Il cane è un animale estremamente recettivo ed è in grado di apprendere tanto, ma è importante utilizzare le giuste regole fondate sulla relazione uomo-animale. È importante utilizzare un approccio corretto: fondamentale è armarsi di pazienza e di investire le giusta quantità di tempo nella relazione con il proprio animale, elementi non così scontati. Questo perché non tutti i soggetti sono uguali e le capacità di apprendimento dell’uno differiscono dall’altro in termini di semplicità o di velocità, motivo per cui avventurarsi nell’esperienza dell’insegnamento di qualche comando/esecuzione di movimento sarà a tratti stimolante, a tratti frustrante, ma sicuramente divertente e darà molta soddisfazione ad obiettivo raggiunto.
Di seguito alcuni consigli pratici che faciliteranno il lavoro alla volenterosa proprietaria intenzionata a educare il cane al meglio. Questi consigli mirano all’insegnamento di un equilibrio comportamentale che consenta all’animale di capire quali sono gli atteggiamenti desiderati e apprezzati dalla proprietaria e quali no, di avere un maggior autocontrollo sull’istinto nei diversi luoghi e nelle varie circostanze sociali, finanche a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca uomo-animale, al fine di costruire una vita di relazione serena e tranquilla.
Indice
8 consigli per educare un cane
Vediamo nel dettaglio 8 utili consigli per educare al meglio il proprio cane.
L’importanza del primo approccio
Si sa che “chi ben comincia è a metà dell’opera” e anche in questo caso il proverbio ha il suo fondamento di verità. Per facilitare l’apprendimento, è opportuno considerare le condizioni psicofisiche dell’animale, tenendo ben presente che acquisire ed eseguire un comando, ovvero assimilare un movimento complesso o un gesto semplice, per il nostro compagno è uno sforzo, ovvero compie fatica per apprenderlo e ripeterlo “a comando”. Questa premessa serve per identificare i momenti e le condizioni ottimali per intraprendere il lavoro, ovvero quando il cane sarà riposato sia fisicamente che mentalmente poiché la concentrazione, la motivazione, le energie e anche l’appetito, che non guasta per tenerlo focalizzato sull’attività con i premi, sono gli elementi necessari alla base del processo di apprendimento.
Tenere in considerazione l’età del cane
Proprio come l’uomo, anche il cane attraversa quattro diverse fasi di vita, ovvero l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e la terza età. In ognuna di queste, le capacità di apprendimento differiscono, come anche le caratteristiche e le esigenze di ogni età: questi sono elementi di cui tener conto per imparare come addestrare un cane al meglio. Ad esempio, il cucciolo si stanca più facilmente e la sua capacità di concentrazione è minore rispetto ad un soggetto adulto. Proprio per questo le sedute di addestramento devono essere semplici ed incisive. Al contrario i soggetti anziani imparano più lentamente, anche se hanno un bagaglio esperienziale, hanno memoria ma soprattutto hanno sviluppato capacità di apprendimento associativo.
L’importanza di un approccio positivo
Educare un cane può dare grandi soddisfazioni, ma affinché l’obiettivo venga raggiunto bisogna armarsi di pazienza e predisporsi con il giusto approccio, potenziando l’efficacia dell’apprendimento con il rinforzo positivo. Questo rappresenta una delle diverse tecniche di condizionamento operante, ovvero quella modalità che consente al cane di imparare ad associare un comportamento con una conseguenza, attraverso il rinforzo positivo quindi tramite il cibo, il gioco, i complimenti verbali e le carezze. Facciamo un esempio: il cane mette in atto un comportamento che il proprietario apprezza, per questo lo premia immediatamente con del cibo per aumentare la probabilità che ripeta quel dato comportamento. Si dice appunto positivo, perché si sta “aggiungendo” il premio.
Questo significa dimenticare gli ormai superati metodi e strumenti coercitivi, associati all’educazione mediante rinforzo negativo. Questi, infatti, potrebbero dare dei risultati nel breve termine ottenuti con la forza o con la violenza, ma influenzano negativamente la relazione uomo-animale, poiché il cane non vedrà mai il suo umano come “base sicura”, ma piuttosto come fonte di stress, dolore e/o paura. Per questo, si sconsiglia l’utilizzo del condizionamento operante mediante rinforzo negativo come tecnica di apprendimento di qualsiasi comportamento desiderato.
Al contrario bisogna lavorare e valorizzare la motivazione e la convinzione; infatti, un cane motivato è proattivo, collabora con l’uomo, si sente coinvolto e acquisisce il suo ruolo di “fedele compagno”.
Piuttosto che instaurare una relazione col cane basata sul rinforzo negativo con l’utilizzo di rimproveri e castighi, è molto più soddisfacente e gratificante impostare fin da subito, fin dai primi mesi di vita, un rapporto fondato sulla reciproca fiducia e rispetto, che evolverà sicuramente in una relazione equilibrata, positiva e stabile.
