Agnese Renzi: “Mia nipote Down mi ha insegnato cos’è l’amore”

La moglie del premier racconta del suo rapporto speciale con Maria. E ricorda la prima edizione dei Trisome Games dedicate agli atleti con anche la sindrome di Down

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Redazione

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Agnese Landini, moglie del premier Matteo Renzi (recentemente paparazzata in bikini), racconta il suo rapporto speciale con Maria, la nipotina Down e annuncia che il 16 luglio Firenze ospiterà la cerimonia inaugurale della prima edizione dei Trisome Games, le olimpiadi dedicate agli atleti che hanno anche la sindrome di Down (un esempio per tutti è Nicole Orlando, medaglia d’oro di atletica leggera).

Maria, racconta Lady Renzi a Vanity Fair, è la figlia adottiva della sorella del presidente del Consiglio, Matilde. Ha 4 anni e una carica di gioia e di energia capace di abbattere ogni pregiudizio e pudore di fronte alle persone “speciali”. È arrivata in famiglia come un dono dal cielo e ha insegnato a tutti cosa sia l’amore e anche che le parole sono importanti:

Da quando c’è Maria non dico più «una Down», ma «una persona con la sindrome di Down» o, ancora meglio, «una persona che ha anche la sindrome di Down». Perché Maria è prima di tutto una persona, non una malata. Bello, no?

La moglie del premier definisce sua nipote un inno alla gioia che le ha permesso di superare quel senso di disagio che provava di fronte ai bimbi disabili:

Perché la disabilità mentale, purtroppo, fa ancora troppa paura. Un amico, papà di Matteo, un bimbo di 13 anni simpaticissimo, con autismo, mi ha raccontato recentemente un episodio, solo l’ultimo di una lunga e spiacevole serie. Entrano in ascensore, lui e Matteo. Ci sono una mamma e il suo bimbo, «sano». Lei vede Matteo e istintivamente tira a sé il figlio. E lui, da buon livornese: «Signora, l’autismo non è mica il raffreddore, non si attacca!». Ma, dietro la battuta, il dolore resta. Maria, con la sua carica di gioia di vivere, ha rotto ogni argine tenuto su dalle stanche consuetudini degli uomini, e mi ha restituito l’ingenuità del cuore.

I Trisome Games saranno un’occasione per rompere il muro della diffidenza, perché conoscere significa abbattere i pregiudizi. Anche Maria sarà presente ai giochi e applaudirà dagli spalti i 465 atleti provenienti da 36 nazioni differenti.

Infine la signora Renzi racconta un tenerissimo episodio:

L’altra sera a cena qualcuno se ne esce con la frase: «Chissà come sarebbe la Maria se non avesse la sindrome di Down…». Si gira mio figlio piccolo, e con la sua ingenuità da bambino replica: «La Maria è la Maria. Come faccio a pensarla diversa da com’è?»