, e sicuramente non è quella che si mostra felice e sorridente in uno spot pubblicitario, perché è fatta anche di problemi, di momenti bui e soprattutto di errori.

Certo è che saperlo non ci prepara mai davvero a sopportare il dolore e la sofferenza degli sbagli commessi, perché poi come si fa a fare i conti con questa cosa? Come si può accettare che le persone che dovrebbero proteggerci, e prendersi cura di noi, vengono meno a quei taciti e naturali accordi? Guardare in faccia la realtà, in questi casi, è difficile e fa male. Eppure accade e non ci resta che accettarlo, perché i genitori non si scelgono, sono loro che scelgono noi. A volte lo fanno con imprudenze, e con un pizzico di inesperienza, ma non credo che questo debba farci mettere in dubbio l’amore che provano per noi, anche se a volte non sanno come dimostrarlo.

Vedi, ho commesso anche io l’errore di pensare che i miei genitori fossero perfetti, proprio come quelli dello spot pubblicitario. Ma crescendo ho capito che mi sbagliavo, perché prima di essere i miei genitori, mia madre e mio padre erano esseri umani. Con i loro difetti e con i loro pregi, ma soprattutto con i loro errori. Perché sono gli sbagli a renderci umani.

Tu lo hai dovuto scoprire prima di tutti gli altri, e hai ragione quando dici che non è giusto, non lo è. Perché nessuna bambina dovrebbe essere risvegliata dalla sua spensieratezza in maniera così brusca e prepotente. Eppure è successo, e anche se ti senti privata della tua infanzia, sai bene che quel passato che non hai avuto nessuno potrà dartelo indietro mai più. E non voglio mentirti dicendo che tutto questo, presto, si trasformerà in un lontano ricordo, perché le mancanze di tua mamma probabilmente ti hanno lasciato dei segni profondi nel cuore e dell’anima con i quali dovrai convivere per il resto della vita.

Quello che ti invito a fare, però, è di non guardare più tua madre solo come un genitore che ha sbagliato, ma come una donna con tantissime fragilità. Impara a perdonarla, se puoi. Solo così darai a lei, e a te stessa, la possibilità di ricucire questo rapporto.