Gioco euristico: qual è l’età giusta, come funziona, i materiali ed i benefici

Ne abbiamo spesso sentito parlare, ma ne sappiamo ancora molto poco, eppure il gioco euristico permette il raggiungimento di obiettivi importanti per i nostri figli.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Pubblicato: 20 Febbraio 2025 11:42

Il gioco euristico è un’attività educativa fondamentale che promuove lo sviluppo motorio, sensoriale e cognitivo nei bambini piccoli. Ideato dalla psicopedagogista Elinor Goldschmied, la cui figura approfondiremo in seguito, questo metodo consente ai bambini di esplorare autonomamente diversi oggetti, scoprendone caratteristiche e possibili utilizzi.

In questo articolo, risponderemo alle domande: cosa sia il gioco euristico, quali siano i suoi benefici, come metterlo in pratica? Lo faremo  focalizzandoci sull’importanza della sperimentazione naturale dei bambini/e e sulle due principali pedagogiste fautrici di questo tipo di approccio.

Cos’è il gioco euristico?

Molte di noi, al momento dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia, se lo sono domandate: ma cos’è, cosa vuol dire il termine “euristico” e perché questo gioco è così presente a scuola?

Il termine euristico deriva dal greco heurìsko e significa “scoprire” o “trovare”. Ed il gioco sta proprio tutto lì, nella missione affidata fiduciosamente all’autonomia del bambino/a: scoprire, sperimentare.

Il gioco euristico rappresenta un’attività in cui i bambini, attraverso l’esplorazione libera e autonoma di vari oggetti, possono comprendere le caratteristiche e le funzioni degli stessi. Questa pratica è particolarmente diffusa nei servizi educativi per la prima infanzia, in quanto è indirizzata principalmente al bambini tra i 12 e i 24 mesi. In questa fase, i piccoli cominciano a muoversi nel mondo che li circonda con la naturale curiosità verso gli oggetti, ponendosi le prime domande. Non si tratta di interrogativi che i bambini/bambine pongono direttamente agli adulti ma di risposte che loro stessi cercano, attraverso appunto la sperimentazione attiva. Pensiamo, ad esempio, a quando i nostri figli/e mettono in bocca gli oggetti, come metodo conoscitivo, anche se non sempre particolarmente sicuro.

Gioco euristico
Fonte: iStock
Gioco euristico: l’importanza dell’esplorazione nei bambini

Benefici del gioco euristico

Il gioco euristico non è una moda e certamente sulla notorietà del suo approccio ha inciso notevolmente lo sviluppo del metodo Montessori, che sempre più scuola mettono in pratica. Il gioco euristico ha davvero dei benefici per i bambini/bambine, eccone i 5 principali:

  1. sviluppo cognitivo;
  2. sviluppo sensoriale;
  3. sviluppo motorio;
  4. concentrazione e autonomia;
  5. arricchimento del linguaggio.

Sviluppo cognitivo

Manipolando e combinando i diversi oggetti, i bambini affinano le loro capacità di problem solving e il pensiero logico. Attraverso l’esperienza diretta, apprendono concetti come causa-effetto, dimensioni, peso e forma.

Sviluppo sensoriale

L’interazione con materiali di diverse texture, temperature e suoni, stimola i sensi del bambino, arricchendo le percezioni sensoriali e contribuendo a una migliore comprensione del mondo circostante.

Sviluppo motorio

Il gioco euristico incoraggia sia la motricità fine, attraverso la manipolazione di piccoli oggetti, sia la motricità grossolana, mediante movimenti più ampi come riempire e svuotare contenitori.

Concentrazione e autonomia

Durante queste sessioni di gioco, i bambini tendono a concentrarsi intensamente sull’attività, migliorando la capacità di attenzione. Inoltre, l’autonomia decisionale nel scegliere e manipolare gli oggetti rafforza la fiducia in sé stessi e l’indipendenza.

Arricchimento del linguaggio

L’interazione con una varietà di oggetti e materiali offre l’opportunità di introdurre nuovi vocaboli, facilitando l’ampliamento del lessico del bambino.

