Santi e truffatori: la storia di mamma Ebe

Il suo nome era Gigliola Ebe Giorgini, ma tutti la conoscevano come mamma Ebe. Una Santona, per alcuni, una truffatrice per la giustizia. Ecco la sua vera storia

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

In un Italia alle prese con i più grandi cambiamenti di sempre, quelli del secolo scorso, la voce di mamma Ebe diventava sempre più prepotente. Arrivava nelle orecchie e nel cuore di chi credeva che lei avrebbe potuto davvero cambiare le cose, la vita e l’esistenza delle persone.

La “santona di Carpineta”, così veniva chiamata Gigliola Ebe Giorgini, per tutti conosciuta come “mamma Ebe”. Impossibile non ricordare la sua storia. Tra gli anni ’80 e ’90 tutti parlavano di lei, della sua attività, dei suoi miracoli. Lo facevano i giornali e i programmi in tv, anche Maurizio Costanzo la intervistò, era diventata una vera e propria star, protagonista di un film che portava il suo nome, quello di Carlo Lizzani presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.

Una santona, dicevamo, accusata di essere una criminale e una truffatrice, di esercitare abusivamente la professione medica. Ma qual è la verità dietro a questa storia? Per la giustizia, che l’ha condannata più volte alla reclusione, non ci sono dubbi. Qualcuno, invece, continua a credere in lei, anche a distanza di anni dalla sua morte.

Chi era mamma Ebe

Nata all’anagrafe come Gigliola Ebe Giorgini, il 17 marzo del 1933 a Pian del Voglio, mamma Ebe è ricordata come una mistica, nonché la fondatrice della congregazione Pia Unione di Gesù Misericordioso. Prima di diventare la santona di Carpineta, soprannome che fa riferimento alla sua casa immersa nelle colline romagnole dove viveva e operava, era una bambina devota e religiosa.

Gigliola Ebe Giorgini sognava di dedicarsi agli altri, di prendersi cura di loro, e per farlo aveva scelto la religione. Chi la conosceva racconta che alla sola età di 13 anni aveva espresso il desiderio di diventare suora. Era successo perché, come lei stessa aveva affermato, aveva visto in sogno la Madonna.

Gigliola parlava anche di stigmate apparse misteriosamente sulle sue mani. Nessuno, però, le aveva viste. Si trattava solo della fervida immaginazione di una ragazzina? Lei ha sempre sostenuto di no, anche se crescendo ha abbandonato l’idea di andare a vivere in convento. Occuparsi degli altri, però, sarebbe stata la sua missione di vita, così diventa Mamma Ebe.

Tra miracoli e false illusioni

Dopo essersi sposata con un contadino, nel 1953, si trasferisce in un podere di Loretino, nella campagna toscana. In seguito al matrimonio Gigliola accusa un malessere che la costringe a stare a letto per molti giorni. I medici che gli fanno visita non trovano alcuna diagnosi. Lo fa lei, però, quella condizione non è altro che un segno premonitore del suo destino. Per guarire, infatti, si reca al santuario di Padre Pio, ed è allora che tutto si fa chiaro.

Inizia a operare, lo fa guidata dalla Madonna e dai Santi, così dice. Le sue sono delle guarigioni miracolose che avvengono solo con l’utilizzo delle mani, le stesse sulle quali continuano ad apparire le stigmate. Ma cosa fa mamma Ebe precisamente? Di tutto un po’: dice di far sparire il mal d’amore, alleviare la sofferenza dal cuore e dall’anima delle persone, contrastare l’infertilità e guarire dal cancro. Lo fa solo con le mani, pozioni e unguenti vari, invece, li prepara su richiesta e quando davvero ce n’è bisogno.

Non lo fa gratis, però. Le sue cure, così come i medicinali che dispensa, richiedono in cambio cifre onerose. La sua associazione è un vero e proprio business sul quale lucrano lei, il marito e tutti i suoi collaboratori. Sono tante, tantissime, le persone che raggiungono la sua dimora ogni giorno per anni.

La voce, riguardo le sue opere miracolose, si diffonde. E tutti si recano da lei, nel suo tempio di Carpineta e in quello di San Baronto. Proprio la sua seconda dimora diventa la sede della Pia Unione di Gesù Misericordioso. Da tutta Italia la raggiungono, perché vogliono essere guariti da lei.

La sua fama cresce così tanto da far preoccupare la Chiesa cattolica, che mette in guardia le persone da quella associazione, che non solo non è stata approvata o riconosciuta da nessuna autorità, ma rischia di portare i credenti su una strada impervia, fatta di vili speranze e aspettative deluse.

Così, oltre alla fama, Mamma Ebe deve affrontare anche le numerose accuse che gli vengono poste tra gli anni ’80 e ’90. Numerosi i reati contestati alla donna e ai suoi fidati collaboratori, dall’estorsione di denaro agli anziani e ai malati, passando per le truffe e i disagi psicologici da queste creati.

Le accuse, le denunce e l’arresto

Mamma Ebe finisce spesso al centro della cronaca, quella nera. Viene accusata e arrestata più volte, condannata a 7 anni di carcere per le truffe e per aver esercitato abusivamente la professione medica. Lei si difende, però. Lo fa sempre. Dichiara di aver agito sotto l’influenza dei Santi, e di aver benedetto tutte le persone che a lei si sono affidati.

Afferma anche che le opere di guarigione avvengono solo con l’ausilio delle mani, quelle con le stigmate che sono benedette. Ma mente, come dimostrerà poi l’accusa anche nei confronti di chi gli forniva farmaci e medicinali.

La “pomata miracolosa”

Nonostante il carcere e i diversi arresti, Mamma Ebe non perde il suo “potere”. All’età di 84 anni, infatti, la storia si ripete, e la santona torna al centro delle cronache nazionali. A essere incriminata, questa volta, è una pomata miracolosa che la donna ha usato per guarire una ragazza dall’infertilità, costretta a sua volta a rivolgersi a Mamma Ebe da suo marito.

Quello che doveva essere un trattamento a base di un unguento miracoloso che avrebbe sfiammato le tube, e quindi dato alla donna la possibilità di avere un bambino, si è trasformato in realtà in un’arma di tortura che ha provocato irritazioni e lesioni al basso ventre.

Mamma Ebe, già ai domiciliari per le numerose accuse e denunce accumulate con il tempo, ha continuato a operare imperterrita anche all’età di 84 anni, con una nuova denuncia, quella per esercizio abusivo della professione medica.

La fine della storia

Alla fine Gigliola Ebe Giorgini ha continuato a operare fino a quando il corpo gliel’ha permesso, fino a quando le persone hanno scelto, nonostante tutto, ancora di affidarsi a lei. Se da una parte, infatti, in tanti si sono uniti al coro di chi la definiva una truffatrice, anche avendo provato sulla propria pelle i danni dell’inganno, dall’altra c’è sempre stato chi non ha smesso mai di credere in lei. Nei suoi miracoli.

Mamma Ebe è morta a Rimini il 6 agosto del 2021. Si è spenta all’età di 88 anni a causa di una neoplasia. A giungere da lei, per l’ultimo saluto, sono arrivate migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia.