Bravi papà e cattive mamme divorate dai sensi di colpa

Un padre che si occupa dei suoi bambini non è un mammo, non è un aiutante e non è neanche un supereroe. È semplicemente un genitore che si comporta come tale

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Se un papà viene sorpreso in un fast food col proprio figlio a mangiare e a sporcarsi le mani diventa il supereroe dei tempi moderni. Del resto ha scelto di trascorrere del tempo con il suo bambino in maniera divertente e originale, non è mica cosa da tutti.

Ma se fosse stata la mamma a scegliere di fermarsi a pranzo o a cena con suo figlio in uno di quei luoghi che vende il tanto temuto cibo spazzatura, allora sì che sarebbe una cattiva madre. Perché vuol dire che non presterebbe l’adeguata attenzione all’alimentazione del suo bambino e perché è troppo pigra da preferire andare in un fast food piuttosto che trascorrere le giornale tra i fornelli, cosa che ci si aspetta sempre da una brava mamma, no?

E se quello stesso papà, in occasione di una giornata di sole scegliesse di portare il suo bambino al parco, e durante una passeggiata guardasse il cellulare, nessuno lo incolperebbe di chissà quale disattenzione nei confronti di suo figlio, anzi, sarebbe sempre considerato un supereroe perché ha scelto di ritagliarsi del tempo per fare il papà nonostante il telefono gli squilli in continuazione. Probabilmente sono chiamate di lavoro, no?

Ma se vedessimo una madre, in quello stesso parco, che da una parte stringe la mano del suo bambino e dall’altra lo smartphone allora sì che dovrebbe rivedere il suo ruolo. Perché non si prende cura di lui, si distrae, perché preferisce stare al cellulare piuttosto che con il suo bambino.

E se quel povero papà dopo il fast food e la passeggiata al parco fosse costretto ad andare via per giorni, a causa di un impegno di lavoro, nessuno avrebbe niente da ridire. Insomma, come si può recriminare qualcosa a un padre che lavora per sostenere la sua famiglia? Assolutamente niente.

Ma se fosse la madre ad allontanarsi più e più volte da casa, magari per raggiungere degli obiettivi della sua brillante carriera, allora sì che sarebbe un problema, perché vuol dire che ha messo al primo posto il lavoro trascurando la sua famiglia.

E no, queste non sono scene che provengono da un romanzo anacronistico che vede un ritorno al Medioevo o giù di lì, ma di storie reali, le stesse che oggi viviamo in prima persona. E basta guardarsi intorno per vedere quanto ancora le discriminazioni di genere esistono e persistono.

Luoghi comuni duri a morire che sviliscono le persone e il concetto stesso di genitorialità. Ma diciamocelo: un padre che si occupa dei suoi bambini non è un mammo, non è un aiutante, al contrario delle tate e delle baby sitter, e non è neanche un supereroe, è semplicemente un genitore che si comporta come tale. Ed è forse anche ora di smettere di considerare eccezionali degli uomini che si stanno solo occupando dei loro figli, esattamente come fanno le donne.

Perché sarebbe bello, e forse sarebbe anche ora, poter vivere in un mondo in cui una mamma in carriera non è considerata negligente o snaturata da tutta la comunità. Sarebbe bello abitare in una società che non considera un padre che cresce i figli, che cucina e che si occupa delle faccende domestiche come una creatura rara e fuori dal comune. Sarebbe davvero bello riconoscere il ruolo complementare dei papà e smettere di giudicare il comportamento delle mamme.