L’agricoltura rigenerativa potrebbe essere il prossimo passo per un mondo più pulito, più equo e per una moda davvero più sostenibile. Capiamo cos’è e perché può davvero fare la differenza.
Indice
Cos’è l’agricoltura rigenerativa
A differenza della semplice sostenibilità che rivolge la sua attenzione ai materiali utilizzati partendo dalla materia prima, l’agricoltura rigenerativa parte da ancora prima. Si tratta infatti di un sistema di produzione di materie prime che punta a decarbonizzare il suolo, quindi lo gestisce in modo alternativo, senza l’uso di pesticidi, diserbanti e sostanze chimiche. Questo per quanto riguarda le fibre tessili di tipo vegetale, ad esempio cotone o fibre di derivazione cellulosica. In sostanza, anziché privare il suolo dei suoi nutrenti per il mero uso e consumo industriale, l’agricoltura rigenerativa ha l’obiettivo di rendere il suolo più fertile e ricco. Relativamente invece alle fibre di tipo animale, come ad esempio la lana, questo tipo di approccio prevede allevamenti nel pieno rispetto degli animali, i cui ritmi biologici e naturali vengono totalmente rispettati.
Che impatto ha l’agricoltura rigenerativa sul mondo della moda
Il sistema moda è letteralmente un divoratore di risorse naturali: per produrre le sue materie prime, non solo vengono usati e abusati ettari di suolo, ma vengono inquinate le acque con gli scarichi reflui e riempite le discariche con gli scarti di lavorazione, il surplus di produzione e i capi che si rovinano dopo una stagione. Se si cominciassero ad utilizzare in modo consapevole le risorse ambientali partendo dal ciclo produttivo, tutto il sistema ne beneficerebbe e non solo in termini di materie prime, ma anche di condizioni di vita degli operatori del settore, dagli agricoltori, agli allevatori fino ad arrivare agli operai manifatturieri.
Esempi di brand che hanno adottato l’agricoltura rigenerativa
Tra i brand di respiro internazionale che hanno adottato questo approccio, il più famoso è senza dubbio Patagonia. Leader mondiale nell’abbigliamento outdoor, famoso per il suo approccio da sempre attento non solo alle materie prime, ma anche alle condizioni dei lavoratori di tutta la filiera e a tutto il ciclo di vita del capo (Patagonia ripara i propri capi sempre e per sempre dopo l’acquisto), questo brand è sempre stato all’avanguardia dell’etica e della sostenibilità dal punto di vista ambientale.
Oltre a Patagonia, anche il colosso del lusso Kering (sotto la cui ala si annoverano marchi come Gucci, Balenciaga e Sain Laurent), ha collaborato nel 2018 con The Savory Institute per sostenere un approccio rigenerativo e utilizzare la metodologia Ecological Outcome Verification per organizzare in modo ecologico tutta la catena di approvvigionamento delle materie prime, oltre ad essersi impegnato a rigenerare un milione di ettari di fattorie e pascoli.
Ovviamente questi sono tutti piccoli passi, che però possono essere un esempio per altri brand, in modo da generare un effetto domino in positivo. Speriamo che vengano presto presi a modello anche dalle grandi aziende fast fashion, in modo che il cambiamento davvero diventi una rivoluzione.