Vinicio Capossela è un cantautore e polistrumentista italiano di grande talento e personalità unica, conosciuto per il suo stile eclettico e teatrale che mescola diversi generi musicali con una forte dose di letteratura, ironia e riflessione esistenziale. Nasce il 14 dicembre 1965 ad Hannover, in Germania, da genitori italiani originari di Calitri, un piccolo paese della provincia di Avellino, in Irpinia. La sua formazione musicale e personale è segnata da un’identità ricca e complessa, profondamente influenzata sia dalle radici italiane della sua famiglia che dalla cultura mitteleuropea che lo circondava durante l’infanzia.
Gli esordi
Capossela trascorre i primi anni di vita in Germania prima che la famiglia si trasferisca in Italia, stabilendosi prima in Emilia-Romagna. Qui si avvicina alla musica e alla letteratura, due passioni che da subito si fondono nel suo percorso artistico. All’inizio della sua carriera, inizia a esibirsi nei piccoli locali e pub della provincia emiliana, sviluppando uno stile che lo distingue presto per la sua teatralità, l’uso di sonorità variegate e la scrittura evocativa. Durante queste prime esibizioni, viene notato da Francesco Guccini, che lo introduce all’etichetta discografica CGD, una delle principali case discografiche italiane, permettendogli di pubblicare il primo album.
Nel 1990, Vinicio Capossela pubblica All’una e trentacinque circa, il suo album di debutto che riscuote un ottimo successo di critica e di pubblico. Con questo lavoro, Capossela viene subito etichettato come un “poeta della canzone” per via dei testi intensi e delle atmosfere suggestive. I brani dell’album raccontano storie di personaggi marginali e stravaganti, con riferimenti che spaziano dalla letteratura beat alla musica folk, al jazz e alla chanson. Brani come Scivola vai via e Una giornata perfetta definiscono il suo stile eclettico, caratterizzato dalla capacità di mescolare vari generi, dal jazz al folk, dal blues alla musica balcanica.
Il successo del primo disco è seguito da Modì nel 1991, un lavoro altrettanto innovativo che consolida la sua figura come cantautore di nicchia ma già cult. Il titolo è un omaggio al pittore Amedeo Modigliani, artista bohemien e simbolo di un’arte vissuta in maniera totale, che rispecchia anche l’approccio di Capossela. Negli anni successivi, il cantante approfondisce la sua sperimentazione musicale e tematica, esplorando miti, leggende, storie popolari e folklore.
Capossela è un artista itinerante, sia metaforicamente che letteralmente. Il suo viaggio musicale lo porta a esplorare sonorità e temi legati al Mediterraneo, all’Irpinia e ai Balcani, ma anche alla cultura americana, con brani ispirati ai miti della letteratura, come quelli di Charles Bukowski e Jack Kerouac. Tra i suoi lavori più celebri si annovera Canzoni a manovella (2000), un album che segna una svolta decisiva nella sua carriera: è un progetto ambizioso e complesso, quasi un concept album, dove esplora temi surreali e nostalgici, come la guerra e la precarietà dell’esistenza, con influenze che spaziano dal cabaret tedesco al folk mediterraneo.
La sua passione per la letteratura lo porta a scrivere diversi libri, tra cui Non si muore tutte le mattine (2004), un racconto autobiografico che mischia realtà e fantasia, e Il paese dei coppoloni (2015), finalista al Premio Strega, dove Capossela racconta le sue radici irpine con toni epici e lirici, attingendo al folklore e alla tradizione orale.
Un altro album significativo nella sua discografia è Ovunque proteggi (2006), che rappresenta una sorta di esplorazione religiosa e mistica dell’esistenza. Questo lavoro viene seguito da Da solo (2008), in cui Capossela esplora il tema della solitudine e dell’individualità attraverso suoni evocativi e testi introspettivi. Negli anni successivi, si dedica a Marinai, profeti e balene (2011), un progetto di ampio respiro che trae ispirazione dall’opera letteraria Moby Dick di Herman Melville, unendo i temi dell’avventura marina e della spiritualità.
