Come funziona l’affido familiare

Cosa vuol dire avere un minore in affido? Quali sono i requisiti? Ci sono agevolazioni? Quanto dura? Vi spieghiamo cos'è l'accoglienza temporanea, dando voce anche a chi ha fatto questa esperienza

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Alessandra Del Re

Giornalista esperta di Costume&Società

Scrive per necessità e passione. Ama le storie degli altri, famosi e non, leggerle e raccontarle

Pubblicato: 6 Febbraio 2025 16:09

Sono circa 27mila i minori dati in affido in Italia. Ma cos’è esattamente l’affido, cosa prevede e quali sono i presupposti? È vero che anche i single possono diventare genitori affidatari? Lo abbiamo chiesto a Ivana Lazzarini, presidente di ItaliaAdozioni nonché madre adottiva e mediatrice familiare. «Se dovessi definire con una frase l’affido, direi questo: significa crescere insieme per un po’. Perché se l’affido permette a un minore di crescere con te per un periodo, è altrettanto vero che con l’affido cresci anche tu», ci dice Ivana.

Cos’è l’affido?

Si tratta di un istituto giuridico di carattere temporaneo, a differenza dell’adozione che è un istituto definitivo. Nell’adozione il minore ha bisogno di una famiglia per sempre, l’affido invece è transitorio, ha un inizio e una fine. L’adozione è dare una famiglia a un bambino, che ne è privo; l’affido fornisce un aiuto a due soggetti: il minore e la sua famiglia di origine, la quale è temporaneamente impossibilitata a prendersi cura di lui. L‘obiettivo dell’affido è il rientro del minore nella sua famiglia. Può essere intrafamiliare, presso parenti entro il quarto grado del bambino, oppure eterofamiliare presso una famiglia “nuova”, esterna rispetto al nucleo di origine. L’affido può essere giudiziale, e quindi disposto dall’Autorità giudiziaria, oppure consensuale, con il consenso dei familiari.

Vorrei diventare genitore affidatario, cosa devo fare?

Si inizia mettendosi in contatto coi servizi sociali territoriali, per conoscere la realtà dell’affido e per dare la propria disponibilità. L’equipe è formata generalmente da assistente sociale e psicologa, che hanno il compito di informare e di capire quali sono le disponibilità di chi si propone, che magari arriva a pensare all’affido per esperienze analoghe di persone vicine, ma non sa proprio tutto. Qui si inizia un percorso di conoscenza reciproca. I professionisti forniscono tutte le spiegazioni per avere una preparazione completa per poter diventare genitori affidatari.

Quali sono i requisiti per diventare genitore affidatario

Non esistono limiti d’età, basta essere maggiorenni. Occorre avere un lavoro o comunque un introito (come la pensione, ricordiamo infatti che anche i nonni possono diventare affidatari); se si tratta di un affido di tipo residenziale nella propria casa deve esserci sufficiente spazio per ospitare un bambino.

Sono single, posso essere genitore affidatario?

Sì. Si possono proporre come genitori affidatari coniugi e conviventi (con o senza figli), single, coppie omosessuali, nonni e giovani purché maggiorenni. A differenza dell’adozione, nell’affido per tutta la durata del percorso si è seguiti dai servizi sociali e cosa importantissima non si interrompe la frequentazione con la famiglia di origine. I genitori o il genitore affidatario non sostituisce la famiglia d’origine, ma si affianca a essa e si impegna a far sì che il minore continui a frequentarla, secondo i tempi e i modi concordati coi servizi. È consigliato entrare a far parte di una rete di famiglie affidatarie, per condividere l’esperienza con chi sta percorrendo la stessa strada.

Tanti tipi di affido

L’affido di norma dura 24 mesi, prorogabili per motivi comprovati. Comunemente si pensa che l’affido si traduca nell’avere in casa un bambino per un numero di mesi o di anni. In realtà si può ospitare un minore anche solo il pomeriggio dopo la scuola o solo nel weekend, oppure durante le vacanze. Ivana Lazzarini ci fa un esempio concreto: una mamma sola che lavora anche nel weekend, e non ha né può permettersi aiuti, può trovare un affidatario disponibile a occuparsi del figlio o della figlia solo il sabato e la domenica.