Gioco euristico
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Gioco euristico: l’importanza dell’esplorazione nei bambini

Elinor Goldschmied: la mente dietro il gioco euristico

Preso atto dei benefici del gioco euristico e dell’importanza che in esso viene dato alla sperimentazione diretta, è importate conoscerne l’ideatrice che si nasconde dietro questa scoperta. Non si tratta di Maria Montessori, sulla cui figura spenderemo alcune parole a breve, ma di Elinor Goldschmied.

Elinor Goldschmied, vissuta tra il 1910 ed il 2009, è stata una psicopedagogista britannica che ha rivoluzionato l’approccio all’educazione nella prima infanzia. Dopo la laurea, ha iniziato la sua carriera lavorando con bambini in situazioni di vulnerabilità, esperienza che ha influenzato profondamente il suo pensiero pedagogico. La sua ricerca si è focalizzata sullo sviluppo infantile e sulle modalità di apprendimento basate sulla scoperta autonoma.

Uno dei suoi contributi più importanti è stato il Cestino dei tesori,  di cui molte di noi hanno sentito parlare la prima volta proprio durante gli open day del nido, un’attività pensata per bambini tra i 6 e i 12 mesi, basata sull’esplorazione di materiali naturali e oggetti di uso quotidiano per stimolare i sensi. Successivamente, per i bambini dai 12 ai 24 mesi, ha sviluppato appunto  il concetto di gioco euristico, una pratica educativa che incoraggia l’interazione libera con oggetti di diversa forma, consistenza e materiale, favorendo lo sviluppo cognitivo, motorio e sensoriale.

Goldschmied ha sempre creduto e sostenuto la necessità di ambienti educativi stimolanti, ma privi di eccessiva direzione da parte degli adulti.

Il lavoro di Elinor Goldschmied ha lasciato un segno indelebile nella pedagogia dell’infanzia, sottolineando l’importanza della scoperta autonoma del gioco come strumento fondamentale per lo sviluppo armonioso del bambino e dunque della sua autostima.

Gioco euristico
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Gioco euristico: l’importanza dell’esplorazione nei bambini

Goldschmied e Montessori: due approcci a confronto

Parlando di Elinor Goldschmied, non può che venirci in mente Maria Montessori, che ha basato tutto il suo lavoro proprio l’importanza dell’autonomia nel gioco, e sulla sperimentazione sicura da parte del bambino, verso il mondo esterno. Il famoso metodo montessoriano è entrato anche in molte delle nostre case attraverso oggetti di arredo per bambini/e sviluppati con i principi della pedagogista, oltre che ovviamente in moltissime scuole dell’infanzia.

Elinor Goldschmied  e Maria Montessori (1870- 1952) sono due figure chiave nel campo della pedagogia infantile, entrambe accomunate dall’idea che il bambino apprenda attraverso l’esperienza diretta.

Le differenze principali

Maria Montessori ha sviluppato un metodo basato su materiali strutturati e attività guidate per favorire lo sviluppo cognitivo e motorio del bambino. Il suo sistema educativo prevede un ambiente preparato con oggetti specificamente progettati per stimolare l’apprendimento in maniera progressiva e autonoma, con un forte focus sull’autoeducazione e l’ordine.

Elinor Goldschmied, invece, ha puntato sull’uso di materiali non strutturati e di uso quotidiano, sviluppando il concetto di gioco euristico. Il suo obiettivo era incoraggiare l’esplorazione libera, senza regole prestabilite, per stimolare creatività, autonomia e sviluppo sensoriale.

Mentre Montessori propone un ambiente più organizzato e finalizzato a obiettivi educativi precisi, Goldschmied lascia maggiore spazio alla scoperta spontanea. Entrambi i metodi, però, riconoscono l’importanza della sperimentazione attiva nel processo di crescita del bambino, promuovendo indipendenza e curiosità.

