Gli dèi dentro l’uomo: l’archetipo Zeus, tra volere e potere

Zeus, l'archetipo del dominio assoluto, rappresenta il potere supremo, l'autorità indiscussa e il controllo totale, una figura che sarebbe sempre meglio evitare

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

Nella nostra società, in linea di massima, il successo è il motore attorno al quale ruotano le nostre vite. È un sistema che non pone domande, che non giudica i mezzi, ma solo i risultati. Viviamo in un mondo in cui l’ascesa sociale e professionale, la ricchezza materiale e il riconoscimento pubblico sono i parametri con cui misuriamo il nostro valore.

In questa corsa sfrenata verso il potere, sembriamo aver perso di vista il vero significato della vulnerabilità umana. Abbiamo permesso che la nostra autenticità venga sopraffatta da un’illusione di grandezza, una chimera che in realtà non fa altro che svuotarci di ciò che veramente conta.

In questo panorama apparentemente desolante, c’è una voce del passato che risuona ancora forte e chiara: è il mondo degli dèi greci, con le sue leggende e i suoi antichi archetipi che, ancora oggi, rappresentano aspetti universali dell’esperienza umana e continuano a parlare alla nostra coscienza, se solo siamo disposti ad ascoltare. Sono il simbolo di una saggezza immortale, una comprensione profonda della natura dell’uomo che trascende i confini del tempo e dello spazio.

Eppure, tra gli archetipi universali, uno sembra tuttora dominare la nostra cultura, plasmando gli eventi e la realtà che viviamo: l’archetipo di Zeus, il dio supremo dell’Olimpo. Questa figura mitologica è senza dubbio l’incarnazione del “maschio alfa”, un simbolo di potere, autorità e supremazia.

Il suo nome evoca immagini di forza e autorità, riflettendo un modello maschilista e patriarcale che ha influenzato la nostra società per secoli. L’archetipo di cui, oggi più che mai, non ne abbiamo davvero bisogno.

L’archetipo maschile di Zeus: la forza e il potere sovrano

Ma cosa significa veramente incarnare l’archetipo di Zeus? Jean Shinoda Bolen, nel suo libro “Gli dèi dentro l’uomo”, dipinge Zeus come “un padre autoritario, che vuole sempre l’ultima parola”.

È una figura di straordinario potere e autorità, collocata frequentemente ai vertici della gerarchia, sia nel mondo degli affari, sia in quello politico. Egli rappresenta il fulcro stesso del comando, il punto focale in cui si concentrano le decisioni e le strategie. È lui, con la sua mano ferma, a dettare le regole del gioco, a tracciare le rotte da seguire e a gestire con maestria il timone della realtà.

Uno stratega nato, capace di scorgere opportunità dove altri vedono ostacoli. La sua visione è chiara e decisa, il suo pensiero è lucido e diretto.

Tuttavia, l’ardente ambizione che brucia nel cuore di Zeus può spingersi oltre i confini stabiliti, trasformandosi in una forza incontenibile che cerca di appagare i propri desideri a ogni costo. In questo frangente, si manifesta il suo lato più oscuro: la tendenza a opprimere gli altri per affermare la propria supremazia, il desiderio di dominare invece che guidare.

È una presenza sovrastante che non tollera opposizioni. La sua visione del mondo è assoluta, priva di quel senso critico che caratterizza invece l’essere umano capace di autoanalisi, di riconoscere gli errori e imparare da essi. Questo archetipo, infatti, non vede la critica come un’opportunità di crescita, ma come un attacco alla propria persona, un segno di debolezza o, peggio ancora, un atto di ribellione. Questo atteggiamento lo porta a respingere qualsiasi forma di dissenso, a punire chi osa contraddirlo, creando così un ambiente in cui la paura e la sottomissione diventano le forze motrici.

Le sue relazioni personali sono basate sul possesso e la sottomissione. In questa dinamica distorta si delineano chiare gerarchie, stabilite da lui, nelle quali si pone inesorabilmente come re indiscusso.

L’uomo Zeus, se lo conosci lo eviti

È consapevole del proprio fascino il maschio alfa, quel tipo di uomo che non deve chiedere mai, che sembra avere sempre tutto sotto controllo. Un ideale radicato nel nostro immaginario collettivo, alimentato da film, libri, ma che, in realtà, sarebbe sempre meglio evitare.

Prima di tutto, l’uomo che incarna l’archetipo di Zeus è un guerriero innato, il classico “uomo predatore”. Può sembrare eccitante, fino a quando non ti rendi conto che la sua propensione a instaurare rapporti basati sulla sottomissione, non può essere più un modello di comportamento accettabile.

Nel suo schema mentale, l’altro diventa un oggetto da possedere, da controllare, da dominare appunto. Non c’è possibilità di reciprocità, dialogo o empatia. In poche parole, non c’è spazio per te. E dietro questo desiderio di comando assoluto, spesso, si nasconde solo un grande senso di inadeguatezza.

Lasciamo, quindi, l’uomo Zeus al suo trono solitario e camminiamo, invece, verso un futuro libero e senza stereotipi. Perché è questo il futuro che noi donne meritiamo.