Co-sleeping: dormire col proprio figlio fa bene

Tutto quello che dovete sapere se siete neo o future mamme, sui benefici e sui rischi del co-sleeping. Tanti sono i pro ma con le giuste precauzioni.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Pubblicato: 17 Gennaio 2024 16:16

Il co-sleeping è una pratica ormai diffusa anche in molti ospedali e consiste nel dormire accanto al proprio figlio, affinché egli tragga i migliori benefici dello stare accanto alla propria madre. Ma il co-sleeping non è da limitare ai primi giorni di vita del neonato, in quanto risulta essere fonte di benefici anche successivamente. In questo articolo approfondiremo questo tema, che sta molto a cuore alle neo e future mamme.

Quando il bambino vuole dormire con mamma e papà

Prima di soffermarci sul co-sleeping, ci sembra opportuno distinguere questa pratica, che fa riferimento al dormire accanto al neonato, con l’annosa questione di quando nostro figlio non è più un neonato e, nonostante ciò, continua a dormire nel nostro letto. Sappiamo che sono tante le famiglie in crisi, in affanno, in quanto combattono con il bambino che si sveglia molte volte durante la notte o che non vuole dormire nella sua stanza.

Coppie che faticano a ritrovare la propria intimità, mamme e papà che non riescono a fare un sonno senza interruzioni notturne. Non è raro, infatti, che per ovviare alle continue sveglie, la coppia accetti di far dormire il proprio figlio nel lettone. Questo, infatti, calmerebbe le paure del bambino ma, soprattutto, in caso di sveglia, i genitori non sarebbero costretti ad alzarsi non appena il piccolo lo chiami.

I bambini, ormai lo sappiamo, hanno bisogno di dormire un certo numero di ore, a seconda della loro età, quindi il fatto di svegliarsi tante volte durante la notte, non solo non è positivo ma soprattutto può essere la spia che qualcosa non funzioni. Può accadere che il bambino si svegli più volte perché ha paura di qualcosa che ha visto in tv, o a causa di una situazione in famiglia che gli causa ansia, o perché a scuola è accaduto qualcosa che lo turba.

Le motivazioni per le quali il bambino non voglia dormire nella sua stanzetta o per le quali si svegli più volte durante la notte, costringendoci ad arrenderci portandocelo infine nel lettone, possono essere davvero le più disparate. Ma solo affrontandole potremo ritrovare la serenità notturna di cui tutti noi, grandi e piccini, abbiamo bisogno. A volte, per riportare nostro figlio a dormire nel suo letto, può anche essere utile consultare una professionista del settore che, con consigli personalizzati, può essere in grado di ristabilire l’ordine, restituendoci  il riposo ristoratore di cui abbiamo bisogno.

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Co-sleeping: i benefici per il neonato

Cosa vuol dire co-sleeping

Far dormire nostro figlio nel proprio letto, per le motivazione che abbiamo precisato in alto, non coincide con la pratica del co-sleeping. Quando parliamo di co-sleeping intendiamo quella pratica di dormire accanto al proprio bambino, nello stesso letto o in apposite culle, quando il bambino sia ancora neonato. Dunque, per poter parlare di co-sleeping è essenziale che il bambino sia appena nato.

Molti ospedali promuovono tale pratica per questo, se ci interessa, sarà opportuno, quando scegliamo la struttura presso la quale partorire, verificarne la fattibilità. Negli ospedali nei quali il co-sleeping è garantito, in genere, il bambino appena nato, dopo essere portato via per le necessarie indagini e per i consueti esami, viene rimesso tra le braccia della mamma. Questo, ovviamente, garantisce anche un avviamento più semplice dell’allattamento. Successivamente e durante tutti i giorni di degenza della mamma e del neonato, quest’ultimo verrà lasciato sempre accanto al letto della mamma, in un’ apposita culletta.

Ovviamente, per una mamma pur favorevole al co-sleeping potrebbe essere faticoso essere sempre nella stessa stanza con il neonato, in special modo se il parto fosse stato particolarmente faticoso. Per questo, quando scegliamo l’ospedale nel quale partorire, è importante verificare che esista anche un efficiente nido nel quale il personale potrà portare il neonato, qualora la mamma ne facesse richiesta, per riposare meglio.

