Umberto Veronesi, il celebre oncologo scomparso lo scorso 8 novembre a 90 anni, ha deciso alla fine di non curarsi in perfetta coerenza con le idee da lui sempre sostenute. “Non ha voluto essere ricoverato e non ha voluto alcun prolungamento. Ha voluto andarsene”. A rivelarlo è il figlio Alberto che insieme ai fratelli e alla madre ha voluto così ricordare il medico.
Il feretro di Umberto Veronesi è stato collocato nella sala Alessi del Palazzo del Comune di Milano per l’estremo saluto. In migliaia sono accorsi per rendere omaggio all’oncologo che ha speso la vita nella ricerca contro il cancro. Il primo a rendere omaggio alla famiglia è stato il sindaco Giuseppe Sala.
Il figlio Alberto ha voluto ricordare il padre con queste parole:
Mio padre ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire. In qualche modo non ha voluto essere curato alla fine. Se n’è andato in modo naturale, nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido. Pensavamo di festeggiare i suoi 91 anni il prossimo 28 novembre.
Molti volti noti della politica e della cultura hanno voluto essere presenti alla camera ardente. Come Roberto Saviano che ha dichiarato:
Mancherà molto a me sul piano personale e mancherà molto al Paese una figura così autorevole, in grado di prendere posizioni coraggiose.
Emma Bonino ha voluto ricordare lo stretto legame con Umberto Veronesi che l’ha curata nella lotta contro il tumore:
Non solo un medico, uno scienziato illustre, ma un uomo che prendeva in cura le persone, le sue fragilità e ha avuto per me parole fin troppo di elogio quando dissi che io non ero il mio tumore.
Ma anche tanta gente comune ha voluto manifestare la sua riconoscenza all’oncologo, riempiendo il registro delle presenze con centinaia di “grazie”.