Mantenere alto il livello di motivazione
Quando la relazione che si instaura è fondata con l’approccio corretto e si basa sulla fiducia e sul rispetto reciproco, per il cane, il proprietario acquisisce un ruolo centrale, diventa il punto di riferimento assoluto. Tale ruolo garantisce al proprietario un certo margine di influenza su quelle che sono le azioni e i comportamenti del cane. Tuttavia, non esiste nulla che tenga alta l’attenzione dell’animale e agisca da forte motore motivazionale come il cibo!
Evidenze scientifiche hanno comunque dimostrato l’importanza del gesto umano correlato all’elargizione del premio, ovvero di elogi, carezze ed espressioni di approvazione verbale intesi come complimenti. È stato dimostrato infatti che, a volte, la azioni di approvazione per il cane sono addirittura più gratificanti del premio stesso. Da studi come questi si evince l’importanza e la centralità della relazione che deve essere costruita nel tempo e basata sulla conoscenza e comprensione reciproca, sull’amore, sulla complicità e sulla fiducia.
Premiare ed elogiare i nostri amici a quattro zampe
Quando il nostro cane mette in atto un comportamento desiderato e riceve un premio, associa la sensazione e l’esperienza positiva al comportamento e tenderà così a ripeterlo: è in questo modo che si genera l’apprendimento e la ripetizione di comportamenti applicando il rinforzo positivo. Premiare con il cibo ed elogiare verbalmente il cane quando esegue un movimento o un comportamento desiderato, è fonte di grande soddisfazione sia per l’animale, che imparerà così a ripeterlo, sia per il proprietario, che si sentirà molto orgoglioso di essere riuscito a compiere un altro step nel percorso di educazione e apprendimento del suo amico a quattro zampe.
Comunicare con il proprio cane
Farsi capire dal cane è forse l’aspetto più difficile nell’ambito della relazione, che genera spesso incomprensione e frustrazione reciproca. Quindi come faccio a farmi capire dal mio cane? È questa l’incognita di qualsiasi proprietario che si trova a dover trasmettere l’apprendimento di un movimento o di un’azione al proprio cane. La risposta è piuttosto banale: il cane deve capire cosa gli stiamo chiedendo. E affinché questo sia possibile, è fondamentale che il proprietario si esprima in modo chiaro, ma soprattutto coerente: il tono della voce deve essere risoluto, come anche il linguaggio del corpo, che non deve inviare messaggi contrastanti a quanto espresso verbalmente.
Tale precisazione per sottolineare l’importanza del linguaggio paraverbale, quindi della postura mantenuta durante la pronuncia di determinate parole e più in generale dei movimenti che devono trasmettere un messaggio di assoluta tranquillità e serenità, motivo per cui non dovranno essere rapidi e di piccola entità, bensì ampi, decisi e sicuri. Ancor di più, laddove si manifesti un’incomprensione, ovvero il nostro cane non comprende ciò che gli stiamo chiedendo, non dobbiamo subito muoverci facendo passare il messaggio “Dai, vabbè. Non fa niente!”. Al contrario, dobbiamo ripetere il comando in modo imperativo e chiaro, mantenendo la posizione e una postura sicura.
Divertirsi con il tuo cane
Il metodo migliore per imparare e per rendere il processo di assimilazione più leggero prevede l’utilizzo del gioco e del divertimento. Infatti, un cane che durante la seduta gioca e si diverte apprende meglio. Chiaramente ogni animale ha i suoi giochi preferiti e si diverte a modo suo, quindi sarà opportuno valutare caso per caso quali attività adottare per intrattenerlo e per farlo stare meglio, anche durante le pause d’intervallo tra le fasi di apprendimento, necessarie per la riuscita del processo.
Importante sottolineare che al termine della seduta, sarà necessario garantire all’animale un suo spazio di relax e riposo meritato, sia esso per giocare e correre, per passeggiare o per dormire. Quel che è certo è che l’animale deve capire che successivamente ad una fase di lavoro rappresentata dal momento dell’apprendimento, in cui deve rimanere concentrato e focalizzato, fa seguito il divertimento ed il gioco; tutto questo per scandire i due momenti e per renderli ancora più apprezzabili e produttivi.
Capire quando è il momento di smettere
Affinché le sedute di insegnamento siano proficue e portino a risultati positivi e soddisfacenti è necessario che abbiano una durata adeguata alla capacità di tolleranza del cane correlata all’età, come esposto in precedenza. Tali sessioni dovranno essere interrotte quando l’animale inizia a mostrare i primi segnali di stanchezza, svogliatezza, ovvero quando manifesta poca partecipazione nella risposta al comando o sembra non collaborare più.
Quando il nostro cane è stanco, non è più in grado di ascoltare e capire, non partecipa nel lavoro perché è affaticato ed è proprio in questo frangente che potrebbero crearsi incomprensioni e frustrazione reciproca, fino alle manifestazioni di stress dell’animale (cane che distoglie lo sguardo e sbadiglia, anche in modo rumoroso), con rilascio di cortisolo. Quando compaiono questi comportamenti sarebbe opportuno interrompere subito la seduta, permettendo all’animale di svagarsi: lo stress associato ad alti livelli di cortisolo determina l’insorgenza di un circolo vizioso con effetti a lungo termine negativi sull’apprendimento, che possono portare a danni psicologici e fisici nel cane, come problemi di natura gastrointestinale (proprio come succede nell’uomo).