Portare il cane in ufficio: si può fare in Italia? I numeri del fenomeno

Il 21 giugno è la Giornata mondiale del cane in ufficio, una pratica sempre più diffusa anche in Italia: vediamo dove si può fare, le regole e i benefici.

Foto di Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Sino a qualche anno fa l’idea di portare il cane in ufficio sembrava pura fantascienza. Adesso, invece, seppur il fenomeno non sia ancora diffusissimo, sono sempre di più i luoghi di lavoro dove sono ammessi gli animali da compagnia. Il motivo? È stato provato come la presenza dei quattro zampe faccia bene all’umore dei dipendenti e alla produttività.

Secondo quanto emerso dal Rapporto Assalco – Zoomark 2024, infatti, il 70% degli intervistati pensa che la presenza del migliore amico dell’uomo in azienda abbia un impatto positivo. Di contro, soltanto un intervistato su 10 è del parere che cani e gatti possano incidere negativamente. Sono dati, questi, che vengono presi in considerazione da un numero sempre maggiore di realtà professionali.

Tutti benefici del cane in ufficio

Sono diversi gli studi che supportano la convinzione che portare il proprio cane in ufficio faccia bene. Non solo migliora il rapporto con il proprietario, ma incide sulle prestazioni professionali. Secondo l’indagine Gli uffici pet-friendly nell’era del lavoro post-Covid, condotta da SWG per conto di Mars, il 47% degli intervistati, indipendentemente dal fatto che abbia una animale domestico o meno, è convinto che un cane migliori l’umore. Il 42% pensa che riduca lo stress e il nervosismo, e il 40% che influisca sulla tranquillità durante le ore di lavoro. Ma non è solo una questione puramente psicologica, pare che i cani abbiano ricadute positive sugli affari in generale. Il 31% degli intervistati ha notato un aumento della creatività, mentre il 27% ha notato dei miglioramenti sulla produttività.

Le realtà lavorative pet-friendly pare siano anche più attraenti. Chi viene selezionato per un’eventuale assunzione accetta di buon grado il posto anche per questo aspetto. Si tratta di un dettaglio apprezzato dal 30% del campione intervistato, un dato che sale di sette punti percentuali fra chi si trova in una fascia d’età compresa fra i 18 e i 37 anni. È chiaro, quindi, come tra le nuove generazioni ci sia una maggiore attenzione alla qualità del rapporto fra proprietario e cane.

Più in generale, secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports, gli animali influiscono in maniera positiva sul benessere delle persone, riducono infatti il pericolo di incorrere in disturbi cardiovascolari e aumentano la possibilità di recupero in caso di patologie pregresse quali episodi di infarto, per esempio.

Cane al lavoro: obblighi di legge e regole

Per portare il proprio cane in ufficio non si deve fare riferimento a una legge nazionale, ma ci sono delle linee guida del Ministero della Salute. Dopodiché, ogni azienda può stabilire le proprie regole, il proprio statuto e fare in modo che vengano rispettati. Viene chiamata Pet Policy ed è fondamentale affinché l’esperimento vada a buon fine, nella salvaguardia e nel rispetto di tutti gli attori in gioco, umani e animali in egual misura.

È buona norma e regola che il cane abbia almeno tre mesi di vita, che sia in buona salute e che sia stato sottoposto a tutti vaccini previsti dalla legge. Inoltre è importante che sia coperto dall’antiparassitario, che venga portato regolarmente dal toelettatore e che abbia il microchip. Si tratta di una serie di accorgimenti minimi per fare in modo che venga garantito il benessere di chi vive l’ufficio.

Inoltre è importante che i cani ammessi in ambienti professionali abbiano seguito una corretta socializzazione e siano obbedienti. Il proprietario, infatti, è responsabile al 100% del comportamento, dell’igiene e di ciò che accade durante la permanenza del cane in azienda. Ecco perché la direzione può richiedere anche una copertura assicurativa per eventuali danni a persone, altri animali o cose.

Cane in braccio a donna in ufficio

Quando si può portare il cane in ufficio ed eventuali ostacoli

Fondamentale è la gestione del proprio spazio di lavoro: il cane deve essere sempre a vista e non disturbare gli altri dipendenti. Ci sono delle aree poi, come le mense e i bagni, dove un quattro zampe non può entrare per una questione di igiene.

La presenza di una cuccia confortevole, di un guinzaglio, di ciotole per il cibo e l’acqua, di sacchetti per la racconta delle feci rappresenta l’abc. Se poi si è sensibili al benessere psico-fisico dell’animale, si conosce anche il valore di giocattoli stimolanti. Di contro, però, anche i colleghi hanno degli obblighi nei confronti degli animali presenti in ufficio. Nulla deve minare la loro sicurezza.

Nel caso in cui dovessero esserci delle difficoltà in fase preliminare è importante condividere la Pet Policy internamente all’azienda, così da coinvolgere il maggior numero di impiegati possibile. Se qualcuno non si trovasse d’accordo su alcuni punti sostanziali è fondamentale tenere conto delle sue esigenze.

Le aziende pet friendly

Portare il cane in ufficio è una pratica sempre più diffusa, anche in Italia. Amazon, Google, Purina, Nintendo e Mars sono stati pionieri di progetti pet-friendly in ambito professionale. Prima sono stati lanciati all’estero e poi estesi alle sedi presenti sul territorio nazionale. È proprio da un’indagine dell’azienda leader nel pet food che è emerso come l’87% dei proprietari di cani intervistati sarebbe emotivamente più sereno sul posto di lavoro, se non fosse costretto a lasciare da solo a casa il proprio quattro zampe.

Nintendo Italia è l’ideatrice dei Pet Friday: giornate in cui è consentito l’ingresso dei cani in ufficio. Si tratta di una fase iniziale, propedeutica alla creazione di spazi adeguati per fare in modo che possano essere portati tutti i giorni.

La sede milanese di Unicredit ha allestito 14 postazioni per i lavoratori che decidono di non separarsi dal proprio pet durante il turno di lavoro. Infine, Ats Milano è un altro esempio di quanto virtuosa sia la presenza dei quattro zampe per favorire la produttività e gli utili.

Fonti bibliografiche

Pet friendly office: Teoria e pratici consigli per ospitare al lavoro gli amici a quattro zampe, Mars

Rapporto Assalco – Zoomark 2024

Gli uffici pet-friendly nell’era del lavoro post-Covid, SWG

Dog ownership and the risk of cardiovascular disease and death – a nationwide cohort study, Scientific Reports