Chi è Kateryna Monzul, l’arbitro ucraina che è fuggita dalla guerra

Arbitro di fama internazionale, 40 anni, è scappata dalla guerra insieme a parte della sua famiglia: ora è tornata a dirigere una partita

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Redazione

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Il giallo e l’azzurro della bandiera Ucraina le avvolgono le spalle, perché se anche con una parte della sua famiglia è riuscita a fuggire il cuore resta là nella sua terra dove i suoi cari combattono, dove gli amici sono rimasti. Dove le bombe esplodono. Kateryna Monzul, arbitro di fama internazionale, è riuscita a fuggire dall’Ucraina, insieme alla sorella e alla nipote, dopo che è scoppiata la guerra. Giunta in Italia, ha ricominciato a dirigere le partite di calcio. Domenica 20 marzo è scesa in campo per il match tra le squadre femminili di Inter e Sampdoria.

Chi è Kateryna Monzul

Classe 1981, Kateryna Monzul è nata il 5 luglio a Charkiv città dell’Ucraina. Ha alle spalle un lungo curriculum, che l’ha vista fare il suo esordio a livello europeo nel 2007 quando ha arbitrato la partita per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio femminile tra le squadre nazionali di Finlandia e Polonia.

Nel 2013, invece, è scesa in campo con Norvegia e Danimarca per arbitrare la semifinale del Campionato europeo di calcio femminile. Altri importanti risultati in ambito professionale li ha raggiunti nel 2014 quando ha diretto la finale di Champions League femminile tra Tyreso e Wolfsburg, mentre nel 2015 ha arbitrato la finale di un mondiale di calcio femminile, quella che ha visto sfidarsi in campo Stati Uniti e Giappone.

Tra i riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera il secondo posto, alle spalle di Bibiana Steinhaus, come miglior arbitro donna dall’International Federation of Football History & Statistics. Era il 2014.

Residente a Kharkiv, Kateryna Monzul è fuggita dalla guerra insieme a parte della sua famiglia. Giunta in Italia e ha espresso il desiderio di continuare ad arbitrare, richiesta accolta dalla Figc che l’ha scelta per dirigere la partita di calcio femminile tra Inter e Sampdoria. Kateryna Monzul si è presentata in campo avvolta nella bandiera del suo Paese, un gesto che altri personaggi in vista hanno compiuto nelle ultime settimane. Come la ballerina Iana Salenko.

Kateryna Monzul, la fuga e l’arrivo in Italia: le sue parole

Kateryna Monzul nel post partita ha raccontato cosa ha significato per lei tornare sul campo, ma anche la fuga dall’Ucraina. Come riporta Sky Sport ha detto: “È stato come tornare alla vita normale, dopo quello che ho visto e ho provato in queste settimane: per qualche momento non posso dire di aver dimenticato, ma di aver ritrovato dentro di me belle sensazioni”.

In Italia è arrivata scappando dalla guerra insieme alla sorella e al nipote, ma parte della sua famiglia e dei suoi amici è ancora là per questo ha spiegato che una parte del suo cuore è rimasta con loro.

Durante la sua fuga ha attraversato molti Paesi ma non si è mai sentita sola, come ha raccontato lei stessa: “Abbiamo attraversato Ucraina, Moldavia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania – ha ricordato – Non me lo aspettavo, tutti volevano aiutarmi… quando scappi da una situazione così non riesci a ragionare normalmente, la grande famiglia degli arbitri mi è stata vicina, in tantissimi mi hanno scritto e sostenuto durante il viaggio fin qui”.

Kateryna Monzul è una dei tanti che sono riusciti a fuggire dalla guerra che si sta consumando in Ucraina: storie di solidarietà e di umanità.