Melania Trump diventa First Lady per la seconda volta e si presenta all’Inauguration Day indossando una austera ed elegante creazione firmata Adam Lippes. Una scelta affatto casuale, trattandosi di uno stilista americano che è già di casa in quel di Washington (è tra i preferiti di Jill Biden). Eppure c’è una questione molto curiosa emersa proprio a proposito del suo guardaroba: gli stilisti (anche i più rinomati) che si sono accapigliati per vestire le precedenti First Lady, a lei non avrebbero riservato lo stesso trattamento. Anzi, pare proprio che l’abbiano evitata.
Adam Lippes, lo stilista americano scelto da Melania Trump
Cappotto e gonna in seta blue navy, camicetta color avorio e tacchi a spillo. Così Melania Trump si è presentata all’Inauguration Day – ovvero la cerimonia di insediamento del marito Donald come nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America -, in un mix di austerità ed eleganza che già detta tendenza. Merito dello stile di Adam Lippes, scelto personalmente dalla First Lady per l’occasione (e del discusso cappello di Eric Javits, noto designer di accessori femminili di lusso), “rinunciando” al suo stilista di fiducia Hervé Pierre.

Una scelta affatto casuale. Adam Lippes è uno stilista americano indipendente, in linea con la politica di Trump, che in questo nuovo mandato presidenziale intende concentrarsi proprio sull’economia a stelle e strisce. Lippes è nato a New York, dove attualmente risiede e ha creato la propria azienda. Un marchio che porta il suo nome e le cui collezioni rispecchiano “la sua estetica raffinata, i design senza tempo ed eleganti e l’impeccabile artigianalità“, come si legge sul sito. “Il suo lavoro trae ispirazione dall’arte, dall’architettura e dagli interni, creando un nuovo look per uno stile americano sofisticato“, aggiunge la sua bio.
Laureato in psicologia alla Cornell University, Adam Lippes ha iniziato a lavorare nella moda al fianco di Ralph Lauren, poi è passato all’atelier di Oscar de la Renta diventando uno dei più giovani direttori creativi di una grande azienda. Nel 2004, Lippes ha lanciato la sua prima etichetta, ADAM, concentrandosi inizialmente su capi essenziali di lusso. Nel 2014, il marchio è diventato Adam Lippes, caratterizzato da una sartoria squisita, tessuti pregiati, dettagli artigianali e un glamour sobrio“, riporta il sito. Tanti i riconoscimenti ottenuti dallo stilista, le cui creazioni hanno dominato le copertine delle più importanti riviste di moda come Vogue e Harper’s Bazaar, tanto per citarne due.
“La tradizione dell’insediamento presidenziale incarna la bellezza della democrazia americana e oggi abbiamo avuto l’onore di vestire la nostra First Lady, la signora Melania Trump. L’abito della signora Trump è stato creato da alcuni dei migliori artigiani americani e sono molto orgoglioso di mostrare tale lavoro al mondo”, dichiarato Lippes nel giorno dell’Inauguration Day.

Perché nessuno stilista vuole vestire Melania Trump
In attesa di vederla in tutto il suo austero splendore nel corso della cerimonia di insediamento del marito Donald, il Daily Mail aveva posto l’attenzione su una questione davvero bizzarra. Melania Trump, una delle donne più belle e influenti del mondo – almeno in quanto First Lady – avrebbe fatto “fuggire a gambe levate” tutti i più importanti stilisti internazionali. Gli stessi che con le precedenti First Lady hanno sempre fatto a gara.
L’abito non fa il monaco, ma di certo fa la First Lady. Pensiamo ai look inconfondibili di Jackie Kennedy, per citare una vera icona del passato, che anche negli anni a venire ha dettato tendenza sia dentro che fuori la Casa Bianca. Basta nominarla per vedercela apparire dinanzi in tutto il suo splendore in una delle meravigliose creazioni di Oleg Cassini.
Tra gli eventi più importanti per qualsiasi First Lady c’è l’Inauguration Day, ovvero il giorno della cerimonia di insediamento con relativo giuramento del nuovo Presidente USA, nel corso del quale si sfoggiano tradizionalmente abiti su misura, creazioni pensate apposta per l’occasione e per quella donna in particolare. Abiti e accessori che ne rispettino l’anima, lo stile personale e gli intenti. E Melania? Secondo il Daily Mail, sarebbe stata “relativamente evitata sin dalla sua ascesa al potere politico, almeno dal mondo della moda” e sarebbe “una di noi” (comuni mortali, si fa per dire) che acquista abiti “già pronti” nei negozi e nelle boutique.
Tutta “colpa” di Anna Wintour, secondo l’articolo. La storica caporedattrice di Vogue, colei che non detta le tendenze ma le decide e a cui tutto l’universo della moda si prostra con un misto di terrore e riverenza, le negò la copertina destinata in precedenza alle altre First Lady. “La disapprovazione di Wintour è così decisamente influente? Di certo, pochi stilisti, tutti desiderosi di restare in buoni rapporti con la voce più potente del mondo della moda, ammetteranno di aver lavorato con Melania”, si legge. E così in effetti è stato: Dior e altri (unica eccezione Stefano Gabbana) sarebbero stati riluttanti ad ammettere “qualsiasi forma di collaborazione” con Melania e, già al primo mandato di Trump, stilisti come “Marc Jacobs, Jason Wu, Zac Posen e Tom Ford si sono affrettati a dichiarare che non avrebbero mai vestito la First Lady in arrivo”.
In barba alle collaborazioni ufficiali, quel che abbiamo visto indossare a Melania Trump nelle occasioni ufficiali è tutta “farina del suo sacco”, frutto di un guardaroba che ha costruito negli anni seguendo il proprio gusto e scegliendo personalmente capi e accessori.