Accidenti a lui. E accidenti a noi, che ci siamo cascate ancora una volta. Ci siamo fidate dell’uomo sbagliato. Eppure eravamo convinte che lui fosse sinceramente coinvolto. E invece no. Cos’è che non va? Perché non funziona mai?
Indice
Come uscire dalla trappola degli uomini sbagliati
Di chi è la colpa?
Intanto togliamoci dalla testa che la colpa sia nostra perché siamo poco furbe, sprovvedute, ingenue. Noi siamo persone corrette, sempre in buona fede, perché siamo oneste e ci fidiamo degli altri. Altresì la colpa non è di lui, che si è comportato come il suo solito, ovvero (a seconda del tipo in cui siamo incappate) da narcisista, egoista, bello-e-dannato, immaturo, collezionista di flirt, semplice imbecille.
Addossarsi le colpe o scaricarle sul prossimo non è una soluzione furba per risolvere i problemi. E meno che mai è risolutivo credere che sia tutta colpa della sfortuna, che non esiste, con buona pace di tutti quelli che ci credono e pensano di spiegare così gli eventi negativi. Cerchiamo invece di avere un quadro reale della situazione e di trovare una soluzione vantaggiosa e “salvavita” per noi.
Le cause degli errori
Ogni volta ci auguriamo che lui sia diverso dal precedente, che abbia delle doti nascoste che prima o poi emergeranno, che riusciremo a padroneggiare la situazione. Ma quello che stiamo per fare, probabilmente, è incappare in uno di questi errori.
Ignorare i segnali
Un uomo “sbagliato” lancia sempre dei segnali (o red flags) che ci comunicano l’incompatibilità con noi. Una risposta acida o cattiva, la tendenza a non ascoltarci, le maniere rudi nell’approccio fisico. Oppure l’abitudine a non rispettare gli appuntamenti, a ignorare o prendere in giro le nostre idee, a dirci che le altre sono meglio, a non badare al nostro piacere, a mettere al primo posto i suoi interessi. Ce n’è abbastanza per scaricarlo nel primo contenitore dell’indifferenziata.
E invece continuiamo a credere che sia lui quello giusto per noi: fingiamo che i suoi difetti siano inezie trascurabili, che in fondo sia buono, gentile e altruista, convinte che in ogni coppia ci sia chi è più “monello” e chi più paziente. In breve, ecco come farsi male da sole pensando che l’amore sia sopportazione e rassegnazione. Spoiler: non lo è. Apriamo gli occhi e riconosciamo che certi atteggiamenti sono nocivi per noi, addirittura offensivi. Fa male, è vero, perché è più comodo illudersi che non lo siano. Poi però ci troviamo con le cicatrici sul cuore e malediciamo il momento in cui abbiamo ignorato i segnali di pericolo.
Bisogno di sentirci accettate
Un uomo che risponde ai nostri sguardi, ci sorride, ci manda tanti messaggi carini e ci prova con noi è una grande gratificazione. Se non abbiamo una buona opinione di noi stesse, abbiamo bisogno di sentirci accettate, amate e sicure. Così basta un complimento, una carezza, un “sei bella” e ci sentiamo felici: piacciamo a qualcuno! Valiamo qualcosa! Abbiamo un uomo accanto che tiene a noi! Le nostre insicurezze tacciono e noi ci sentiamo meglio. Finché non iniziamo a sentirci peggio, quando lui scompare o ci tratta come un accessorio. Neanche stavolta è vero amore.
Autostima dove sei?
Concentriamoci su di noi invece che su un partner e cerchiamo di potenziare la nostra autostima. Questa dote è un grande aiuto per vivere meglio, più consapevoli e capaci di volerci bene. Una bassa autostima non riesce a supportarci nelle relazioni con gli altri e così distorciamo la percezione dei nostri rapporti con gli uomini, con la conseguenza di essere attratte da partner che confermino il parere negativo che abbiamo su noi stesse, criticandoci e svalutandoci. Quindi prima impariamo ad apprezzarci e stimarci, prima lo faranno gli altri. Non dobbiamo sentirci Zendaya, ma normali donne forti, intelligenti, affascinanti, simpatiche e positive.