Curiosità e stile artistico
Vinicio Capossela è famoso non solo per la sua musica, ma anche per la sua personalità enigmatica e per i suoi concerti teatrali, che rappresentano vere e proprie esperienze multisensoriali. I suoi spettacoli dal vivo sono celebri per la loro complessità visiva e scenografica, con costumi, oggetti di scena e una forte componente narrativa che lo rendono unico nel panorama musicale italiano. Capossela non si limita a cantare; crea un mondo parallelo dove i confini tra realtà e fantasia si dissolvono, dando vita a personaggi fantastici e storie oniriche.
Un’altra curiosità riguarda la sua passione per la mitologia e il folklore, che traspare in molti dei suoi lavori. Ad esempio, l’album Ballate per uomini e bestie (2019) è un viaggio attraverso storie di creature mitologiche e racconti della tradizione popolare, dove esplora temi profondi come la natura umana e il rapporto con l’ambiente. Questo album gli è valso la Targa Tenco come miglior album dell’anno, consolidando il suo posto tra i grandi cantautori italiani. In questo lavoro, denuncia anche i pericoli della tecnologia e della modernità, evocando un mondo arcaico che sta scomparendo.
Stile musicale e influenze
Vinicio Capossela è difficile da classificare all’interno di un unico genere musicale. Il suo stile è infatti un mosaico di influenze: blues, jazz, folk, musica mediterranea e balcanica, canzone d’autore italiana, cabaret tedesco e perfino musica classica e barocca. Questa ecletticità rende ogni suo album un’opera unica, con atmosfere e sonorità che possono variare drasticamente da un progetto all’altro. Tra i suoi artisti di riferimento si trovano personaggi come Tom Waits, Paolo Conte e il già citato Bukowski, i cui temi esistenziali, ironici e profondamente umani trovano eco nei testi di Capossela.
Capossela è anche un narratore sopraffino e un grande amante della letteratura. Nei suoi testi, la scrittura assume un ruolo fondamentale, elevando le sue canzoni a piccoli racconti in versi. In molte delle sue canzoni, la musica è costruita attorno al testo, e non viceversa: la narrazione e il significato profondo delle parole sono gli elementi portanti, mentre la melodia e gli arrangiamenti musicali fanno da cornice.
Impegno sociale e attività recente
Negli ultimi anni, Vinicio Capossela è diventato un artista impegnato anche sul fronte sociale e politico. Ha espresso più volte preoccupazione per le tematiche ambientali e per la preservazione delle tradizioni culturali italiane, spesso minacciate dalla modernità e dalla globalizzazione. La sua passione per la natura e il paesaggio si riflette in alcune iniziative in Irpinia, dove organizza eventi e concerti per sensibilizzare il pubblico sul tema della salvaguardia dell’ambiente e delle piccole realtà rurali.
Durante la pandemia di COVID-19, Capossela ha utilizzato i social media e i canali digitali per tenere concerti virtuali e mantenere un contatto con il suo pubblico, creando un senso di comunità e condivisione in un momento difficile. Nel 2021 pubblica La crociata dei bambini, un singolo ispirato alla poesia di Bertolt Brecht, che diventa una forte denuncia contro le condizioni dei bambini nei conflitti bellici contemporanei. Questo progetto conferma ancora una volta l’impegno sociale di Capossela, sempre pronto a utilizzare la sua musica come strumento di riflessione e denuncia.
L’importanza di Capossela nella musica italiana
Vinicio Capossela è considerato uno degli artisti più innovativi e originali del panorama musicale italiano. La sua capacità di raccontare storie, di creare mondi sonori unici e di esprimere temi universali con un linguaggio poetico lo rende una figura di culto, capace di unire pubblico e critica. La sua influenza si estende ben oltre la musica, toccando anche il mondo della letteratura e del teatro, settori in cui Capossela si muove con naturalezza.
Il suo lavoro ha ispirato un’intera generazione di artisti italiani, che vedono in lui un esempio di integrità artistica e di impegno culturale. Capossela ha saputo dimostrare che è possibile fare musica d’autore in Italia, mantenendo una forte identità e una coerenza artistica, senza scendere a compromessi con le logiche del mercato discografico.