Fucile in mano e lecca lecca, la bimba ucraina è il simbolo dell’orrore della guerra

Ha 9 anni, un fucile (scarico) in mano e un lecca lecca in bocca: suo papà l'ha fotografata per raccontare l'orrore di quanto sta accadendo in Ucraina

Foto di Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Sono tante le testimonianze di questa guerra terribile che giungono dall’Ucraina, immagini strazianti che raccontano il dramma vissuto da milioni di persone. Ma ce n’è una che ci ha spezzato il cuore, che parla del lato più terrificante dell’invasione russa: quello che coinvolge i più piccini. La bimba ritratta nella foto scattata dal suo papà è diventata ben presto il simbolo di un orrore al quale non avremmo mai voluto assistere.

Chi è la bimba simbolo della guerra in Ucraina

Ha solamente 9 anni, ma l’innocenza nei suoi occhi si è già spenta. Tutta colpa di una guerra che non risparmia nessuno, e che suo papà ha voluto immortalare in una foto diventata un monito per non dimenticare quello che sta accadendo in Ucraina. L’autore di questa toccante immagine è Oleksii Kyrychenko, che l’ha poi condivisa sui suoi profili social: la bimba sta seduta sul davanzale di una finestra, affacciata da un edificio sventrato da qualche bomba. Tra le braccia tiene un fucile, in bocca ha un lecca lecca.

L’orrore di questi dettagli è straziante: “Ho scattato questa foto per richiamare l’attenzione del mondo sull’aggressione russa in Ucraina” – ha specificato Oleskii sul suo profilo Facebook. E ha precisato che il fucile è il suo, completamente scarico, dato in mano a sua figlia solo per il tempo dell’immagine. Perché, lo sappiamo, un ritratto vale più di mille parole. “Girl with candy”, questo il titolo che il papà ha dato alla foto della sua bambina: richiama qualcosa di bello, tutto ciò che ha a che fare con la spensieratezza dell’infanzia. E invece rappresenta una terrificante realtà, quella realtà che non dà scampo neanche ai più piccoli.

C’è anche un secondo scatto, che vede invece la bimba in piedi davanti ad una finestra, con un cappottino rosa, il fucile tra le braccia e il solito lecca lecca. E anche questa foto è un colpo al cuore. Nel giro di pochissimo tempo, la piccola Kyrychenko è diventata un simbolo dell’invasione russa e delle terribili condizioni in cui vivono (o forse sarebbe meglio dire sopravvivono) coloro che non sono riusciti a lasciare la propria città.

L’orrore della guerra in Ucraina

Da quando tutto ha avuto inizio, molte persone sono infatti riuscite a trovare la salvezza solamente fuori dai confini del Paese, cercando rifugio presso famiglie che, con grande generosità, le hanno accolte a braccia aperte. Donne e bambini hanno percorso decine (o centinaia) di chilometri, spesso in condizioni terribili, per poter scampare alle bombe e agli altri orrori di questa guerra che sta uccidendo tanti innocenti. Gli uomini no, loro possono solamente accompagnare le loro famiglie sino alla frontiera, per poi tornare indietro e imbracciare le armi, per difendere il loro popolo.

Così, dall’Ucraina ci arrivano immagini terribili. Quelle dei bimbi costretti a trovare riparo in un buio e gelido seminterrato, terrorizzati dalle sirene antiaereo e dai rumori dei bombardamenti sopra le loro teste. Quelle delle migliaia di persone in fuga sotto pioggia e neve, con in valigia le poche cose che sono riuscite a recuperare prima di abbandonare le proprie case in tutta fretta. Ma anche quelle dell’ospedale pediatrico colpito dai russi, che ora non è altro che un cumulo di macerie da cui estrarre neonati, bambini, donne in gravidanza e in travaglio. Immagini che non possiamo (e non dobbiamo) dimenticare più.