Mamma e figli: chi litiga si somiglia

Se litighi sempre con il tuo bambino è perché in lui vedi qualcosa di te che proprio non ti piace. Parola degli esperti

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 5 Agosto 2021 14:41Aggiornato: 30 Agosto 2024 11:16

L’amore non è bello se non è litigarello. Sono in molti a sostenere questa teoria, anche se non tutte le coppie sono d’accordo (e meno male!). Ma che dire di quando quei litigi, invece, animano i rapporti familiari? È il caso di tutte quelle discussioni che si innescano tra mamma e figli, anche per la innocua delle cose.

Normale amministrazione, direbbe qualcuno. Nonostante, infatti, i figli sono pezzi di cuore, i capricci che naturalmente gli appartengono, in determinate situazioni, possono davvero spazientirci e farci perdere le staffe. E va bene anche così, del resto in ogni famiglia sana ci sono le piccole discussioni che servono proprio a gettare le basi dell’educazione che si darà, poi, ai piccoli di casa. Ma vi siete mai chiesti come mai con alcuni figli discutete di più?

Forse perché i caratteri sono diversi, o perché lui o lei assomigliano più all’altro genitore, e da lui hanno ereditato tutti i difetti. O forse perché, come suggerisce la scienza, sono più simili a noi di quanto immaginiamo. Ecco cosa dicono gli esperti a riguardo.

Mamma e figlio come cane e gatto: i motivi svelati dalla scienza

Una premessa è doverosa, non esistono mamme, e più in generale, genitori perfetti, così come è impossibile avere la pretesa di far funzionare sempre, e in maniera ottimale, ogni relazione. I bambini, anche se crescono sotto un’educazione imposta, hanno comunque delle loro personalità, uniche e diverse.

Nonostante infatti il compito dei genitori è quello di impartire le stesse regole e garantire le medesime opportunità, quando si tratta di fratelli e sorelle, è doveroso ricordare che, appunto, si tratta di entità diverse e individuali e che, di conseguenza, avranno risposte differenti all’educazione impartita.

Se quindi vi ritrovate in una situazione in cui discutete più spesso con un figlio, piuttosto che con un altro, sappiate che non siete sole, certamente non le uniche. Forse questo non è consolatorio, ma basta a bandire i sensi di colpa. Secondo la scienza, poi, c’è un motivo preciso per cui si crea un rapporto cane-gatto con un figlio e, siamo certi, che questo vi sorprenderà.

Secondo la psicologa familiare del Collegio ufficiale degli psicologi in Catalogna, Marta Segrelles, i conflitti tra mamma e figlio aumentano quando questi due si somigliano. Sì, avete capito bene: i genitori tendono a discutere proprio con quel figlio che a loro somiglia di più.

Chi si somiglia litiga

Sembra un paradosso, quello che ci vede andare meno d’accordo proprio con chi ci somiglia di più. Eppure per la scienza non ci sono dubbi: i rapporti litigarelli tra mamma e figlio sono imputabili alle similitudini caratteriali.

Secondo Marta Segrelles, infatti, quando una mamma riconosce in quel figlio determinati atteggiamenti che un tempo sono stati anche i suoi, attiva inconsciamente un meccanismo di proiezione. Si riconosce dunque in una serie di comportamenti o tratti caratteriali che gli appartengono e che non apprezza particolarmente, così mostra mal tolleranza nei confronti del piccolo perché vorrebbe che lui fosse diverso.

Seppur, come anticipato, si tratta di un meccanismo naturale, riconoscerlo non può che giovare alle mamme e anche ai figli. Questo perché non è mai giusto proiettare sui propri bambini le personali aspettative o i timori per il futuro. Qualora quindi le discussioni dovessero generare particolari malesseri, per le mamme e per i figli, il consiglio è quello di scavare nelle motivazioni e aggiustare il tiro.

È bene ricordare, infatti, che nonostante la gran voglia di proteggerli, i figli devono essere lasciati liberi di esprimersi e di fare errori, anche se questi calcano le nostre orme. Starà a voi, poi, insegnare loro a crescere, maturare e imparare da quelli.