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Co-sleeping: i benefici per il neonato

Co-sleeping: i benefici

I benefici del dormire accanto al neonato sono molteplici. In primis, come premesso, con tale pratica è più facile sia l’avviamento all’allattamento che il suo perdurare nei mesi. Inoltre, dormire accanto alla propria mamma è rassicurante per il bambino quanto per la madre.

Il dottore e professore James Mckenna, tra i massimi esperti di co-sleeping, ha più volte affermato che il neonato avrebbe una vera e propria necessità di dormire accanto alla propria madre in quanto, alla nascita, dal punto di vista neurologico non è ancora totalmente sviluppato. Dunque, in quanto fisiologicamente incompleto, ci sarebbe una vera dipendenza dalla madre e dal contatto con la stessa.

Il contatto materno avrebbe inoltre il potere di innescare alcune reazioni fisiche nel neonato: ne influenzerebbe il respiro, la temperatura corporea, come pure la pressione sanguigna e i livelli di stress. Per il professore, inoltre, l’idea di una società dove i bambini si debbano calmare da soli, come anche dormire ad appositi orari ed in luoghi predeterminati, sarebbe frutto di convenzioni sociali che non hanno alcuna evidenza empirica.

Mckenna, inoltre, ha studiato il comportamento dei primati analizzando gli effetti fisiologici cui andavano incontro i cuccioli di scimmia, separati per brevi periodi dalle madri. La conclusione alla quale è arrivato è che il contatto materno porta beneficio alla salute dei piccoli, ed è inoltre capace di influenzare una variabile molto importante, come quella del tasso di crescita. A questo punto, quindi, il semplice gesto di tenere in braccio un bambino o di condividerci il letto, concorrerebbe ad una funzione di estrema importanza, ovvero, quella di favorirne la buona crescita.

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Co-sleeping: i benefici per il neonato

Co-sleeping: i pericoli

Sebbene sui benefici della pratica di dormire accanto al proprio neonato gli esperti e le esperte siano ormai concordi, i pochi detrattori manifestano i dubbi in base ai pericoli ai quali i neonati sarebbero esposti. È indubbio, infatti, che dormire nello stesso letto con un neonato possa essere pericoloso. Egli potrebbe essere letteralmente schiacciato dal peso della mamma o del papà, come potrebbe soffocare, a causa di una cattiva posizione assunta sotto le coperte, come cadere dal letto. Non bisogna assolutamente prendere con leggerezza queste osservazioni, in quanto il neonato non è in grado di far fronte a queste circostanze, come del resto, presi dalla stanchezza dei primi giorni e dei primissimi mesi, mamma e papà potrebbero non accorgersi di quanto stia per accadere. Non per questo si deve rinunciare al co-sleeping, è sufficiente mettere in pratica alcune accortezze che ora vedremo.

Cosa fare quando si pratica il co-sleeping:

  • non fumare e non assumere alcolici
  • eliminare cuscini o coperte vicino al viso del bambino
  • posizionare il letto distante al muro
  • assicurarsi che il bambino dorma a pancia in su
  • mettere cuscini e tappeti sul pavimento, per attutire le cadute.

Per stare ancora più tranquilli, si può acquistare un’apposita culletta che garantisca un corretto e sicuro co-sleeping. Si tratta di culle dotata di un bordo morbido da srotolare e legare sotto la sua struttura, mentre, con appositi ganci, si allaccia la culla al materasso del lettone. In questo modo, il bambino dormirà nella sua culletta, ma a pochi centimetri da noi. Sarà più facile allattarlo, come monitorarlo. Si potrà portare sul letto con estrema facilità, se lo si voglia, ma il neonato eviterà di cadere, di rimanere incastrato, di soffocare tra le lenzuola ma soprattutto di essere schiacciato dal peso di uno dei genitori. Una volta che la fase co-sleeping sarà terminata, la culletta facilmente riprenderà la sua forma classica ed originale e, in futuro, potrà anche essere spostata nella cameretta preparata per il bambino.