Figli boomerang: “Torno a vivere dai miei genitori”

Giovani depressi e non contenti, genitori stressati e destabilizzati: cosa succede, per davvero, quando i figli tornano a casa dopo un periodo di autonomia?

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 25 Febbraio 2022 11:41

C’era un tempo, neanche troppo lontano, in cui i genitori dovevano fare i conti con la tanto temuta sindrome del nido vuoto, quel momento in cui i figli, ormai adulti, andavano via di casa per studiare, lavorare e iniziare una vita indipendente. Un distacco che però nei tempi moderni, ha subito un grande ritardo se non un’importante trasformazione.

Le condizioni di precarietà con le quali devono scontrarsi oggi i giovani adulti li costringono, spesso, a restare sulla via di casa e, nel peggiore dei casi, a tornare in quella casa. Quella dei loro genitori.

Eccolo qui l’effetto dei figli boomerang. Quelli che hanno provato a costruire la loro vita, che hanno inseguito i loro sogni, perseguito gli obiettivi, salvo poi ritrovarsi sempre più affaticati, completamente sopraffatti dalla morsa della precarietà.

Così, tornare a casa dai genitori sembra l’ultimo baluardo di salvezza, l’oasi nel deserto, il luogo dove sentirsi di nuovo al sicuro, o almeno provarci. E questo accade sempre più spesso, soprattutto per ragioni economiche, ma anche a causa di relazioni fallimentari che fanno sprofondare nella solitudine.

Tornare da mamma e papà sembra l’unica opzione possibile. E forse è vero, o forse non lo è. Sta di fatto che questo ritorno nel nido d’infanzia ha un impatto sulla società contemporanea. Secondo i dati condivisi dal Rapporto Giovani, sono tantissimi i ragazzi tra i 25 e i 35 anni che sono tornati a vivere con i loro genitori a causa dell’insicurezza economica e dell’impossibilità nel creare una famiglia. Ma questo scenario quali conseguenze comporta? Analizziamole insieme con dati alla mano.

Secondo uno studio condotto dagli esperti del Max Planck Institute for Demographic Research e pubblicato sulla rivista Society and Mental Health, tornare a casa dai genitori ha per i figli delle conseguenze piuttosto pesanti dal punto di vista del benessere mentale ed emotivo.

Con un sondaggio che ha coinvolto 20000 giovani americani, i ricercatori hanno evidenziato che, dai dati raccolti, è emerso un aumento di malessere e depressione che riguarda proprio tutte quelle persone che, dopo un periodo di indipendenza e autonomia, sono tornate a vivere dai loro genitori.

I motivi, crediamo, siano facilmente intuibili. L’indipendenza economica e sociale arriva solitamente con l’età adulta, ed è proprio questa la condizione che ci fa sentire grandi. È ovvio, quindi, che quando torniamo dai nostri genitori dopo un fallimento lavorativo o sentimentale, il nostro benessere è messo a dura prova. Perché si ha la sensazione di essere incapaci di provvedere a se stessi, perché si rinuncia a quell’indipendenza e all’autonomia che si era raggiunta non con poca fatica.

E i genitori? Sempre secondo i ricercatori del Max Planck Institute for Demographic Research, le conseguenze su questo ritorno al nido infantile riguardano anche mamma e papà. Se è vero che da una parte i genitori lasciano sempre la porta semi aperta per i loro figli, è vero anche che il loro ritorno a casa si configura come un evento destinato a destabilizzare quella nuova routine creata proprio durante l’assenza. Questo quindi potrebbe creare delle situazioni di stress e malessere per tutta la famiglia.