Calcolare le settimane di gravidanza non è un esercizio di stile ma è fondamentale per capire lo sviluppo del feto, che avviene in modo assai graduale e costante, ed anche per stimare la data presunta del parto. In gergo, la dpd, come vedremo, può anche subire slittamenti in itinere, proprio in base alla settimana di gravidanza nella quale si trovi la donna e allo sviluppo fetale.
Sappiamo che, per comodità, parliamo più facilmente di mesi di gestazione, ai quali corrispondono mutamenti importanti per il feto, ma quei mutamenti non avvengono da un mese ad un altro, da un trimestre ad un altro, semmai da una settimana da un’altra. Dunque, il calcolo delle settimane di gravidanza è imprescindibile e, presto, ogni donna in attesa ne acquista dimestichezza.
Abbiamo chiesto al dottor Antonio Simone Laganà, ginecologo, di accompagnarci nel viaggio che fanno tutte le donne in attesa, su quel sentiero emozionante, fatto di circa 38-41 settimane di gravidanza.
Indice
Calcolo delle settimane di gestazione: da quando contare
Ma da che giorno, precisamente, possiamo cominciare a contare le settimane di gravidanza? Dal test di gravidanza positivo? Dall’ultimo giorno delle mestruazioni? Dalla data in cui abbiamo avuto l’ultimo rapporto sessuale?
“Le settimane di gestazione si calcolano a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione della donna. Calcolare le settimane di gestazione a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione è il metodo standard utilizzato per stabilire l’età gestazionale e la data prevista del parto, per le donne con cicli regolari. Nel caso di cicli irregolari, quando la data dell’ultima mestruazione è incerta, quando si fa ricorso a tecniche di fecondazione assistita, invece, il calcolo delle settimane di gravidanza può essere un po’ più complesso”.
La gravidanza in settimane: come si calcola
Avrete presente quelle gag in cui ci sono due donne, di cui una mamma, nelle quali quest’ultima, riferendosi all’età dei figlio, che abbia un anno o 18 anni, comincia a definirlo in settimane? Tra il serio ed il faceto, anche nel post parto, l’età del bambino piccolo fa fatica ad essere incasellata direttamente in anni, ma si presta ad essere indicata in mesi ed in settimane, dandoci un’idea precisa dello stadio di sviluppo raggiunto.
Proprio come succede nella vita uterina, il neonato sviluppa lentamente le sue capacità, mutando costantemente, in modo decisivo, ma graduale e lento. Dunque, la ragione del conteggio delle settimane/mesi nel post parto, è la medesima di quella che ci fa parlare di settimane di gravidanza, ed è comprensibile purché entro certi limiti.
Ma, tornando a concentrarci esclusivamente sulla gravidanza, quanto dura in settimane? Ed ogni trimestre di quante settimane si compone?
“La durata della gravidanza viene calcolata in settimane, e una gravidanza a termine dura generalmente 40 settimane (280 giorni), calcolate a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Tuttavia, una gravidanza fisiologica può concludersi con l’espletamento del parto con un lieve anticipo o posticipo, tra 38 e 41 settimane. Tale durata è suddivisa in tre trimestri.
A quante settimane corrisponde ciascun trimestre:
- il primo trimestre di gravidanza va dalla 1° alla 12° settimana;
- il secondo trimestre corrisponde alle settimane che vanno dalla 13° alla 26°;
- il terzo trimestre alle settimane dalla 27° alla 40°.”
Quando andremo dal nostro/nostra ginecologo/a ci renderemo conto che, riferendosi alla nostra gravidanza, il/la professionista non parlerà del mese nel quale ci troviamo ma, ancora una volta, il calcolo delle settimane sarà predominante.
A quante settimane corrisponde ciascun mese:
- 1° mese: fino a 4 settimane + 3 giorni;
- 2° mese: da 4 settimane + 4 giorni a 8 settimane + 5 giorni;
- 3° mese: da 8 settimane + 6 giorni a 13 settimane + 1 giorno;
- 4° mese: da 13 settimane + 2 giorni a 17 settimane + 4 giorni;
- 5° mese: da 17 settimane + 5 giorni a 21 settimane + 6 giorni;
- 6° mese: da 22 settimane + 0 giorni a 26 settimane + 2 giorni;
- 7° mese: da 26 settimane + 3 giorni a 30 settimane + 4 giorni;
- 8° mese: da 30 settimane + 5 giorni a 35 settimane + 0 giorni;
- 9° mese: da 35 settimane + 1 giorno a 40 settimane + 0 giorni.
Gravidanza: quali sono le settimane più importanti
Abbiamo azzardato questa definizione, perché è ovvio che tutte le settimane di gravidanza sono importanti allo stesso modo, in quanto insieme costituiscono l’intera gestazione e lo sviluppo del feto.
