Margaret Keane, la vera storia dietro Big Eyes

Una relazione violenta, un marito arrogante e un furto d'identità. Questa è la vera storia di Margaret Keane che ha ispirato il film Big Eyes

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Ci sono film che lasciano il segno. Lo fanno perché spesso toccano le corde del nostro cuore o perché nelle storie dei protagonisti ci immedesimiamo, perché sono anche un po’ le nostre. Altre volte, invece, proviamo rabbia, soprattutto quando vediamo sullo schermo immagini reali di prepotenza, arroganza e ambizioni distruttive. E questo è sicuramente quello che abbiamo provato quando abbiamo visto Big Eyes, il capolavoro di Tim Burton che racconta la vera storia di Margaret Keane.

Ho sempre disegnato occhi, anche da bambina. Gli occhi mi affascinano.

Nel 2014, la pellicola con protagonisti Amy Adams e Christoph Waltz, ha portato sul grande schermo la storia di Margaret Kean. In Big Eyes, Tim Burton alla regia, ha raccontato le vicende reali di una delle coppie più celebri degli anni ’60.

Successi, nevrosi, ossessioni e violenze caratterizzano la vera storia di Walter e Margaret Keane: lei dipinge i bambini con i grandi occhi dei quali i membri della società del tempo si innamorano, lui li firma e si prende ogni merito.

C’era una volta Walter Keane e gli occhi dei bambini rubati

C’è una versione un po’ distorta della realtà, ed è quella raccontata da Walter Keane. Senza indugio l’uomo, che da anni afferma di essere un talentuoso artista, narra di essere rimasto colpito dai grandi occhi dei bambini poveri e orfani, che vivono in strada e che cercando da mangiare tra i rifiuti della spazzatura, durante un viaggio studio a Berlino.

Così sono nati i grandi occhi, quelli che ha dipinto quasi ossessivamente e che hanno conquistato gli Stati Uniti e il mondo intero. Prima del successo, però, Walter Keane incontra Margaret che diventerà la sua futura moglie. La donna, alla vista di quei bambini tristi ai quali è stata rubata l’infanzia, rimane folgorata, non solo dalle opere, ma dalla grande sensibilità dell’uomo. Così è iniziata la storia di Walter e Margaret, almeno secondo i racconti di lui.

Walter e Margaret, il primo incontro

La versione della storia raccontata da Margaret è assai diversa da quella propagandata da Walter. È vero, la giovane pittrice è rimasta estremamente affascinata dal suo futuro marito e dal carisma che per natura sembra appartenergli. Non è vera, però, tutta la parte che riguarda i quadri. Walter non sa dipingere, non così bene. E quei bambini non sono i suoi. Ma nessuno a quell’epoca doveva saperlo.

Walter e Margaret si incontrano a San Francisco, dopo che la donna si separa dal primo marito con il quale ha una figlia, la piccola Jean. Il savoir faire di lui la conquista e i due iniziano a frequentarsi fino a diventare coppia fissa e decidere, in poco tempo, di sposarsi.

Walter intuisce il grande talento di sua moglie e la invita a dipingere, proponendo le sue opere alle gallerie d’arte in città. Margaret lo fa, e inizia a firmarsi come Keane. Non può certamente immaginare che quel cognome acquisito si trasformerà, da lì a breve, in una trappola senza via d’uscita.

Il furto d’identità

Dopo i primi due anni di matrimonio felice, Margaret viene a scoprire che il marito vende i quadri che raffigurano i bambini dai grandi occhi a suo nome quando capita in un club di San Francisco che li espone. La rabbia passa in fretta dato che Walter convince sua moglie che i quadri di un artista uomo vendono molto di più rispetto a quelli di una donna, e a loro servono soldi.

“Mi faceva sedere in un angolo, mentre lui parlava con gli altri e vendeva i miei quadri”, racconterà Margaret più tardi in un’intervista al Guardian. Una scena che abbiamo potuto vedere anche nella pellicola di Tim Burton, che riporta fedelmente gli accaduti.

Così Margaret si chiude nel suo studio e dipinge quadri, a ogni ora del giorno e della notte. È Walter a chiedergli di farlo, obbligandola a mentire, persino a sua figlia Jane. Gli anni passano e quella bugia assume la portata di un fenomeno gigantesco che travolge totalmente la famiglia Kane. Margaret, ormai esausta dalle menzogne e dal duro lavoro, non sa più come uscire da quella trappola.

Walter e Margaret Keane
Fonte: Getty Images
Walter e Margaret Keane

Il fenomeno dei bambini con i grandi occhi

Nel 1960 i grandi occhi di Margaret Kane appaiono ovunque: sono nelle case delle celeb hollywoodiane, nei locali e nei musei. Sono anche su stampe e cartoline vendute a milioni di persone.

Diviso tra l’entusiasmo del successo e la paura di perdere tutto, Walter inizia a diventare violento, arrogante e possessivo. Costringe Margaret a restare in casa, a non farsi vedere, a non parlare con le persone che frequentano la loro grande villa con la piscina.

Lui, invece, rilascia interviste e racconta delle false ispirazioni che hanno dato vita ai suoi bambini. Ma è un grande oratore, oltre a essere un bugiardo manipolatore, e tutti gli credono. Nel 1964 i bambini dai grandi occhi tristi vengono esposti all’Esposizione Universale di New York.

Il divorzio

Gli anni passano inesorabili e dopo diversi tentativi di ribellione da parte di Margaret, la donna decide di lasciarlo. Il divorzio viene concesso sotto ricatto però: la donna dovrà continuare a dipingere per lui. E lo farà, ancora per un po’, fino a quando trasferitasi alle Hawaii trova il coraggio di denunciare tutto quello che è successo negli ultimi 10 anni della sua vita.

Margaret denuncia Walter Keane negli anni ’80 e inizia così un lungo processo per portare a galla la tanto nascosta verità.

Margaret Keane, l’artista

La prova del nove arriva quando il giudice, per mettere fine al processo, invita Walter e Margaret a dipingere un bambino con i grandi occhi davanti alla giuria e ai presenti in aula. La pittrice si mette subito a lavoro e in meno di un’ora realizza il soggetto. Diverso è l’epilogo per Walter: l’uomo non riesce a dipingere, millantando blocchi di creatività e dolori alla spalla.

Margaret Keane vince la causa: è lei l’artista dei bambini dai grandi occhi, e ora tutto il mondo lo sa. Walter viene condannato a risarcire la sua ex moglie con 4 milioni di dollari, soldi che la donna non vedrà mai visto che il signor Keane morirà in estrema povertà.

Margaret si trasferisce nella contea di Napa, in California, dove continua a vivere e a lavorare dipingendo i suoi quadri fino alla fine dei suoi giorni. Realizza ritratti per attori Hollywoodiani come Joan Crawford, Natalie Wood e Jerry Lewis. Woody Allen, ne Il dormiglione, la cita come la più grande artista nella storia. Nel 2014 è uscito il suo film biografico Big Eyes, firmato da Tim Burton, che l’artista stessa ha definito un fedele ritratto della sua storia. Morirà il 26 giugno 2022, per insufficienza cardiaca, all’età di 94 anni circondata dagli affetti e dai suoi quadri.

Big Eyes
Fonte: Getty Images
Big Eyes, Margaret Keane e Amy Adams