42 anni, l’età in cui scopriamo il senso della vita

Un ponte tra passato e futuro, un momento per scoprirci e riscoprirci donne fortissime e straordinarie. Per trovare il nostro scopo in questa vita

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 3 Novembre 2021 12:14Aggiornato: 29 Novembre 2022 12:51

Ci sono età fatte per sognare e altre per riconoscere una coscienza che per natura raggiungiamo con gli anni. E poi ci sono quelle 42 candeline da soffiare quando raggiungiamo l’ennesimo traguardo, forse quello più importante per il cammino della nostra età. Una finestra che si spalanca su nuove e inedite consapevolezze, la porta da aprire per accogliere il periodo della piena maturità.

L’età in cui si cominciano a fare i primi bilanci

La scienza ha individuato proprio in questi anni la temuta crisi di mezza età, perché è questo il momento della vita nel quale ci ritroviamo a fare i conti con tutto ciò che è stato e che poteva essere. Perché se è vero che a venti e trent’anni siamo ancora convinti di poter fare delle cose grandiose, è altrettanto vero che a quarant’anni si manifesta il bisogno di concretezza.

È chiaro che guardando al passato con una certa nostalgia troveremo sempre qualcosa che non ci ha soddisfatto, un traguardo non raggiunto e qualche sogno infranto, ma il trucco sta proprio lì, in quella capacità di analizzare tutte le nostre azioni, e da quelle prenderne il meglio.

Un nuovo punto di partenza

Ma perché proprio a 42 anni si è più spinti a fare un primo bilancio della nostra vita? La biologia ci ha insegnato che ogni 7 anni le nostre cellule si rigenerano e questo è vero non solo in ambito scientifico, ma in un certo senso anche dal punto di vista psicologico. Secondo l’antroposofia, la disciplina ispirata allo studioso Rudolf Steiner che analizza ogni realtà sia scientificamente che spiritualmente, ogni 7 anni portiamo a termine delle esperienze speciali per poi prepararci al periodo successivo con una nuova produttività. Ragionando quindi in questa maniera, i 42 anni non sono altro che l’inizio della settima tappa della nostra vita, ovvero quella che ci porta alla piena maturità. È proprio a questa età che tutto quello che abbiamo imparato nelle tappe precedenti viene messo a frutto.

È però anche il momento in cui ci dobbiamo rendere conto che possiamo essere orgogliose di noi stesse perché siamo state capaci di prendere dalla vita tutti gli insegnamenti che lei ci ha dato, in maniera tangibile e non, quelle cose che ci hanno permesso di arrivare a oggi, di diventare le donne che siamo.

L’inizio della saggezza

I 42 anni, quindi, non sono una semplice cifra biologica, ma un momento di riflessione e di consapevolezza di noi stesse. È un periodo della vita che coincide con la fine di quella voglia di riscatto a ogni costo che spesso ci ha fatto anche combattere con noi stesse. Subentra in noi una nuova saggezza e a dircelo non è solo l’età anagrafica, ma anche il corpo che cambia, le rughe che solcano il nostro viso, i primi fili argentati tra i capelli.

A 42 anni non dobbiamo smettere di sognare

I 42 anni rappresentano uno spaccato di vita vissuta, un ponte tra passato e futuro. Possiamo tirare le somme di tutto ciò che è stato, ma anche dare forma a nuovi sogni e desideri più concreti, forse meno ambiziosi rispetto a quelli che avevamo a vent’anni, ma non per questo meno straordinari.

Possiamo raccogliere tutte le energie che albergano in noi per scoprirci e riscoprirci donne fortissime e straordinarie, senza limiti. Per trovare il nostro personale scopo su questa vita e perseguirlo, forti delle gioie e dei dolori, delle esperienze e delle avventure, dei momenti bui e di quelli di luce che hanno caratterizzato la nostra esistenza.