Sappiamo, però, che ci sono degli appuntamenti che le donne (e le coppie in genere) attendono con maggiore ansia e trasporto, come ad esempio, la prima ecografia o quella in cui si conosce il sesso del bambino od, ancora, le indagini che permettono di conoscere eventuali problematiche legate del feto. Abbiamo così schematizzato, per settimane chiave, orientativamente, quali sono gli appuntamenti che attendono i futuri genitori.
Gravidanza, le settimane importanti:
- tra la sesta e la quattordicesima settimana, si effettua la prima ecografia;
- tra l’undicesima e la quattordicesima, si può fare la translucenza nucale;
- tra la decima e la tredicesima settimana, può essere eseguita la villocentesi;
- dalla quindicesima settimana, si potrebbe conoscere il sesso del bambino;
- tra la quindicesima e la ventesima, ci si può sottoporre all’amniocentesi;
- tra la diciottesima e la ventiduesima, viene eseguita la morfologica;
- tra la trentottesima e la quarantaduesima, viene eseguita l’ultima ecografia;
- dalla trentaseiesima settimana, vengono fatti i monitoraggi/tracciati.
Sarà il/la professionista che ci segue ad indicarci, con la precisione, caso per caso, quando espletare tali tappe, facendoci anche capire i vantaggi e gli svantaggi (ad esempio per gli esami invasivi), e quali risultati aspettarsi. Dunque, per maggiore delucidazioni è necessario rivolgersi al proprio ginecologo.
Gravidanza: settimana dopo settimana
Come ha precisato il dottor Laganà in precedenza, la gravidanza viene calcolata in settimana e questo rende l’agenda della gestazione, dal punto di vista degli esami da fare, delle visite, delle ecografie, e dei vari appuntamenti con gli esperti, più precisa.
Abbiamo appena visto, inoltre, che ci sono alcune settimane fondamentali, per la coppia, durante le quali vengono effettuate indagini ed ecografie estremamente importanti. Possiamo dire che il calcolo delle settimane permette di stendere un protocollo delle cose da fare valido più o meno per tutte, in caso di gravidanza fisiologica. Se, invece, la gravidanza è caratterizzata da elementi di fragilità o se la mamma non è più giovanissima, vi sono delle variazioni: ad esempio, per le mamme over 35/40 anni, saranno previste più ecografie, si renderanno necessari più incontri con il professionista, al fine di tenere la gravidanza monitorata maggiormente.
È un po’ più complesso, invece, raccontare cosa accada al feto o alla mamma, per singola settimana, in quanto, ovviamente, i cambiamenti sono sì moltissimi ma avvengono in modo assai graduale in un flusso continuo di giorni e settimane che si accavallano. Proviamo, ad ogni modo, ad offrirvi un quadro generale.
Nel pancione della mamma, settimana dopo settimana:
- 1° settimana: parte il conto alla rovescia, ma ancora nessun segnale;
- 2° settimana: si prepara il nido per l’arrivo dell’ovulo secondato;
- 3° settimana: concepimento avvenuto, la blastocisti viaggia verso l’utero;
- 4° settimana: sacco amniotico e sacco vitellino cominciano a formarsi;
- 5° settimana: l’ embrione è poco più di un seme, ma comincia a formarsi il cuore;
- 6° settimana: cominciano a formarsi mandibole, guance e mento;
- 7° settimana: la crescita si concentra nella testa, i reni si sono attivati;
- 8° settimana: il piccolo, circa 7 mm, inizia a compiere movimenti spontanei;
- 9° settimana: la testa comincia a prendere la sua forma, si può ascoltare il cuore;
- 10° settimana: si formano ossa e cartilagine, ginocchia e caviglie;
- 11° settimana: si formano i follicoli dei capelli e si abbozzano i letti ungueali;
- 12° settimana: l’apparato digerente comincia piccole contrazioni, si producono globuli bianchi;
- 13° settimana: il feto misura circa 7,5 cm;
- 14° settimana: il corpo si copre di una peluria, la lanugine;
- 15° settimana: il feto comincia piccoli movimenti respiratori;
- 16° settimana: gli occhi cominciano a percepire la luce;
- 17° settimana: il feto si allena a deglutire e a succhiare;
- 18° settimana: circa 14 cm, il piccolo ormai sbadiglia e singhiozza;
- 19° settimana: il piccolo è rivestito da una sostanza che lo protegge dal liquido amniotico;
- 20° settimana: si stanno completando gli organi sessuali che vi sveleranno chi vi aspetta;
- 21° settimana: gambe e braccia hanno raggiunto le giuste proporzioni;
- 22° settimana: avverte i suoni, il battito del nostro cuore;
- 23° settimana: il piccolo comincia a mettere peso più velocemente;
- 24° settimana: il viso è ormai quasi del tutto formato, i capelli sono ancora bianchi;
- 25° settimana: cominciano ad aprirsi le narici, le corde vocali funzionano;
- 26° settimana: si aprono gli occhi, i suoi sensi sono molto sensibili;
- 27° settimana: può reagire al cibo che mangiamo, percependo le differenze;
- 28 °settimana: il feto ha raggiunto circa 1 kg per 40 cm;
- 29° settimana: il feto si muove e si fa spazio con spinte di gomiti e ginocchia;
- 30° settimana: il cervello continua il suo sviluppo, cade la lanuggine;
- 31° settimana: è in grado di elaborare informazioni, percepisce con tutti i 5 sensi;
- 32° settimana: è in grado di succhiarsi il pollice;
- 33° settimana: continua a svilupparsi il suo sistema immunitario;
- 34° settimana: circa 50 cm ormai smette di crescere in lunghezza;
- 35° settimana: aumenta velocemente il numero delle cellule cerebrali;
- 36° settimana: è quasi pronto per la vita extrauterina;
- 37° settimana: continua ad accumulare grasso, ma potrebbe essere pronto alla nascita;
- 38° settimana: è arrivato a circa 3,3 kg, ormai ci siamo, non ci sono più grandi cambiamenti sino alle settimane successiva, in caso di parto oltre la 40° settimana.
