Eredità Berlusconi, fisco a secco: ma cosa accade per Marta Fascina

Il patto dei figli di Berlusconi sull’eredità rischia di far restare il fisco a zero. E Marta Fascina?

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Giorgia Prina

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Per l’eredità di Silvio Berlusconi, come immaginavano in tanti, la pace è ancora lunga a venire. Proprio così, il patrimonio immenso, valutato a prezzo di mercato tra i 5 e i 6 miliardi di euro, per il fisco italiano rischia di essere un clamoroso colpo basso. Il patto tra i figli dell’imprenditore potrebbe farlo rimanere a secco grazie alla possibilità di ricorrere all’esenzione. A spiegarne passo per passo le implicazioni è stata La Repubblica.

A quanto sembra, il patrimonio netto che il Cavaliere ha lasciato ai suoi cinque figli in base all’atto registrato e pubblicato lunedì scorso dal notaio Mario Notari di Milano, a fini fiscali, ammonterebbe a soli 458 milioni di euro. Ma cosa comporta questo per gli intestatari della sua ricchezza? Occhi puntati sull’ultima donna della sua vita, con lui fino all’ultimo giorno: Marta Fascina.

Eredità Berlusconi: fisco a secco

Una vera e propria sorpresa quella che ha colto gli interessati al futuro dell’eredità dell’imprenditore e politico. La morte di Silvio Berlusconi, avvenuta il 12 giugno, ha portato ad una vera e proprio bufera mediatica sul destino della sua ricchezza. Dei 458 milioni di euro stimati, sembra che 423 riguardino le holding che controllano il 61,2% della Fininvest, mentre 35 milioni sarebbe la somma delle proprietà immobiliari che includono tre ville intestate direttamente a lui più un box a Trieste ricevuto in eredità da un cittadino, dei mobili, dei quadri e delle barche. Secondo quanto riporta La Repubblica queste sono le cifre su cui verranno calcolate le imposte di successione, se ve ne saranno. A parte gli 81 mila euro di imposta di registro gli eredi con molta probabilità chiederanno l’esenzione di imposta per il passaggio dei 423 milioni che permettono di controllare Fininvest.

Alla base della fattibilità di tale operazione c’è il Testo Unico sull’imposta di successione del 1990, che prevede che “I trasferimenti a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta… a condizione che gli aventi causa proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa o detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni”. Un’occasione che parrebbe imperdibile e veramente allettante per i cinque figli ed eredi.

Ora tutto dipende dalla risposta dell’Agenzia delle Entrate alla richiesta di esenzione dei figli del Cavaliere. In caso di risposta affermativa, su quei 423 milioni che trasferiscono il controllo Fininvest non verrà pagata alcuna imposta di successione. Sempre secondo quanto riporta La Repubblica, invece, sui 35 milioni di patrimonio di Berlusconi al di fuori della Fininvest i cinque eredi dovrebbero pagare 1,4 milioni di imposte (il 4%). Ma “poiché la legge prevede anche una franchigia di un milione a testa (se non è già stata usufruita per donazioni precedenti, ma al riguardo ci sono diverse sentenze della Cassazione che consentono la cumulabilità) anche in questo caso l’introito per il fisco potrebbe essere pari a zero”.

Marta Fascina: cosa ne sarà della sua eredità?

Per il fisco l’eredità di Silvio Berlusconi sarà dunque un buco nell’acqua? Le disposizioni e le esenzioni che sono atte a facilitare il passaggio delle aziende di padre in figlio consentono che su un patrimonio come quello dell’imprenditore al fisco non sia dovuto un euro di tasse.

Ma cosa succederà agli altri eredi del Cavaliere? La più attenzionata è sicuramente Marta Fascina, il cui destino politico e abitativo è sotto i riflettori dalla morte di Silvio Berlusconi. Ebbene, secondo quanto riporta La Repubblica gli unici che dovranno pagare qualcosa all’Agenzia delle Entrate saranno i legatari Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Questi dovranno versare l’8% dei 230 milioni che riceveranno.