Come si possono sgridare cane e gatto o, meglio, è giusto farlo? Sembra una domanda scontata, ma non lo è. E, per questo, i proprietari rischiano di commettere degli errori sostanziali quando cerca di creare un rapporto sano con i propri animali domestici. Bisogna partire dall’assunto che il linguaggio del cane e quello del gatto sono diversi dal modo di comunicare che usano gli umani. Ecco allora che spesso capirsi non è facile e, alle volte, questi amici a quattro zampe non accettano i rimproveri.
Alla base della questione c’è un fatto: questi animali non vanno rimproverati né puniti, piuttosto bisogna far capire loro che hanno sbagliato con metodi educativi specifici. Approfondire questo argomento è, quindi, di fondamentale importanza per gestire al meglio la fase di socializzazione: il momento in cui imparano a interagire con il mondo che li circonda nel rispetto del prossimo.
Indice
Sgridare cane e gatto: si o no?
No. Partiamo dal presupposto che sgridare un cane o un gatto è sbagliato. Non soltanto non capirebbero le ragioni di un tale comportamento, ma ne rimarrebbero profondamente colpiti (e non positivamente). La memoria di questi animali, infatti, e quindi la capacità di apprendimento, si basa sulle associazioni, sia negative che positive.
Per sradicare un atteggiamento errato non funziona la punizione, soprattutto se si alza la voce, ma è meglio utilizzare il rinforzo positivo: una sorta di premio da dare al cane o al gatto quando si comporta bene. Così facendo, ricorderà il ‘vantaggio’ ottenuto e cercherà di ricreare le condizioni perché si ripresenti. A tal proposito, sai come comunicare con il cane nel modo giusto?
Come far capire che una cosa non va fatta
Far capire a un gatto o a un cane che un comportamento è errato richiede dedizione e tempo: è un vero e proprio addestramento. La punizione fisica o verbale non farebbe altro che rendere nervoso, stressato e aggressivo l’animale. La strategia vincente è rappresentata da un cambiamento nelle abitudini, non incoraggiando le scelte sbagliate e favorendo invece quelle virtuose. Che la ricompensa sia il cibo preferito o un gioco, poco importa, l’importante è che riconosca la corrispondenza fra azione e reazione, tra il gesto da parte sua e la conseguenza succulenta o divertente che arriva per mano di colui che considera il papà umano.
Perché un comportamento venga interiorizzato è importante ripetere l’esercizio fino a quando non diventa naturale. Se si vuole che il cane si segga e non corra verso un estraneo che si invita a casa, va premiato quando al comando “seduto” rimane in posizione e non cede all’impulso di proteggere casa sua e chi la abita. Al contrario, se non rispetta la richiesta, non bisogna alzare la voce, ma riprenderlo con tono calmo e deciso. In sostanza, le associazioni positive, rispetto a quelle negative, hanno un peso maggiore nella mente del cane o del gatto.
Come e quando vanno rimproverati cane e gatto
Quando un cane morde i mobili o un gatto li graffia, se mostrano segnali di insofferenza e aggressività o fanno i bisogni dove non dovrebbero, dopo aver escluso con il veterinario che non ci sia un malessere fisico o psicologico alla base di questa disobbedienza, è importante fare in modo che non succeda nulla di tutto questo ancora una volta.
Il rapporto fra il proprietario e l’animale deve essere gerarchico ma rispettoso. Perché la convivenza sia sana e tenga conto delle esigenze di tutti gli attori in gioco è importante stabilire delle regole e degli spazi per cane e/o gatto e esseri umani. Creare un ambiente a misura di animale è prioritario per una crescita psicofisica corretta, ma è anche giusto che non vengano minati i diritti delle persone che con lui dividono casa. Seppur senza sgridare il cane o il gatto, è quindi importante fargli capire quando qualcosa non è appropriata.
Il rimprovero è possibile ma sempre mantenendo un atteggiamento autorevole e non autoritario. Un “no” con un tono di voce basso, associato alla mancanza di un premio, fa comprendere che non si è soddisfatti e, al tempo stesso, non crea inutili traumi o incomprensioni. In un secondo momento, è altrettanto fondamentale non dimenticare la ricompensa, se il comando dato all’animale viene rispettato.
Come addestrare il cane o il gatto
Qualsiasi sia il comando che si vuole insegnare al proprio animale domestico le parole d’ordine sono relax e divertimento. Se la sessione di addestramento viene vissuta come un gioco, è molto più facile ottenere dei risultati reali e duraturi. La prima cosa da fare è stabilire un piano d’azione step by step. Se prima non si ‘sblocca il livello precedente’ è inutile procedere con quello successivo. Vanno quindi rispettati i tempi di apprendimento dell’animale, prevedendo delle sessioni di allenamento brevi, al massimo di 20 minuti.
Se poi si notano i segnali tipici dello stress o del nervosismo è meglio sospendere e riprendere in un secondo momento. Se è infastidito, un cane e un gatto non avranno voglia di imparare nulla. si rischia solo di peggiorare la situazione, senza ottenere il risultato sperato. Se invece si assiste a una sessione proficua, in cui ai comandi non verbali e verbali corrisponde obbedienza, è importante dire al proprio animale domestico che si è fieri di lui premiandolo con qualcosa che sappiamo essere gradita. Un nuovo gioco, magari da condividere, o un biscottino goloso verranno sicuramente apprezzati. Si tratta del già citato rinforzo positivo.
Cane o gatto disobbedienti: quando preoccuparsi
Se l’addestramento e la fase di socializzazione sono andati a buon fine e il proprio cane o gatto improvvisamente non rispettano più i comandi, qualcosa potrebbe non andare per il verso giusto. Davanti a un comportamento apparentemente sbagliato, infatti, può nascondersi un malessere di natura fisica o psichica che vale la pena indagare.
In questi casi è bene contattare il proprio veterinario di fiducia, che conosce anche possibili pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere, per confermare eventuali problemi di salute. Soltanto lo specialista, infatti, può formulare una diagnosi e prescrivere la cura più indicata. Fondamentale è non ricorrere al fai da te o al sentito dire.