Come stimare la data del parto
Come ci ha ricordato il dottor Laganà all’inizio di questo nostro viaggio, il calcolo delle settimane è fondamentale per stimare la data del parto. Una data indicativa che, durante le ecografie, può essere rivista, in base ai parametri che ora vedremo.
“La data del parto, nota anche come data presunta del parto, viene stimata utilizzando vari metodi. Il metodo di Naegele si basa su un’operazione aritmetica che consiste nell’aggiungere 1 anno al primo giorno di inizio dell’ultima mestruazione, nel sommare 7 ulteriori giorni e sottrarre 3 mesi.
Un altro strumento utilizzato per stimare la data presunta del parto è il regolo ostetrico, che viene utilizzato sempre tenendo conto della data d’inizio dell’ultimo flusso mestruale (in caso di cicli regolari).
Tuttavia, durante la prima ecografia ostetrica è possibile avere una stima maggiormente accurata della data del parto, in cui la misurazione di alcuni parametri fetali consente di confermare la corrispondenza o meno tra l’epoca calcolata in base all’ultima mestruazione e l’effettivo livello di sviluppo raggiunto dal feto”
In seguito, si parlerà di:
- parto a termine, se avvenuto tra le 37 e le 41 settimane;
- parto pretermine o parto prematuro, se è avvenuto prima delle 37 settimane;
- parto protratto o oltre il termine, se avvenuto oltre 42 settimane o oltre.
Il parto, come sappiamo, può essere vaginale o cesareo e se entro certi margini è una scelta della donna, in altre, è conseguenza del tipo di gravidanza o addirittura di travaglio in essere.
Quando cambia la data del parto e perché
Ma ora ci avviciniamo alla conclusione di questo nostro lungo viaggio, parlando di quella che ne è effettivamente la fine: il parto, appunto. Scopriamo perché, spesso, la data presunta del parto non coincide con quella effettiva ma, addirittura, durante le ecografie, essa viene modificata sulla nostra cartella. Non è un numero qualsiasi quello che affollerà i nostri pensieri, durante la gravidanza, per cui è lecito domandarsi come mai esso possa mutare.
“Durante la prima ecografia, nei casi in cui non vi è corrispondenza tra le misurazioni ecografiche rispetto alla datazione basata sull’ultima mestruazione, la gravidanza viene ridatata, affinché l’età gestazionale sia coerente con l’accrescimento del feto. L’eventuale ridatazione è più frequente in caso di ciclo mestruale irregolare o di stima iniziale incerta. Per tutti i controlli effettuati durante la gravidanza e per il calcolo della data del parto bisognerà fare riferimento a questa nuova data.
Inoltre, Il giorno del parto è da considerarsi indicativo e, in una gravidanza fisiologica, esso potrebbe avvenire in un intervallo che andrà dai 15 giorni prima ai 15 giorni dopo la data presunta. Vi sono vari fattori che possono incidere sull’anticipo o posticipo rispetto al giorno stimato della data del parto, come il verificarsi di condizioni legate alla salute della mamma e del feto, che possono portare ad un parto anticipato; o caratteristiche proprie della gravidanza, come una predisposizione genetica a gravidanze più lunghe, possono incidere sullo slittamento del giorno della nascita. Talvolta, cicli mestruali irregolari possono rendere meno precisa la stima basata sull’ultima mestruazione e quindi è possibile che il giorno del parto possa variare rispetto alla data stimata”.
Fonti bibliografiche:
“Che cosa aspettarsi quando si aspetta” di Heidi Murkoff e Sharon Mazel. Sperling & Kupfer