Gioco euristico
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Gioco euristico: l’importanza dell’esplorazione nei bambini

L’importanza della sperimentazione attiva

Prima di tornare a parlare del gioco euristico che, da quello che si può capire già da ora, è qualcosa che possiamo organizzare noi stesse in casa, vogliamo fare una breve digressione sul suo approccio educativo, al fine di far passare il messaggio che dietro di esso, dietro i suoi obiettivi, c’è davvero una consapevolezza, uno studio approfondito ed un’inversione di rotta, rispetto ad un passato che non puntava all’autonomia e alla sperimentazione diretta dei piccoli/e.

L’attenzione alla sperimentazione attiva e all’indipendenza del bambino ha iniziato a diffondersi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, proprio grazie a pedagogisti come Maria Montessori, John Dewey e Jean Piaget. Questi studiosi hanno dimostrato che i bambini apprendono meglio attraverso l’esperienza diretta, piuttosto che con un’istruzione passiva.

Il cambiamento è avvenuto con l’abbandono dell’educazione basata sulla mera trasmissione di conoscenze e all’adozione di approcci che valorizzano l’autonomia, la scoperta e il problem solving. Montessori ha introdotto materiali didattici pensati per favorire l’auto-apprendimento, come abbiamo visto, mentre il suo collega Dewey ha promosso un’educazione basata sull’esperienza pratica.

Nel Novecento, la pedagogista dello sviluppo ha confermato l’importanza del gioco e della sperimentazione nell’apprendimento infantile. Oggi, questi principi sono alla base delle metodologie educative più innovative, che riconoscono il bambino come protagonista attivo della propria crescita.

Gioco euristico
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Gioco euristico: l’importanza dell’esplorazione nei bambini

Come proporre il gioco euristico

Ma appunto ora torniamo al focus del nostro articolo: come fare, come praticare il gioco euristico, con quali materiali e quali sono i passaggi fondamentali.

4 cose da sapere per proporre il gioco euristico:

  • quali oggetti selezionare;
  • come preparare l’ambiente di gioco;
  • qual è il ruolo dell’adulto;
  • quanto dura l’attività.

Come abbiamo visto, l’ideatrice del gioco euristico credeva nell’importanza di materiali naturali e/o di uso comune, facilmente recuperabili nella natura o nelle nostre case, come:

  • foglie, pigne;
  • conchiglie;
  • nastri di stoffa;
  • barattoli e contenitori;
  • mollette da bucato;
  • bigodini;
  • mazzi di chiavi;
  • palline;
  • utensili da cucina.

E così via, ma ovviamente sempre facendo attenzione all’età dei bambini/e affinché gli oggetti scelti non possano trasformarsi in qualcosa di pericoloso. Infine, è sempre bene non focalizzarsi su un solo oggetto, ma lasciare a disposizione dei piccoli maggiore varietà, per evitare che la mancanza di interesse per quell’oggetto specifico renda vano il tentativo di gioco.

Passaggio successivo è la preparazione dell’ambiente. Come il metodo Maria Montessori, che non prevede l’intervento dell’adulto nello spazio del gioco, anche il gioco euristico, escludendo l’interazione adulto-bambino, deve però predisporre l’ambiente affinché esso sia sicuro e che appunto il piccolo/a possa essere lasciato libero in quanto non vi sia alcun tipo di rischio.

Come appena descritto, durante l’attività, l’adulto dovrebbe assumere il solo ruolo di osservatore, intervenendo il meno possibile. È fondamentale lasciare che il bambino sperimenti, scopra e apprenda attraverso l’interazione diretta con gli oggetti, senza imposizioni o suggerimenti, altrimenti si rischia che il bambino/a ci cerchi o che non voglia giocare da solo/ sola.

Infine, da tenere presente è la durata del gioco euristico, che non possiamo aspettarci  duri un intero pomeriggio:  la durata varia dai 30 ai 60 minuti, a seconda dell’interesse e della concentrazione del bambino. È importante evitare di interrompere l’attività prematuramente, come anche di forzarli nel gioco.