Cos’è l’affido ponte

Di più recente nascita è l’affido ponte, pensato come pronta accoglienza per i neonati e per i bambini molto piccoli. Prevede un affido urgente e di breve durata, intanto che gli organi competenti definiscono per il piccino il progetto di vita futuro. L’affido ponte ha lo scopo di fornire al piccolo o alla piccola la vicinanza e l’accudimento esclusivo di cui ha bisogno, fattori protettivi e preventivi per un suo adeguato sviluppo psico-fisico.

Aspetto economico e agevolazioni

L’affido prevede un rimborso economico alla famiglia affidataria, oltre al rimborso delle spese straordinarie, come possono essere la necessità di mettere al bambino l’apparecchio ortodontico. I genitori affidatari possono usufruire del congedo di maternità o paternità, di congedi parentali, di congedi per malattia del figlio/a, di congedi per riposi giornalieri.

L’affido può essere prorogato?

Cosa succede quando non è possibile reinserire il bambino nella sua famiglia di origine allo scadere del progetto di affidamento? In base alla singola situazione l’affido può essere prorogato, oppure il minore  può essere dichiarato adottabile e, nel caso sia nell’interesse del minore stesso, con la legge sulla continuità degli affetti (n. 173/2015) l’affido può trasformarsi in adozione. Ricordiamo che i minori, specialmente dove possibile e secondo la giusta età, dovrebbero essere coinvolti in tutte nelle decisioni che li riguardano.

L’affido, il racconto di chi ha vissuto questa esperienza

Anna vive in provincia di Milano. È sposata con Piero, ha una figlia ormai grande e una nipote. Mi racconta di aver accolto diversi minori in affido. Il primo di essi da poco ha compiuto 26 anni, e sta seguendo il suo percorso di studi dall’altra parte del mondo, a Vancuver. La prima cosa che le chiedo è come mai, pur avendo già una figlia sua, si sia buttata nell’affido: «Mia figlia all’epoca aveva 8 anni. Mi sentivo di avere ancora molto da dare come genitore. E poi abbiamo avuto il sostegno del nostro intorno, noi infatti facciamo parte di un progetto sociale di solidarietà, la COMIN. Siamo una comunità di famiglie e portiamo avanti degli interventi educativi a supporto di bambini e famiglie in difficoltà. Quindi diciamo che di base c’era già una predisposizione all’accoglienza. Abbiamo accolto due ragazzi con un affido tradizionale, più una ragazza dagli 11 ai 18 anni; una pronta accoglienza di una bambina molto piccola allontanata dalla famiglia; una giovane mamma con la sua bambina. Oggi vivono vicino a noi, e dato che lei lavora, noi le teniamo la piccola».

Quanto è difficile il distacco, al termine dell’affido? «Non lo nascondo: quando se ne vanno è una sofferenza grande. Lo è stato in particolar modo con la bambina che abbiamo accolto quando aveva 15 giorni, ed è rimasta con noi per 4 anni. Ma grandissima è stata la gioia di vederla adottare da una famiglia, e sapere che era cresciuta emotivamente grazie a me e Pietro. Era quello che le serviva, io e mio marito lo sapevamo. Per questo ci siamo fatti sempre chiamare Anna e Piero, mai “mamma e papà”». Li considera tutti suoi figli? «Sì. Loro lo sanno: è differente da un legame di sangue ma è altrettanto forte. Adesso che sono grandi sono ancora più legati a noi, anche quello che ora è dall’altra parte del mondo, in Canada».

Cosa direbbe a chi si sta affacciando a questa esperienza? «Non lo nascondo: è impegnativa. Ma vale la pena provarci, ve lo assicuro. Ricordatevi che non è mai possibile avere il controllo su tutto, ma non lo si ha nemmeno con i figli “naturali”. Le storie sono tutte diverse, come lo sono i figli… tutto si evolve, non puoi prevedere tutto. È sicuramente di grandissimo aiuto aggregarsi a un gruppo di famiglie che sta vivendo il percorso di affido, la condivisione soprattutto nella fase iniziale fa la differenza. Nell’esperienza di affido si dà molto e si riceve tanto, è un’esperienza di vita ricca e vera dove bisogni reciproci possono trovare risposte».

Parliamo a tutti di Adozione ed Affido perché realtà ricche di valori che sono dell’uomo, di ogni uomo. Con eventi, iniziative e pubblicazioni puntiamo a favorire una migliore cultura dell’Adozione e dell’Affido per una società più aperta ed accogliente. (ItaliaAdozioni)