Come si fa? Il primo passo è smettere di credere di avere valore solo se veniamo prese in considerazione da un uomo. Poi iniziamo a dedicarci a noi stesse con attività appaganti che ci arricchiscano e ci permettano di dare spazio ai nostri talenti. Quando sapremo dirci da sole “Brava!” in modo sincero e convinto, avremo già la vittoria in pugno.
Paura di restare da sole
Qualche anno fa le femministe dicevano: la donna ha bisogno di un uomo come un pesce della bicicletta. Ovvero, non ne ha bisogno. Questo, ovviamente, era un paradosso ironico, ma c’era un briciolo di verità. Spesso incappiamo in un uomo sbagliato per il timore di restare da sole. In realtà il vero timore è di non farcela da sole. Così accettiamo la compagnia di uomini che non fanno per noi (e che di noi non capiranno niente) pur di avere qualcuno accanto. Stop! La solitudine non è un orrendo mostro che ci uccide lentamente, ma una risorsa da sfruttare per vivere come preferiamo. E poi ci sono gli amici e le amiche, la famiglia, le persone che lavorano o studiano con noi.
Essere sole corrisponde anche a sentirci libere. Libere di fare, di pensare, di crescere e di imparare, di divertirci e di sognare. Non è vero che non abbiamo bisogno degli uomini, ma è vero che sappiamo cavarcela benissimo da sole, gestendo la nostra vita con consapevolezza e autonomia. Quando ci sentiremo indipendenti e autosufficienti (contando sempre sulla cerchia di amici, familiari e conoscenti) comunicheremo all’esterno l’immagine di una donna solare, risolta, positiva. Che non si accontenta, ma esige il meglio per sé.
Timore di amare
Se abbiamo annoverato una serie di storie “no”, riflettiamo su quanto questo ci abbia impedito di amare sul serio. Cos’è accaduto per farci rinunciare a questo sentimento? Forse siamo state molto deluse in passato. Oppure abbiamo assistito ad amori dolorosamente infelici. O magari le nostre ferite pregresse hanno scritto la parola “mai più” sul nostro cuore. Ecco che allora accettare di stare con un uomo inadatto a noi è un modo pere fuggire dalla possibilità di amare davvero. Per liberarci da questa “catena” dovremmo parlarne con qualcuno, come una cara amica o meglio una psicoterapeuta. Non è giusto vietarci da sole di amare e oltretutto vivere relazioni insoddisfacenti e aride.
Cercasi Mister Perfect
Se crediamo che esista l’Uomo Perfetto, ci stiamo sbagliando di grosso. Mr. Perfect non esiste, come non esiste la Donna Perfetta, l’Amica Perfetta, la Zia Perfetta e nemmeno il Gatto Perfetto. La perfezione non è di questo mondo. Siamo tutti imperfetti e la nostra unicità è meravigliosa. Quindi non è cambiando partner di continuo che troveremo la perfezione. Diamoci tempo, senza paura. Invece di mirare all’uomo perfetto, pensiamo all’uomo giusto. Lo “capteremo” al volo: è quello che ama i nostri difetti, ci stima come donne e come persone, rispetta la nostra opinione, ammira i nostri successi. È onesto, generoso e divertente. Non ci giudica, non ci condanna, non ci ignora, non ci maltratta. Ci sostiene, è sempre dalla nostra parte ed è deliziosamente imperfetto. Vale la pena aspettare, no?
Frasi da non dire mai (fanno parte della trappola)
- “Non valgo abbastanza per essere presa in considerazione da un uomo”
- “Devo accontentarmi altrimenti resterò sola/single acida/zitella”
- “Nessuno mi vuole”
- “Non posso vivere senza di lui”
- “Lui ha tanti difetti ma io lo cambierò”
Attenzione alla troppa tolleranza
Se tolleriamo o giustifichiamo comportamenti negativi da parte del partner, come mancanza di rispetto, critiche o condizionamenti, potremmo convincerci che sia normale accettarli. Non lo è. È invece molto pericoloso consentire i soprusi e i maltrattamenti anche solo verbali pur di non restare sole.